Diritto di voto in Italia: legge, requisiti età e come funziona

Pubblicato il 3 Settembre 2019 alle 18:00 Autore: Claudio Garau

Diritto di voto in Italia: qual è il fondamento normativo e quali sono i requisiti per esercitarlo validamente. Come funziona in concreto

Diritto di voto in Italia legge, requisiti età e come funziona
Diritto di voto in Italia: legge, requisiti età e come funziona

Vediamo come funziona in Italia il diritto di voto, qual è il fondamento normativo e quali sono i requisiti anagrafici per poterlo esercitare. Esso merita di essere conosciuto in dettaglio, in quanto è un tratto tipico dei paesi democratici.

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Diritto di voto: la fonte normativa e alcuni tratti essenziali

Il fondamento del diritto di voto nella Repubblica italiana si trova nella Costituzione, all’art. 48, il quale sancisce che: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge“. Parafrasando la Carta Costituzionale, dal punto di vista anagrafico, requisito essenziale per poter esprimere il proprio voto, è aver compiuto almeno 18 anni (per il voto relativo al Senato occorrono almeno 25 anni, ma è in esame una proposta di modifica). Tale diritto di voto, in sostanza, consiste nella possibilità di partecipare ad una votazione come, ad esempio, un referendum o un’elezione politica (come quella relativa al rinnovo delle Camere o di un organo regionale).

Il diritto di voto può, inoltre, essere attivo o passivo: nel primo caso, si tratta del diritto esercitato dal cittadino che, materialmente, va alle urne per votare; nel secondo caso, è il diritto di chi, candidandosi, ambisce ad essere eletto ad una carica istituzionale. Per la Costituzione, il diritto di voto è esercitabile soltanto dai cittadini italiani ed è, in verità, un diritto-dovere. Ciò in quanto un qualsiasi cittadino non ha obbligo di andare a votare (è ben noto in quanti non vadano solitamente a votare), ma lo spirito democratico, che dovrebbe essere insito in ogni cittadino, dovrebbe suggerire di farlo.

Il diritto di voto è di tutti i cittadini italiani, è personale (ovvero non è ammesso il voto per rappresentanza, delegando qualcun’altro), è libero (cioè non condizionabile dall’esterno) ed è segreto. Inoltre riguarda anche i cittadini italiani residenti all’estero: infatti la Costituzione afferma che spetta alla legge dello Stato porre requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto degli italiani che vivono all’estero.

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L’acquisizione di questo diritto

Sussistendo i requisiti sopra accennati, il cittadino ottiene automaticamente il diritto di voto, senza alcuna sua iniziativa a riguardo. Pertanto, non serve attivarsi per risultare iscritti in una lista elettorale, ma occorre – ovviamente – che il cittadino sia inserito nell’anagrafe del Comune di residenza o in quello degli italiani all’estero.

Per avvalersi del diritto di voto, occorre materialmente il cosiddetto certificato di iscrizione alle liste elettorali o tessera elettorale, oltre chiaramente alla carta di identità. La tessera in oggetto, gratuita e senza alcuna scadenza, è inviata in automatico al cittadino, nel luogo di residenza, dal Comune, a seguito dell’iscrizione alle liste elettorali. I soli casi in cui va fatta obbligatoria richiesta di nuova tessera all’ufficio Anagrafe, sono quelli relativi alla tessera ormai piena in tutti gli spazi per i timbri, e alla tessera deteriorata, rubata o smarrita.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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