Quali lavori scompariranno dopo la fine della quarantena in Italia

Pubblicato il 8 Aprile 2020 alle 19:02 Autore: Giuseppe Spadaro

Quarantena in Italia dai tempi ancora incerti: nel frattempo cresce la preoccupazione per i danni economici e per lavori che rischiano di scomparire.

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Quali lavori scompariranno dopo la fine della quarantena in Italia

Quarantena – Il periodo che stiamo attraversando legato ai contagi da coronavirus indubbiamente cambierà molte nostre abitudini. Ma oltre al cambio di abitudini quotidiane e all’emergenza sanitaria ancora in corso, c’è un impatto economico che si farà sentire in Italia come negli altri Paesi (qui il nostro articolo sul decreto imprese presentato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo scorso 6 aprile 2020). Difficile quantificare i danni ma è possibile fare alcune considerazioni circa attività che risentiranno più di altre della pandemia.

Quarantena – Cosa cambia in alcuni settori delle vendite

È per esempio il caso dei venditori porta a porta che probabilmente dovranno attendere ancora molto prima di riprendere la loro attività. Infatti la tipologia del loro lavoro prevede un passaggio casa per casa con la proposta di vendita di prodotti tipo come ad esempio l’aspirapolvere. Il timore del contagio chiaramente rappresenterà, a lungo, un oggettivo ostacolo al normale svolgimento dell’attività. E si tratta di lavoratori che – non si sa appunto per quanto tempo – non avranno alcun reddito.

Cosa cambierà in futuro?

In un articolo pubblicato dal Corriere il direttore commerciale di Folletto (azienda leader nella vendita di aspirapolveri) Fabio Leoni ha fatto il punto della situazione: “Appena partito il piano di emergenza abbiamo bloccato l’attività di vendita e abbiamo rispettato le disposizioni di legge. Ma non si sa perché i 40 mila venditori che ci sono sul territorio nazionale sono stati completamente esclusi da tutti gli aiuti previsti dal governo e persino dal bonus dei 600 euro. Una grave ingiustizia: hanno pensato a chi lavora in nero, a chi ha il reddito di cittadinanza ma a chi lavora onestamente no”.

Il problema occupazionale e del futuro lavorativo nel dopo-quarantena riguarda anche venditori di altri settori come per esempio chi si occupa di prodotti per la casa venduti con la tecnica porta a porta e basato sulle dimostrazioni in casa. Altra attività che sarà compromessa per non si sa quanto tempo. Come è avvenuto per la didattica scolastica potrebbero venire in aiuto gli strumenti tecnologici. Non a caso ormai sono sempre più familiari chiamate tramite whatsapp, zoom, teams, skype e altri.

Si impone dunque il punto del futuro occupazionale di moltissimi lavoratori. Si potrà ricercare una mediazione tra l’attività online ed il ruolo del venditore che magari sarà chiamato a modificare la propria tecnica di vendita. Molto più facile a dirsi che a farsi. Sempre Leoni al Corriere ha aggiunto: “Ora, se non sarà possibile fare la presentazione, ci attrezzeremo per la dimostrazione online ma siamo ancora lontani dall’ecommerce e dal modello amazon. Le presentazioni ci saranno ancora ma saranno più brevi, doteremo di mascherine e guanti i nostri venditori e così via”.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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