Elezioni Emilia Romagna, una regione forte, ma può non bastare al PD

Pubblicato il 8 Novembre 2019 alle 12:24 Autore: Gianni Balduzzi

Elezioni Emilia Romagna: le variabili economiche che potrebbero influire sul voto di gennaio. Una regione forte che però ha perso dei primati

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Elezioni Emilia Romagna, una regione forte, ma può non bastare al PD

Le elezioni in Emilia Romagna sembrano essere diventate un test nazionale, sia per i media, che per gli elettori che ovviamente per le forze politiche

L’eventuale sconfitta del centrosinistra in una delle regioni roccaforte sarebbe un colpo forse fatale per il governo, dopo la vittoria del centrodestra in Umbria.

In Umbria appunto il risultato sembrava già scritto a guardare i dati delle Europee, ma soprattutto il declino economico subito negli ultimi anni, nonché gli scandali che hanno coinvolto la giunta uscente.

In Emilia Romagna la situazione appare diversa e la lotta appare più serrata.

C’entra come sempre anche l’economia.

Il reddito pro capite emiliano è da sempre maggiore di quello italiano, e non di poco: 22.463 euro a testa contro 18.505.

Però se la differenza oggi è di poco meno di 4 mila euro prima della crisi si è arrivati oltre i 4500.

Il ritmo di crescita del reddito è stato quindi leggermente inferiore di quello nazionale, soprattutto perchè la popolazione è aumentata di più.

Ma soprattutto si nota la differenza con la Lombardia, che ha colmato quel gap che negli anni 2000 la teneva lontana dall’Emilia Romagna. Oggi sostanzialmente le due regioni sono appaiate, anche perché il reddito emiliano è sceso di più durante la crisi.

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Elezioni Emilia Romagna, influirà la forza dal lato del lavoro?

Il primato emiliano però forse ancora più del reddito ha riguardato l’occupazione. Da sempre maggiore di quella italiana e anche del Nord. Oggi il tasso d’occupazione rimane dell’11,4% superiore a quello italiano.

Il problema è che era così già 10 anni fa, mentre al Nord e ancora di più in Lombardia il vantaggio sul resto d’Italia è cresciuto.

Al Nord si è passati da un +7,1% nel 2004 a un +9,2% nel 2018, in Lombardia da +7,6% a +9,6%.

Il risultato è anche che oggi l’Emilia Romagna si lavora di più che in Lombardia, ma il gap è andato man mano diminuendo.

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Differenza dal tasso d’occupazione italiano

Questa è anche la dimostrazione di come la ripresa abbia premiato una parte relativamente ridotta d’Italia come Milano e dintorni o il Trentino Alto Adige, mentre l’Emilia Romagna è rimasta un’area di mezzo.

Oggi l’Emilia Romagna ha infatti ceduto al Trentino Alto Adige la palma di regione con maggiore tasso d’occupazione, mentre nel 2004 era prima.

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La situazione è quindi mista. Non si è consumata la tragedia economica che ha colpito il Sud, con l’occupazione ulteriormente in calo.

L’Emilia Romagna rimane tra le aree economicamente più forti del Paese, ma ha perso punti verso i veri vincitori della ripresa, appunto Milano e Trentino.

Anche per questo chi ha sempre governato in regione non può dormire sonni tranquilli.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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