Il Termometro Politico intervista l’Onorevole Ignazio Abrignani.

Pubblicato il 5 Agosto 2009 alle 20:49 Autore: Salvatore Borghese
Il posto delle cose

Come valuta il calo nel Sud e nelle Isole (in totale – 1.600.000 voti circa) alle ultime elezioni europee, e che spiegazione ne dà?

Anzitutto si deve premettere che il PdL conserva il ruolo di primo partito anche nei Collegi Italia meridionale e Italia insulare. In termini assoluti il risultato ha visto una diminuzione, se vogliamo anche consistente, di voti attribuiti alla lista, ma questa tornata elettorale è stata caratterizzata da un fortissimo astensionismo come detto nella precedente risposta. Nell’analisi ci siamo soffermati sulle cause di questo astensionismo e soprattutto nelle regioni meridionali è stato consistente. I motivi, Sardegna nel 2004 si è votato anche per le Regionali, ed in una regione speciale quindi con una forte caratterizzazione ragionalista, simili elezioni sono molto sentite; ricordo che la Regione Sardegna è amministrata da una nuova giunta di Centro destra dopo l’implosione della precedente maggioranza di Centro sinistra. In Abruzzo c’è stato il terremoto. Sarebbe semplicistico dire che il 6 e 7 giugno erano giornate di bel tempo. Non voglio nascondere che un qualche malessere ha influenzato la scelta degli elettori, soprattutto per la percezione che l’attività del Governo sia più in linea con il programma politico della Lega Nord, il dato significativo è che un po’ di elettori che avevano votato nel 2008 PdL quest’anno hanno disertato le urne; è un elettorato che non dobbiamo riconquistare perché non ha fatto una diversa scelta, lo dobbiamo motivare a ritornare al voto.

Alle amministrative, sempre nel Mezzogiorno, c’è stato un importante trasferimento di voti dal PdL alle liste civiche, ed in molti casi anche all’MpA; che ruolo ha questo trasferimento di voti nella rivendicazione di alcuni esponenti del centrodestra locale della necessità di un “partito del Sud”?

Vorrei dare una lettura un po’ diversa dalla mera logica dei numeri. Interpreto la diffusione delle liste civiche come una risorsa per il Centro destra. Nelle realtà più piccole a volte è più semplice aggregare su temi locali e specifici grazie a liste civiche; nei comuni sopra i 15.000 abitanti e nelle province dove è in vigore il sistema del doppio turno, si cerca di massimizzare l’impegno di tutti anceh con liste che si richiamano al candidato sindaco o presidente o a realtà politiche minori. Poi c’è il PdL che nasce per semplificare il quadro politico e che è la risultante di almeno 7 movimenti e partiti con un bagaglio di tradizioni, di valori, di storia.
Se prima si presentavano le liste di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, adesso la lista è unica, capita che gli esclusi vogliano massimizzare il risultato politico della coalizione con un loro apporto personale, ecco che abbiamo consentito la nascita di liste di appoggio. In altre occasioni alcuni partiti di grande e lunga tradizione conservano ancora un radicamento in qualche territorio: sarebbe sbagliato non tenerne conto, sarebbe sbagliato non includere ed aggregare. Il risultato è quindi complesso, si dovrebbe guardare non solo il risultato elettorale del PdL, ma quello dei candidati a Presidente di Provincia o a Sindaco.
Per quanto riguarda l’MPA i riusltati positivi sono giunti dalla Sicilia, dove come sapete la realtà è abbastanza complessa e la contrapposizione è stata aspra soprattutto per le note vicende della formazione della nuova giunta regionale. Mi pare che però per le elezioni europee il raggruppamento del MPA e degli altri partiti non abbia raggiunto l’obiettivo del superamento della soglia di sbarramento.
La necessità di un partito del sud non è la risposta alla forma partito PdL, ma alla politica del governo, tant’è che appena il Presidente Silvio Berlusconi ha reso pubblico il programma per il Sud la richista di partito del sud si sia ridimensionata notevolmente.

 

Salvatore Borghese

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L'autore: Salvatore Borghese