Due parole tra uomini sul Fabio Volo pensiero

Pubblicato il 17 Settembre 2019 alle 18:34 Autore: Nicolò Zuliani
Due parole tra uomini sul Fabio Volo pensiero

Il celebre scrittore Fabio Volo, di anni 47, qualche giorno fa ha deliziato gli ascoltatori lamentandosi di avere visto il videoclip 7rings, dove Ariana Grande è messa a pecora “vestita come una mignotta” che canta “lo voglio, mi piace”. Ha quindi espresso serie preoccupazioni per l’impatto educativo che queste immagini possano avere sulle giovanissime, perché è scandaloso le major per vendere dischi facciano softporn per minorenni.

La folla, aizzata dai capipopolo, lancia “inauditi insulti e auguri di morte” a lui e ai suoi due figli.

Been there, done that

Oggi Fabio Volo replica che lui non è stato educato ad augurare il cancro alla gente, “suo padre l’avrebbe riempito di pacche”. Poi “credeva di aver fatto un bel discorso per le donne”. Poi ha aggiunto che lì in trasmissione “parlano come in famiglia, quindi a volte ti lasci sfuggire delle cose” e che ricevere questi insulti gli ha fatto capire gli adolescenti che si suicidano. Comunque lui non si permetterebbe mai di dare a una donna della puttana e conclude chiedendo scusa “a tutti i fan di Ariana”. Non ha dunque capito una madonna, sia perché insulti& minacce non comunicano, sia perché, come diceva Freud, nella vita ci sono solo due modi per essere felici.

Uno è essere Fabio Volo

Le major fanno softporn con minorenni per vendere dischi? Per vendere giornali, invece, fanno racconti softporn per cinquantenni; ricordiamo le strabilianti cronache pruriginose delle cene ad Arcore, a cui un noto quotidiano tentò di replicare partorendo raccontini pedopornografici spacciati per “inchieste”, e quel che è peggio scritti da schifo. Possiamo tornare indietro a Non è la Rai, dove minorenni venivano messe a ballare per alzare, uh, l’audience.

Se torniamo indietro arriviamo a Nabokov, o alle minorenni a Hollywood negli anni ’30, o ancora più indietro fino a quell’immenso, sconfinato capolavoro che è Le 11,000 verghe di Apollinaire. Andiamo indietro ancora e arriviamo a Justine, le disavventure della virtù del marchese De Sade, in cui le protagoniste sono due sorelle di 12 anni, di cui una prostituta. Questa roba è sempre esistita. Poi:

“Mi imputt#nano la figlia!”

Ma magari, potremmo sperare in un futuro senza donne che ti matchano su Tinder alle due di mattina e nella biografia hanno scritto “cerco solo amicizia no ONS”. Cosa vuol dire “m’imputtanano la figlia”? Cioè secondo Volo un’adolescente vede il video di Ariana Grande, si spoglia e corre sul Terraglio? È colpa di Ariana Grande se esistono le baby escort e quelle amatoriali che mandano tette ai coetanei per le ricariche?

No, giusto per sapere, perché prima era colpa di Berlusconi, e prima ancora di Craxi. Tralasciando che la prostituzione è un lavoro, nel 2019 il problema non è che una donna la dia in giro come il pane, semmai il problema è che debba renderne conto. La ricerca della propria sessualità negli adolescenti è normale; indipendentemente dalle mode morali, dall’avvento della specie umana il ciclo mestruale arriva tra gli 11 e i 13 anni.

Gombloddo?

“Sembra una tr§ia”

È bellissimo. Questa frase può nascere solo nel cervello di uomini con in testa più complessi del concerto del 1° maggio, i quali hanno il terrore una donna gli dica di avere avuto amanti più capaci, belli o dotati. Grazie a questo ragionamento una donna diventa appetibile in maniera direttamente proporzionale alla sua ignoranza e inesperienza; peccato che a scopare s’impara facendo pratica.

Qualunque uomo sa che le diciottenni sono bellissime ma ci fai sesso a cinque stelle, sono pura incapacità e impreparazione. Se provi una quarantenne alla fine devi guardare la carta d’identità per ricordarti come ti chiami. L’esperienza è un pregio, se quando muoio finisco tra 92 vergini significa che sono all’inferno e Dio mi ha punito. Scusa, devo convincere 92 vergini a fare anal, mentre ognuna di loro è gelosa dell’altra e vuole sapere chi è la migliore? Imparo l’aramaico solo per riuscire a bestemmiare in maniera più comprensibile.

Io non voglio 92 vergini, voglio 92 Stoya.

Il mito che le tr§ie non si sposino, poi, è l’apoteosi della bagigiata. Ascoltarla è come buttare un petardo in un bagno chimico al concerto dei Manowar, emergono le stesse argomentazioni. Semmai non sposi le fighe di legno. Quelle tanto belle su Instagram a cui le bigottomamme hanno insegnato a concederla soltanto a Paul Newman coi soldi di Bilzerian, lo scroto di Siffredi, il cervello di Elon Musk e l’altezza di Kobe. Risultato, milioni di poverette finiscono a bere Minias circondate da gatti e a scrivere su Facebook che gli animali sono meglio delle persone.

E postare foto di cadaveri squartati con vari pretesti

Le tr§ie si sposano sempre, basta contare i loro figli per strada.

È il retaggio colpevolizzante e bigotto che affligge questo paese che le Tiziana Cantone invece di essere dichiarate patrimonio dell’UNESCO finiscono impiccate a una trave. Gli insulti e le minacce passano; quello che ti resta dentro è la sensazione di essere malata, sbagliata, corrotta; l’idea che nessun uomo si potrà mai innamorare di te perché ti piace il sesso.

Solo in Italia le donne invece di dire che vogliono farsi una trombata en passant sono costrette a dire che amano viaggiare, il buon vino e la buona cucina. Perché? Perché altrimenti arriva uno a insultarle.

Gli adolescenti scopano. Ad alcune donne piace darla, ad altre no. Alcune ci capitalizzano, alcune lo fanno per diporto. La rovina delle adolescenti non viene da Ariana Grande che gli suggerisce l’esistenza del sesso, semmai viene da genitori che non gli dicono di usare il goldone.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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