Ordine di allontanamento o daspo urbano: cos’è, finalità e chi lo impartisce

Pubblicato il 23 Novembre 2019 alle 08:00 Autore: Claudio Garau

Ordine di allontanamento o daspo urbano: di che si tratta e qual è la finalità concreta di questo provvedimento. Chi può emanarlo, verso chi e in quali casi

Ordine di allontanamento o daspo urbano: cos'è, finalità e chi lo impartisce
Ordine di allontanamento o daspo urbano: cos’è, finalità e chi lo impartisce

Forse non tutti sanno che, secondo la legge italiana attuale, l’ordine di allontanamento oggi non vale più soltanto per gli stranieri extracomunitari che commettono qualche infrazione, ma anche – potenzialmente – per tutti i cittadini italiani e la collettività in generale. Insomma, oggi il campo di applicazione di questo istituto è potenzialmente molto più ampio. Vediamo allora quali sono i tratti caratteristici di tale provvedimento, chiamato anche “daspo urbano”, ovvero una versione estesa a vie e quartieri del cosiddetto “daspo sportivo” (il Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), previsto al fine di impedire reati e violenze nei luoghi sede di avvenimenti sportivi.

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Ordine di allontanamento: perché?

L’ordine di allontanamento è un comando che risulta utile laddove una semplice multa, ovvero una sanzione pecuniaria, non sia sufficiente ad impedire che una data violazione di una norma di legge, si ripeta in futuro. Che cos’è quindi in concreto un ordine di allontanamento?

Esso è un provvedimento emesso dall’autorità di pubblica sicurezza ovvero il questore ma non solo, in ragione dei rischi connessi alla commissione di una certa infrazione amministrativa. In pratica, il soggetto destinatario del provvedimento, detto anche “daspo urbano”, in quanto adottato in contesti tipicamente metropolitani, è obbligato a non fare più accesso ai luoghi e aree definite nell’ordine di allontanamento stesso.

Fonte normativa di riferimento, in materia, è il decreto legge n. 14 del 2017, relativo a nuove misure per la sicurezza urbana. La finalità di tale istituto è quella di combattere e prevenire con efficacia il verificarsi di determinati tipi di illeciti compiuti, generalmente, per le vie o nei quartieri cittadini, in cui – è ben noto – il tasso di criminalità è mediamente più alto che nelle aree extraurbane.

Ordine di allontanamento: quando scatta?

Il provvedimento, detto ordine di allontanamento, scatta, secondo la legge, in tutti i casi in cui qualcuno renda di fatto difficoltoso o sia d’intralcio o ostacolo nei luoghi di transito o comunque impedisca il libero utilizzo e fruizione degli spazi pubblici, in quanto tali aperti a tutta la collettività. Ma quali sono, in dettaglio, i comportamenti che portano all’emanazione dell’ordine di allontanamento?

Ebbene, si tratta di tutti quelle condotte o azioni che, in qualche modo, danneggiano il decoro urbano e la normale fruibilità dei luoghi come giardini, panchine, viali ecc. Ad esempio, i casi di accattonaggio molesto con disturbo dei passanti, parcheggio abusivo, ubriachezza molesta, prostituzione e commercio con bancarelle non autorizzate, sono tutti forieri di questo tipo di provvedimento.

Pertanto, sebbene non sempre si tratti di specifiche violazioni o infrazioni di regole normative, sono comunque messe a rischio, in varia misura, la sicurezza, il decoro e l’ordinario utilizzo e mobilità in vie, piazze, parchi e quant’altro faccia parte dello spazio pubblico: ecco perché risulta doveroso l’ordine di allontanamento.

Chi lo emana e quale contenuto ha

La normativa vigente non impone che il soggetto deputato a provvedere sia il solo questore: infatti, l’ordine di allontanamento può essere disposto da ogni organo che accerti l’infrazione e il possibile pericolo per la sicurezza e la fruibilità degli spazi pubblici. Pertanto – viste anche le ragioni di urgenza che lo giustificano – sono autorizzati ad emanarlo, in modo immediato, anche i comuni poliziotti, senza obbligo di essere ufficiali.

Sul piano dei contenuti, l’ordine di allontanamento contiene l’obbligo di non fare accesso e di abbandonare il luogo in cui è stata compiuta l’infrazione (ad es. ubriachezza molesta), per un massimo di 48 ore, ovvero 2 giorni. Data la sua durata minima e la sua portata circoscritta, tale ordine non va convalidato da alcun giudice o altra autorità, e può quindi da subito dispiegare i suoi effetti.

Tuttavia, sarà obbligo dell’organo che lo emette, scrivere le motivazioni dettagliate per le quali l’ordine di allontanamento è adottato, nonché segnalare i luoghi vietati per 48 ore. Tale dettaglio è necessario, in quanto la violazione dell’obbligo in oggetto, comporta il pagamento di una multa fino a 600 euro.

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I poteri speciali del questore

Si è accennato che il questore non è il solo soggetto cui è consentito emanare l’atto, tuttavia tale figura ha altri rilevanti poteri in materia. Infatti, nell’ipotesi in cui – a carico di un dato individuo – siano sussistenti molteplici segnalazioni da parte della polizia e concreti rischi per la sicurezza, egli potrà decidere per l’emanazione del più rigoroso divieto di accesso o per la richiesta di applicazione di una misura di prevenzione personale (ad es. il foglio di via).

Il divieto di accesso, in particolare, comporta che il destinatario non abbia diritto ad entrare nei luoghi e aree individuate dal provvedimento, per un periodo non superiore a sei mesi, secondo modalità e motivazioni cui al questore spetta dare dettaglio nell’atto.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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