Il bizzarro paradosso delle persone contrarie alla violenza

Pubblicato il 16 Settembre 2019 alle 16:00 Autore: Nicolò Zuliani
Il bizzarro paradosso delle persone contrarie alla violenza

La figura che più mi affascina, oggi, sono quelli che si autodefiniscono “antifascisti” e contemporaneamente “contrari alla violenza”. Tralasciamo che i partigiani non hanno scacciato i nazisti coi gessetti colorati, o che qualunque persona civile che crede nella democrazia è automaticamente antifascista (a ‘sto punto dimmi pure che respiri ossigeno e sei fatto di carbonio).

Di recente ho notato che la retorica di queste persone “antifasciste” è di una violenza notevole, di poco inferiore a quella dei sottosviluppati che scrivono “buon appetito pesci” sotto le foto dei morti in in mare.

Una rara immagine del commento in questione mentre suona il flauto

Prendete la foto a piazzale Loreto.

Fu una barbarie vergognosa che disgustò persino Pertini e altri che il fascismo l’avevano vissuto e combattuto, non tre idioti in Internet con due peli sulla faccia. Appendere dei corpi come quarti di bue è roba da selvaggi, per non parlare di quello che fecero ai corpi quando vennero tirati giù ed esposti in obitorio. A leggerne le cronace sembrano i giorni del Terrore a Parigi o l’eclissi di Berserk.

Di quel capitolo “indegno, di cui le future generazioni ci chiederanno conto” c’è una foto famosa, ed è quella che viene postata più spesso – ma non da me. Jim Carrey, tra una campagna no vax e l’altra, è stato molto applaudito quando ha detto di mettere i cadaveri al contrario e immaginarli su un ottovolante. Ci hanno anche fatto una vignetta.

E questa gente è contraria alla violenza.

È diventato persino un meme, quello di girare la foto al contrario per alludere a piazzale Loreto. Quando faccio notare che questa roba oltre che macabra e di cattivo gusto stona con la retorica pacifista, precisano che “non erano umani, erano fascisti”; esattamente quello che dissero ai marines riguardo ai vietnamiti. Non sono umani, sterminateli e torturateli senza pietà. Lo disse anche Patton ai soldati che sbarcarono in Sicilia e si trovarono di fronte ai contadini: kill, kill and kill some more.

Disumanizzare l’avversario è il solo modo per giustificare azioni viceversa ingiustificabili. La cosa diventa ancora più surreale quando paladini di femminismo, antiviolenza di genere et similia non si fanno scrupoli a sbandierare il corpo della Petacci, il cui corpo fu abusato in ogni modo prima, durante e dopo quell’esposizione.

Il richiamo della carne macinata

Mostrare quella foto è la stessa cosa che fanno gli animalisti sulle loro pagine. Foto di animali macinati prive di una fonte, articolo di riferimento, riflessione, nulla: solo la foto grondante sangue e una narrativa tipo “questo è Fifi, è stato ucciso ieri dal suo padrone a Frazzolo di Budrio basso”. “Questo è Bubi, lasciato morire di denutrizione”. Ma se ti piacciono gli animali guardi documentari, hai il santino di Attemborough, sai riconoscere a vista ogni specie, conosci il loro habitat. È come se io che adoro larchitettura tradizionalista mi abbonassi a riviste di brutalismo.

Il bene

Il male
Il paradiso

Lo stesso lo fanno le pagine gentiste con gli esseri umani: corpi mutilati, squartati, percossi, sventrati a cui segue “questo è quello che succede ai pedofili”, “questo è quello che un albanegro ha fatto alla povera residente di Frazzoville”. A volte c’è compiacimento, altre volte indignazione, ma in ogni caso sono grandi like. LIKE.

“Potrebbero interessarti anche”

“Toh, un cadavere, mi piace questo elemento”.

Forse a queste persone non interessano davvero le battaglie o gli ideali che dicono di promulgare; vogliono solo un pretesto per celebrare forche, smembramenti, e le forme più aberranti della violenza. Perché se sto lavorando e arriva uno a mostrarmi fucilazioni di gerarchi io non lo reputo un idealista, ma uno psicopatico.

Alcuni penso lo facciano perché sono insicuri, e nella loro sfigata iconografia pensano che dimostrarsi impassibili davanti all’orrore li renda “duri”, “puri” e altre puttanate da complessati. Mi auguro siano la maggior parte, perché tutto sommato sono meno pericolosi di uno che quella roba la sbandiera perché lo diverte.

Ecco, a me non importa di chi sia il corpo; le barbarie non sono mai divertenti. Soprattutto, se chi le sbandiera si proclama contrario alla violenza, suona tipo gli alieni di Mars Attack.

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
Tutti gli articoli di Nicolò Zuliani →