La gauche è tornata!

Pubblicato il 7 Maggio 2012 alle 22:50 Autore: Matteo Patané
gauche

Secondariamente, l’incremento dei voti socialisti è stato superiore alla diminuzione del numero totale dei votanti. Questo secondo dato è particolarmente importante nella valutazione del flusso in uscita da Sarkozy. Naturalmente capire i reali flussi dei voti da e per i due candidati e l’astensione è possibile solo tramite interpolazioni statistiche e con un certo margine di errore, tuttavia simili cifre offrono la certezza matematica che i voti in uscita da Sarkozy sono andati in misura maggiore verso Hollande che verso l’astensione. Si tratta forse dell’elemento cruciale di questa elezione presidenziale, che evidenzia un reale spostamento verso sinistra dell’elettorato.

Distribuzione geografica del voto
elezioni presidenziali 2007 – 2012

L’analisi geografica del voto su base regionale non fa che confermare la tendenza che la tabella a livello nazionale aveva già inquadrato: al di là dei pur numerosi pick-up da destra a sinistra (Basse-Normandie, Bourgogne, Guyane, Haute-Normandie, Ile-de-France, Languedoc-Roussillon, Nord-Pas-de-Calais, Pays-de-la-Loire, Picardie, Wallis-et-Futuna) a fronte della sola Mayotte conquistata da Sarkozy, quello che si nota è un generalizzato e diffuso spostamento verso sinistra che contempla, con l’eccezione di alcuni territori d’oltremare, l’intera Francia.

Variazione ballottagio 2007 – ballottaggio 2012

Sarkozy cede a Hollande in media il 4,5%, con una deviazione standard su base regionale del 5% circa; questo valore denota una certa uniformità sull’intero territorio nazionale, a riprova della non sussistenza di fattori locali che possano aver condizionato l’elezione, quanto piuttosto di un desiderio comune all’intero Paese di voltare pagina.

Hollande è dunque Presidente della Repubblica.
Al termine del primo turno il risultato era facilmente prevedibile, e anche l’entità del vantaggio ottenuto rispecchia in maniera piuttosto fedele i rapporti di forza tra primo e secondo turno già sperimentati nel 2007. Vi è anzi da dire che Sarkozy al ballottaggio si è comportato in maniera più efficace rispetto a Royal cinque anni prima, rosicchiando al suo rivale circa un punto di svantaggio rispetto alle previsioni più accreditate.
La Francia, in generale, ha dimostrato di non avere paura. Quando Mitterand venne eletto la prima volta nel lontano 1981 le borse segnarono perdite a due cifre, e Sarkozy in campagna elettorale aveva espressamente additato questo pericolo per tentare un ultimo, disperato, recupero. La Francia ha invece scelto l’orgoglio di non piegare la propria scelta democratica alle logiche del mercato.
E questa, più di ogni altra cosa, è ora la grande responsabilità di Hollande. Il popolo francese ha scelto Hollande malgrado non fosse il candidato prediletto dal gotha della finanza mondiale, e anzi è possibile che questo ruolo abbia alla fine agevolato il successo del candidato socialista, conferendogli un’aura anti-sistema e anti-mercato che – considerata la gravità della crisi economica – non può che avergli portato ulteriori voti. Hollande ha ora il difficile compito di rispondere ai milioni di cittadini che gli hanno accordato fiducia anche per questo bisogno di riscrittura delle regole dell’economia capitalista contemporanea, per la necessità di un’elasticità dei mercati fino a qui sepolta in un rigorismo che per quanto condivisibile eticamente sta lentamente uccidendo l’economia europea.
Solo dopo le legislative di giugno sarà però possibile capire quali saranno i reali poteri di cui disporrà il nuovo Presidente, se potrà contare su un governo amico oppure se sarà costretto ad un’estenuante coabitazione, in grado di uccidere nella culla il sogno, che ora scalda i cuori di così tanti progressisti in tutto il Vecchio Continente, di un rinnovamento europeo.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
Tutti gli articoli di Matteo Patané →