Legge “bavaglio” alla polacca. I giornali protestano

Pubblicato il 10 Maggio 2012 alle 21:11 Autore: EaST Journal

Breve storia della “legge bavaglio”

Il progetto attualmente all’esame della commissione legislativa del Senato fa seguito a una sentenza della Corte Costituzionale polacca del dicembre del 2010 (che faceva a sua volta seguito a un’altra sentenza del 2004), che dichiarò incostituzionali gli articoli dell’attuale legge polacca sulla stampa relativi all’obbligo di rettifica e/o replica. La legge tuttora in vigore permette sia la rettifica che la pubblicazione di una replica da parte dell’interessato (nel caso che sia stato leso nel proprio buon nome da un articolo contente affermazioni false o tendenziose).

Secondo i giudici costituzionali,tale legge non regolava in modo sufficientemente chiaro il funzionamento delle due opzioni. L’alta Corte cassò quindi gli articoli definendoli troppo imprecisi e atti a creare insicurezza giuridica, ma rimandò l’entrata in vigore della propria sentenza di 18 mesi (che scadono il prossimo 14 giugno), affinché il Parlamento potesse approvare degli emendamenti scegliendo una delle due opzioni (la rettifica o la risposta).

L’impressione generale fino a qualche settimana fa era che si andava verso un sistema che prevedesse solo la rettifica. Una soluzione, questa, che incontra il favore sia delle associazioni di giornalisti che dei gruppi di difesa dei diritti dell’uomo. Non erano mancati negli ultimi mesi, però, i gridi di allarme di coloro che, come Piotr Rogowski, temevano che: “con il pretesto di cambi cosmetici nella legge sulla stampa i politici ci rifilino una drastica limitazione del diritto di critica”. Questo é esattamente quello che, secondo molti, starebbe succedendo. L’editorialista di Gazeta Wyborcza Ewa Siedlecka ha accusato i senatori di avere approvato un progetto che serve i loro interessi e viola la Costituzione.

I rischi della riforma

Vi é una quasi unanimità in Polonia sul fatto che sono necessari cambi nella legislazione vigente al fine di semplificarla e chiarirla. Questa riforma é resa ancora più urgente dal fatto che la sentenza della Corte Costituzionale ha creato, come ha sottolineato il giurista Adam Bodnar della Fondazione Helskinki : “una situazione difficile da accettare. Un tribunale può condannare qualcuno sulla base di un diritto che é contrario alla Costituzione”. In marzo la Fondazione Helsinki affermava che in Polonia vi erano varie centinaia di processi in corso, non solo civili ma anche penali, contro giornalisti per il non rispetto dell’obbligo di rettifica e/o replica. Da anni, del resto, il ministero della cultura polacco lavora a una riforma della legge, anche al fine di completarne la “zdekomunizowania” (de-comunistizzazione), cioé l’eliminazione degli ultimi retaggi del diritto dell’era comunista. A questi elementi si deve sommare il dossier sempre aperto della Televisione Pubblica, la TVP, che necessiterebbe di una profonda riforma. Urge inoltre l’approvazione di norme che sanzionino con più forza le discriminazioni e l’incitazione all’odio al fine di evitare la ripetizione di sentenze come quella che, lo scorso febbraio, vide assolti il vignettista Andrzej Krauze, l’editorialista (ora deceduto) Maciej Rybiński, e il giornalista cattolico Tomasz P. Terlikowski, che in una serie di articoli avevano comparato l’omosessualità alla zoofilia (su questa sentenza si può vedere questo mio articolo, in spagnolo).

Queste riforme, però, non debbono mettere in pericolo uno dei più grandi successi della giovane democrazia polacca, la sua stampa libera. Una stampa che, oltre ad essere di altissima qualità, é anche un esempio di libertà d’informazione e critica per tutti i paesi della Regione.

Pubblicato su EastJournal

di Eitan Yao

L'autore: EaST Journal

East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso, fatto da giovani e senza fini di lucro. East Journal è una testata registrata presso il Tribunale di Torino, n° 4351/11, del 27 giugno 2011. I contenuti sono condivisi con Termometro Politico grazie alla partnership nata da marzo 2012 tra le due testate giornalistiche. Il nostro obiettivo è quello di raccontare la “nuova” Europa, quella dell’est, che rappresenta il cuore antico del vecchio continente. La cultura e la storia ci insegnano la comune appartenenza. L’europeismo critico è dunque una nostra vocazione. Tra i nostri temi più cari figurano poi la tutela delle minoranze, l’analisi dell’estremismo di destra, la geopolitica energetica, il monitoraggio del crimine organizzato transnazionale.
Tutti gli articoli di EaST Journal →