Animali Notturni: recensione film su Netflix da vedere in quarantena

Pubblicato il 15 Aprile 2020 alle 19:26 Autore: Adriana Moraldo

Animali Notturni: la rencesione del capolavoro di Tom Ford da guardare in quarantena e disponibile sulla piattaforma Netflix.

Animali Notturni: recensione film su Netflix da vedere in quarantena
Animali Notturni: recensione film su Netflix da vedere in quarantena

Energia vitale che esplode in tutta la sua forza, violenza. Ferite impossibili da rimarginare e un presente grigio, algido dove i ricordi riecheggiano tra le stanze vuote e prive di calore. Ambizione, rivalsa, disperazione silenziosa e lacerante consapevolezza di aver deturpato, calpestato, fatto a pezzi ciò che avevamo di più caro.

Animali Notturni è tutto questo ma non solo. È lo strazio di un amore brutalizzato, annichilito, è il dubbio, il lutto, la solitudine, il giusto castigo. La straordinaria bellezza della fotografia e la ricchezza di contenuti rischia di disorientare il fortunato critico che nel descrivere l’opera può facilmente perdersi tra i numerosi spunti di riflessione che quest’ultima offre. Bisogna quindi procedere con ordine e analizzare con estrema attenzione i diversi livelli narrativi.

Animali Notturni: trama e recensione con spoiler

Il lungometraggio diretto da Tom Ford si apre con un’immagine dal forte impatto visivo: delle donne obese nude, o poco vestite, ballano e si dimenano con movenze esplicitamente provocatorie. La sequenza trascina immediatamente lo spettatore in un’atmosfera grottesca e dotata di un fascino quasi perverso. Scopriamo poi che le stravaganti danzatrici fanno parte di un’installazione artistica ideata dalla protagonista Susan Morrow, gallerista dallo sguardo triste e dal cupo make-up che mal si adatta ai suoi splendidi capelli rossi, pieni di vita. Apprendiamo che la ricca donna sta attraversando un momento di grande infelicità professionale e coniugale. Il marito, bello quanto freddo e distaccato, non ha tempo per la moglie che d’altra parte ben presto scopre l’infedeltà del compagno.

Interrompe la routine di Susan l’arrivo di un dono da parte di Edward Sheffield, suo primo marito e aspirante scrittore. Sono trascorsi oramai quasi due decenni da quando hanno preso strade diverse ma l’uomo si è sempre rifiutato di avere qualsiasi tipo di contatto con lei. L’ex partner è stato lasciato proprio per l’attuale coniuge della protagonista che anni prima ha anche abortito in segreto il loro bambino per velocizzare le pratiche di divorzio. Aperto il pacco, la donna estrae dalla busta l’inaspettato regalo che si rivela essere un romanzo. Immediatamente Morrow è attirata dal titolo dell’opera Animali Notturni, appellativo con cui Sheffield chiamava l’ex moglie a causa della sua insonnia. Susan viene catapultata nel travolgente mondo di finzione che racconta la storia di una tranquilla famiglia distrutta da un evento tragico e violento. Moglie, marito e figlia adolescente sono in viaggio in macchina quando un gruppo di criminali pervertiti manda fuori strada la loro vettura. Dopo una conversazione che reca già in sé il seme della follia e della futura brutalità degli eventi, le due donne vengono portate via, violentate e barbaramente uccise. Unico superstite dell’aggressione è l’uomo che, distrutto dalla perdita, è torturato dal senso di colpa e dal dubbio di non aver avuto la forza di opporsi a ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi. La narrazione del romanzo si alterna al presente in cui vediamo Susan aggirarsi tra immensi e lussuosi spazi vuoti, opere d’arte dal grande valore simbolico e ambienti che riflettono lo stato d’animo della protagonista.

Pagina dopo pagina la gallerista è sempre più coinvolta e turbata dalla lettura a tal punto da avere delle visioni. La narrazione termina con la vendetta del padre di famiglia che riesce ad uccidere il responsabile della morte di sua moglie e sua figlia salvo poi perdere egli stesso la vita. Conquistata dall’opera, Susan è divorata dal rimorso di non aver creduto fino in fondo nelle capacità di Edward considerando la sua sensibilità non fonte di forza ma debolezza. La donna allora invita a cena Sheffield che accetta di incontrarla. Giunge così l’ultima struggente scena del film: la gallerista si prepara per l’appuntamento spogliandosi finalmente di quel make- up cupo, specchio del suo umore e al ristorante attende con grande emozione l’uomo. Ora dopo ora il sorriso sul volto della donna si affievolisce e lascia spazio alla consapevolezza che Edward non si presenterà mai. La vendetta è compiuta: Susan è sola, circondata dai suoi imperdonabili errori.

