Poste Italiane e buoni fruttiferi postali: rimborso interessi maggiori

Pubblicato il 18 Maggio 2020 alle 15:42 Autore: Daniele Sforza

Ci sono novità importanti sui buoni fruttiferi postali della Serie Q/P di Poste Italiane: ecco cos’ha deciso il Collegio dell’ABF.

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Poste Italiane e buoni fruttiferi postali: rimborso interessi maggiori

Con la decisione n. 6142 del 3 aprile 2020 il Collegio di coordinamento dell’Arbitro Bancario Finanziario ha segnato un punto di svolta per tutti coloro i quali hanno sottoscritto buoni fruttiferi postali della serie Q/P di Poste Italiane a partire dal 1° luglio 1986. Nella decisione si stabilisce che se il timbro posto sul retro non indica i nuovi tassi per l’ultimo decennio (dal 21° al 30° anno di sottoscrizione), gli interessi da corrispondere al sottoscrittore dei Bfp sono quelli che compaiono sul retro del titolo e sono superiori a quelli stabiliti dall’ormai noto decreto ministeriale del 13 giugno 1986.

Bfp di Poste Italiane: il nodo del decreto ministeriale

Quanto ribadito nella decisione, che assume su di sé i responsi di altri collegi territoriali dell’Abf intervenuti nel tempo, è importantissimo per i risparmiatori che hanno investito nello strumento postale, in quanto si decide che le condizioni indicate sui Bfp hanno una valenza maggiore rispetto a quanto comunicato nel decreto ministeriale se le disposizioni di quest’ultimo sono in vigore o non siano riportate correttamente sul titolo. Al tempo stesso, come ricorda Il Sole 24 Ore, “un decreto ministeriale emesso successivamente a Bfp già sottoscritti può modificarne il rendimento in quanto tale possibilità è prevista dall’ordinamento”. Concetto ribadito anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 26 del 20 febbraio 2020.

Buoni fruttiferi postali serie Q/P: rimborso inferiore, il caso

I rimborsi dei buoni fruttiferi della serie Q/P hanno generato molti contenziosi, di cui abbiamo spesso parlato sul nostro sito. Generalmente, sintetizzando la questione, possiamo dire che Poste Italiane forniva ai risparmiatori un valore di rimborso inferiore a quello effettivamente spettante. Nel caso in questione trattato dall’Abf, Poste ha fornito al risparmiatore un rimborso di 27,05 euro a bimestre (come comunicato dal DM) anziché 66,66 euro a bimestre (-39,61 euro a bimestre, quindi). Il risparmiatore ha poi ottenuto un rimborso di oltre 2.400 euro a cui sono stati poi sottratto gli oneri fiscali dovuti.

L’Arbitro ha spiegato che i provvedimenti della pubblicità autorità possono modificare o integrare i rendimenti riportati sui titoli postali solo se successivi alla sottoscrizione degli stessi. Il DM 1986, in questo caso, era già entrato in vigore alla data di sottoscrizione dei buoni (agosto 1988). Pertanto è stato un errore di Poste quello di non incorporare nel modo corretto le disposizioni ministeriali nel buono, facendo sì che trovassero applicazione le condizioni più favorevoli al risparmiatore, garantendogli così, come abbiamo visto, una quota di rimborso maggiore.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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