Passaporto sanitario 2020: cos’è come si fa e dov’è stato proposto

Pubblicato il 28 Maggio 2020 alle 15:20
Aggiornato il: 24 Giugno 2020 alle 23:13
Autore: Daniele Sforza

Cosa è il passaporto sanitario 2020, come funziona, dove e come si fa e a cosa serve: ecco dove è stato proposto e cosa sapere a riguardo.

Passaporto sanitario 2020
Passaporto sanitario 2020: cos’è come si fa e dov’è stato proposto

Il passaporto sanitario per i turisti: lo vuole il governatore della regione Sardegna Christian Solinas, e ci ha pensato anche il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. Il timore è quello di far partire una seconda ondata di contagi, o forse far proseguire la prima, innescata da turisti provenienti dalle Regioni che hanno vissuto più criticamente questa situazione. Tuttavia il progetto di un passaporto sanitario non è fattibile: dice no il governo, scuote la testa il comitato tecnico-scientifico.

Passaporto sanitario 2020: cosa dice l’articolo 120 della Costituzione

Il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia ha invitato i presidenti delle Regioni a rileggersi l’articolo 120 della Costituzione. Qui troviamo scritto quanto segue: “La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale”.

E inoltre “il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione”. Sostanzialmente Bocca ha ribadito che le Regioni non possono attuare provvedimenti che ostacolano la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni e che il Governo ha maggiori poteri rispetto alle Regioni nel caso le circostanze lo richiedano.

La risposta di Solinas

Secca la risposta del presidente della regione Sardegna Solinas: “Dal ministro Boccia non ci saremmo aspettati l’inutile litania neocentralista che vuole riaffermare una supremazia prepotente dello Stato rispetto alle Regioni nell’architettura della Repubblica come definita da novellato titolo V”. Solinas ha poi affermato che si aspettava, a pochi giorni da mercoledì 3 giugno, giorno in cui potrebbe essere consentito lo spostamento tra una regione e l’altra, “una proposta di soluzione chiara sulle riaperture tra Regioni”.

Passaporto sanitario impossibile? Ecco le alternative

La proposta originaria verteva sul fatto che ogni turista avesse voluto recarsi in Sardegna avrebbe dovuto sottoporsi a un test sierologico messo a disposizione da laboratori e farmacie. Si sarebbe varcato il confine con la Sardegna solo con l’esito positivo dei risultati, altrimenti si sarebbe dato un voucher di rimborso. Tuttavia l’efficacia del test sierologico non è considerata attendibile al 100% e solo il tampone può dare risposte certe. Ma esiste nel Paese un’emergenza tamponi, data soprattutto dal fatto che, vista la carenza e una gestione univoca (da parte delle Asl), si decide di dare priorità ai nuovi positivi e alle persone con cui hanno avuto contatti.

C’è l’ipotesi del tampone salivare, il cui tempo di attesa per conoscere i risultati è decisamente inferiore, ma non è ancora stato autorizzato dall’Aifa anche perché alla fine della sua fase sperimentale. Insomma, si arriverebbe ben oltre il 3 giugno. Infine c’è la possibilità di far firmare ai turisti un’autocertificazione e costringerli a scaricare un’applicazione che sfrutti la geolocalizzazione, ma anche qui si pone un problema legislativo, in quanto, come riporta il capogruppo dei progressisti nel Consiglio regionale Francesco Agus, in base al DPR n. 445/2000 “non è possibile autocertificare una condizione di salute”. Non resta dunque che prendere una decisione autonoma, almeno da parte della Sardegna, che riaprirà ai turismi a partire da domenica 7 giugno.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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