Contributi Inps e omessi versamenti: ecco le conseguenze penali

Pubblicato il 10 Marzo 2020 alle 13:30 Autore: Daniele Sforza

L’omesso versamento dei contributi Inps porta a conseguenze penali e, se sì, quali sono precisamente? Andiamo a dare una risposta.

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Contributi Inps e omessi versamenti: ecco le conseguenze penali

In caso di omessi versamenti dei contributi Inps applicati alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti ci possono essere delle conseguenze penali e, in caso affermativo, quali sono? A questa domanda ha risposto l’avvocato Salvatore Cirilla sul sito La Legge Per Tutti.

Contributi Inps e versamenti omessi: quali sono le conseguenze penali

Nella consulenza si legge che in caso di omesso versamento dei contributi Inps, superata la soglia di 10.000 euro annui, spunta il reato di cui all’art. 2 comma 1-bis del DL n. 463/1983, indipendentemente dal numero delle mensilità inevase. Qui troviamo scritto quanto segue: “L’omesso versamento delle ritenute di cui al comma 1 è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a lire due milioni. Il datore di lavoro non è punibile se provvede al versamento entro il termine di tre mesi dalla contestazione o dalla notifica dell’avvenuto accertamento della violazione”.

Omessi versamenti contributi Inps: la causa di forza maggiore

Il rappresentante legale dell’azienda, secondo Cirilla, “potrebbe invocare l’assoluta impossibilità di adempiere il debito di imposta, quale causa di esclusione della responsabilità penale, a condizione che provveda ad assolvere gli oneri di allegazione concernenti sia il profilo della non imputabilità a lui medesimo della crisi economica che ha investito l’azienda, sia l’aspetto dell’impossibilità di fronteggiare la crisi di liquidità tramite il ricorso a misure idonee, da valutarsi in concreto”. Fondamentale sarà la prova di aver effettuato tutte le azioni possibili all’adempimento, sebbene alla fine sia risultato impossibile rispettare le obbligazioni tributarie, e quindi poter invocare una causa di forza maggiore.

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Quest’ultima è valida solo nel momento in cui il fatto che non abbia consentito l’adempimento dell’obbligo tributario non dipenda in nessun modo dalla volontà o da fatti imputabili al datore di lavoro. In ogni caso, rende noto il legale, “in caso di esito negativo del processo, se il rappresentante legale non ha precedenti, potrà sicuramente beneficiare delle circostanze attenuanti e così ottenere la sospensione della pena”. A rispondere dell’omesso versamento dei contributi sarà chi era legale rappresentante della società nel momento in cui è sorto il debito.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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