Perché i cani leccano i piedi? e altre domande importanti

Pubblicato il 24 Dicembre 2019 alle 00:09
Aggiornato il: 3 Gennaio 2020 alle 18:36
Autore: Nicolò Zuliani
Perché i cani leccano i piedi? e altre domande importanti

Perché sono bestie ottuse e nescenti, amico mio. I cani sono il miglior amico dell’uomo perché non capiscono niente, sono felici quando il loro schiavista appare per castrarli e il massimo della gioia è portarli fuori a strofinare il naso sulle pisciate degli altri cani. T’incuriosisce sapere perché leccano i piedi? È probabilmente la cosa più normale che fanno. Ci sono persino uomini che si eccitano a fare la stessa cosa, capisci bene che è forse il loro apice d’intelligenza.

Le ricerche scientifiche lo hanno dimostrato

È stata dura, ma quattro studenti fumati di un’università americana dove ancora non c’è stata una sparatoria si sono messi a osservare i loro cani per tre anni e dopo una lunga serie di prove empiriche hanno capito che sulla loro lingua sono presenti delle magiche vibracole multiversiche in grado di captare i sapori, una sorta di test del carbonio 14 per bestie idiote.

In pratica leccano per sentire se camminando hai calpestato gli escrementi del carlino della porta a fianco o del dobermann in fondo all’isolato. Degustano le prelibatezze intestinali dei loro simili e da questo sanno se stanno bene, se sono in calore, o se il loro padrone li ha fatti evirare.

“Senti che delizia, somiglia ai piedi di Renato”

Questo non lo dicono su Lilli e il Vagabondo

Eppure è una grande, tragica scoperta. Certo, nemmeno su Topolino dicono che le papere sono stupratrici seriali col pene a cacciavite, dopotutto sono favole per bambini. Ma allora com’è che negli anni ’80 andava bene un robot sventrasse animali con una spada? Alla fine siamo cresciuti relativamente normali, e su Lady Oscar gli stupri erano parte della sceneggiatura. Sto divagando, lo so. Ma dopotutto tu stai cercando di capire perché il tuo cane lecca i piedi, quindi in questo gioco siamo in due.

Hey Paperina, stasera SDRAAAAAAN

Ti racconto una storia

Io prima di finire a scrivere nei siti avevo un blog di discreto successo, e una volta ho fatto l’errore di andare a vedere le parole che la gente scriveva su Google per trovarmi. Non ho dormito per tre giorni, perché avevo capito che da qualche parte c’era un poliziotto della Digos che leggeva il mio blog a caccia di contenuti innominabili e mi aspettavo da un momento all’altro la finestra esplodesse in una fontana di schegge e uno del NOCS mi urlasse di stare con la faccia a terra.

Eppure cercavo solo di rispondere alle domande che la gente mi faceva, che comunque non erano stupide come questa.

Discorsi da ubriaco, dirai tu

Forse, amico mio, forse. Eppure sei ancora qui che leggi e se vogliamo guardarla dal punto di vista filosofico, è stato comunque meglio che scrollare gente che si pesta su Facebook.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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