L’evoluzione della forma-partito

Pubblicato il 3 Febbraio 2010 alle 11:33 Autore: Fabio Ronchi

Oltre alla sfiducia dilagante nella classe politica ed alla maggiore facilità di circolazione delle informazioni, garantita dalle nuove tecnologie mediatiche, ad accrescere la necessità di un rapporto più diretto tra cittadini e politico troviamo l’affermazione del principio di cittadinanza attiva, la costituzione in soggetto autonomo dell’opinione pubblica e infine il fortunato esperimento di alcune riforme istituzionali come l’elezione diretta dei sindaci e degli amministratori locali.

 

Questa serie di cambiamenti ha avuto come conseguenza, da un lato, l’avvento del processo di personalizzazione della politica, che ha comportato la crescita di importanza dei leader e dei personaggi con buone doti comunicative; dall’altro, l’adeguamento dei registri comunicativi dei partiti alla sintassi dei mezzi di comunicazione di massa. Inutile negarlo, si è affermato il modello del “partito personale”, una forma di partito-persona, partiti che si identificano nel loro leader e riescono così ad apparire più credibili agli occhi di segmenti significativi di opinione pubblica italiana.

Si tratta ovviamente della storia di Forza Italia, ora Pdl, di Silvio Berlusconi, dell’Italia dei Valori con Antonio Di Pietro e della Lega Nord con Umberto Bossi; partiti che sembrano non avere vita autonoma da quella del proprio leader.

 

Il leader moderno soddisfa le esigenze di visibilità, velocità e protagonismo, imposte dai mass-media nella contemporaneità e la ricerca del consenso si sposta così da una adesione ideologica a un rapporto personale, instaurato con il telespettatore-elettore, nel corso di frequenti apparizioni televisive. Nelle motivazioni di voto, un ruolo crescente è giocato dal rapporto fiduciario con il leader, dove il corpo e il fisico del politico, per lungo tempo taciuti e nascosti, riconquistano ora un improvviso protagonismo.

 

Qualche anno fa, registrando i primi segnali di una sempre più rilevante importanza dell’immagine nello status dei leader, Neil Postman commentava: «La Costituzione americana non lo dice, ma nessun ciccione potrebbe oggi concorrere per un alto incarico pubblico. Neanche un calvo potrebbe. Come pure nessuno che la cosmesi non riesca a rendere telegenico».

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