L’estetica di Animali Notturni: la fotografia al servizio del concetto

Tom Ford, stilista che ha raggiunto la fama internazionale per aver curato il rilancio della maison Gucci, non ha di certo bisogno di presentazioni e il suo amore per il sublime permea tutto il lungometraggio. Una delle caratteristiche più affascinanti di Animali notturni è proprio la sua straordinaria bellezza anche nei momenti di grande crudeltà, senza però provare gusto o compiacimento per le violenze mostrate. In tutto il film domina il rosso nelle sue molteplici gradazioni. Il rosso del presente compare sullo sfondo, è un rosso dimenticato, sbiadito che ha lasciato spazio al blu, grigio e nero. Predomina poi il bianco asettico mentre la narrazione del romanzo si ammanta di un rosso scarlatto, di violenza ed orrore. Rosso infatti è anche il divano su cui vengono ritrovati i corpi senza vita delle due donne in un’opera d’arte di straziante e brutale bellezza. I flashback che raccontano la relazione tra Susan ed Edward mostrano un rosso acceso, quello della vita, della passione, delle illusioni non sconfessate.

L’estetica di Animali Notturni è parte integrante del discorso narrativo e specchio dello stato emotivo dei personaggi. Mentre infatti un regista come Wes Anderson attraverso i colori caldi e la perfetta simmetria delle immagini trascina lo spettatore in un mondo fatto di piccole, grandi gioie, dolci nostalgie e delicati sogni romantici, Tom Ford, tramite il medium visivo, ci restituisce come il suo collega una vasta gamma di sensazioni ma di tutt’altro tipo. Qui gli spazi geometricamente perfetti feriscono come una lama affilata il pubblico con tutta la loro crudezza e violenza passiva. Il presente di Susan è avvolto da una foschia trasparente che soffoca e devitalizza lentamente. Ne è la dimostrazione il fatto che la gallerista dichiara di non sentirsi ispirata oramai da tempo. Strettamente collegato alla perdita di amore per la sua professione creativa è l’insonnia che ora si mostra nella sua forma più aggressiva.

Sceneggiatura e colonna sonora del film

Se l’estetica è fortemente evocativa, la sceneggiatura non lascia spazio a conversazioni inutili. Così come gli elementi visivi, anche i dialoghi dei protagonisti spesso preannunciano l’esito finale della pellicola. Caratteristica straordinaria di Animali Notturni è la continua presenza di richiami e riferimenti ai diversi tempi della narrazione creando così un universo condiviso di significati ed emozioni.

Ad unire poi il racconto è anche la struggente colonna sonora a cura di Abel Korzeniowski, compositore polacco autore di una melodia che incide la nostra anima facendola a pezzi mentre ammiriamo sbigottiti il suo magistrale operato.

Animali Notturni: significati nascosti e spiegazione del finale

Animali Notturni è dunque una pellicola ricca di simboli e il destino stesso dei protagonisti è più volte annunciato tramite indizi disseminati lungo tutto il racconto. Già prima dell’epilogo il film profetizza l’atroce castigo di Morrow: sono passati pochi minuti dall’inizio della narrazione quando Susan si taglia il dito per aprire il pacco contenente il libro inviato dal suo ex marito. In un’altra circostanza compare sullo sfondo un’opera raffigurante un toro conficcato da mille frecce o ancora il tableau in cui campeggia la scritta Revenge.

Tema principale del lungometraggio è quindi la vendetta di Edward. Il suo però non è un semplice desiderio di rivalsa ma il frutto di un lungo e doloroso percorso di maturazione. Il romanzo s’intitola Animali Notturni così come Edward chiamava Susan a causa della sua insonnia. Nel libro invece gli animali notturni sono gli uomini che hanno barbaramente stuprato, ucciso le due donne e umiliato il protagonista. Allo stesso modo Susan ha distrutto il loro amore, deciso le sorti del bambino senza rendere partecipe il partner e messo in dubbio la virilità di Shieffield. Morrow ha commesso l’imperdonabile errore di considerare Edward debole perché sensibile portando avanti così una concezione di forza intesa come capacità di prevaricare sull’altro. Ed è proprio qui che il percorso formativo si unisce indissolubilmente alla vendetta: Edward nel romanzo, attraverso l’uccisione del colpevole, e nel mondo reale, non presentandosi all’appuntamento, mette Susan davanti ad un ad una verità tanto semplice quanto agghiacciante: è sempre state lei quella debole, l’animale preda.

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L'autore: Adriana Moraldo

Laureanda in Lettere Moderne è appassionata di cinema, letteratura e musica. Collabora con Termometro Politico da ottobre 2018. Attualmente si occupa della sezione Termometro Quotidiano e scrive articoli di tempo libero, spettacolo, cinema e televisione.
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