I detrattori dell’Italia pare non sappiano usare il telecomando

Pubblicato il 1 Aprile 2020 alle 18:49 Autore: Nicolò Zuliani

Niente come la bellezza chiama calci, chissà come mai.

Dopo l’articolo sugli albanesi e quello in cui mettevo in luce le belle – e commoventi – storie che stanno spuntando durante la quarantena, mi hanno scritto in parecchi con toni tutt’altro che pacati per dirmi che no, l’Italia è un paese di, guarda questo che schifo, guarda quello che miseria, guarda che scandalo questa storia, indignati per quest’altra cosa. Tutto condito dall’eterno “itaGLiani”, storpiatura lessicale che fin dagli anni ’90 piace tantissimo a chi in casa non ha bisogno di due librerie.

Scrivendo in Internet dal 2006 ho imparato presto come il brutto venga osannato e il bello sfregiato, perché il primo è comune e il secondo raro: nessuno prende a calci la merda dei cani, viceversa distruggere i castelli di sabbia fa sentire potenti.

Con la quarantena miliardi di persone impiegano il loro tempo guardando tutorial che insegnano a cucinare, dipingere, cucire, fare bricolage, prendersi cura delle piantine in vaso – o i fortunati, in giardino. Altri leggono quello che avevano sul comodino da mesi, altri ne approfittano per sistemarsi il guardaroba o l’arredamento. Aumentano la media di amplessi sessuali per gli anni a venire. Facebook e Instagram tracimano di pagine dedicate ad arte, storia, cultura, arredamento; non importa quale sia la passione o l’interesse che ha qualcuno, troverà una comunità di gente come lui.

E lo può fare chiunque, gli basta muovere il mouse e fare click.

Sono io a scegliere se fare quanto sopra o passare le giornate a indignarmi, o a vedere il lato brutto della quarantena, del mio popolo, della classe politica. Non serve essere speciale, basta usare il telecomando. Ho amici che mi domandano se ho visto o sentito cos’ha detto Salvini. No. Non lo seguo e ho silenziato tutti quelli che lo screenshottano ““per criticarlo””; come me lo fanno milioni di persone.

Quelli che si lamentano delle brutture nella cronaca o in Internet è come avessero comprato un televisore per tenerlo sintonizzato sullo 0. Capisco vedano tutto nero, quello che non capisco è perché non cambiano canale: non è che stanno ammanettati davanti al monitor col blefarostato. Soprattutto non capisco perché s’incazzano con chi guarda altri canali e vede altri colori.

Mi è inspiegabile, davvero.

Eppure sono capaci di scrivere veri e propri Wall Of Text per sfregiare una storia positiva. Per convincere l’autore e gli altri lettori che in realtà tutto è miseria, tristezza, corruzione e desolazione non esitano a impiegare l’intero pomeriggio. Un commento dopo l’altro fanno 12,000 battute come niente. È stranissimo. Se a me non piace il calcio non guardo 90 minuti di partita per poi andare nei forum di tifosi e passare il tempo a parlare di calcio e convincerli che il calcio fa schifo: vado a un match di polo e tanti saluti.

Quindi quando qualcuno s’impegna a convincere tutti che l’Italia è il paese di pulcinella eccetera eccetera, forse ha solo un gran bisogno di sentirsi dire che non è così.

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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