I gilet arancioni, la fine di un’era che potremmo non rivedere più

Pubblicato il 1 Giugno 2020 alle 12:40
Aggiornato il: 8 Giugno 2020 alle 15:22
Autore: Nicolò Zuliani

Sono troppo ridicoli per evolvere come i grillini, ma se da un lato rappresentano i bocciati all’università della vita, dall’altro sono il gran finale.

I gilet arancioni, la fine di un’era che potremmo non rivedere più

Il discorso del signor Pappalardo:

«Vi invito a votare per alzata di mano. Il popolo di Milano ha votato per l’unanimità. Oggi abbiamo messo una grande pietra… Domani le nostre riforme sono chiare. Il capo dello Stato e il capo del governo li dobbiamo eleggere noi. Il parlamento dev’essere solo di 200 persone e le dobbiamo eleggere noi. La corte costituzionale la dobbiamo eleggere noi. Noi rinnoveremo totalmente la sanità. Rinnoveremo totalmente la scuola. Le scuole… guai se mettono le maschere ai bambini. Guai! Guai!»
«Non metteremo il bavaglio ai nostri figliiii!» grida qualcuno.

Mi fermo qui perché ascoltare questa roba mi fa sanguinare le orecchie.

Alcuni dicono che parlare di Pappalardo e la sua gente sia un errore perché gli regala visibilità e legittimazione; l’ultima volta che abbiamo fatto questo discorso era con Grillo, che in Internet e nelle piazze gridava che i media li censuravano.

Abbiamo visto i brillanti risultati.

Lo definiscono “universo gentista”.

Se negli anni ’70 grazie al concetto “chi è di centro è complice” la gente si era spostata agli estremi arrivando a compiere e giustificare stragi, dietro c’era un’ideologia politica che si basava su una filosofia, che si basava su dei principi. Oggi non è più così. I Pappalardiani sono una folla di analfabeti unita solo grazie a un Grande Nemico Invisibile.

Questa folla vive di miti e leggende urbane prive di fondamento, spesso contraddittorie – il Covid19 non esiste ma è diffuso col 5G, 1 lira = 1 euro, etc. – e questo non ha alcuna importanza perché a sciachimisti, terrapiattisti, negazionisti, complottisti et similia non interessa capire o risolvere niente: gli interessa credere.

Sono persone che non hanno i mezzi culturali per capire il mondo, sono incapaci di accettarlo e quindi se ne sono inventati uno parallelo in cui possono guardare gli altri dall’alto al basso. Non gli dà alcun fastidio essere gli scemi del villaggio, se questo gli permette di sentirsi rilevanti. Tra gli innumerevoli danni che ha fatto il M5S, due corollari sono che 1) Grillo ha dimostrato che è possibile mettere idioti qualsiasi in parlamento e 2) questo non scatena rivoluzioni, solo pernacchie e imbarazzo.

La vita di chi li ha votati peggiora quanto e più di prima.

Una volta entrati al governo, i “semplici cittadini” non hanno svelato oscure macchinazioni, non hanno dato al mondo prove di UFO, scie chimiche, non hanno regalato soldi o sbugiardato chissà quali complotti mondiali. Hanno guardato sotto il letto e ci hanno trovato solo polvere. Ma siccome la fede non può essere discussa, il mostro esiste. Deve esistere.

Così come i cultori della fine del mondo devono posticipare di continuo la data, così la folla deve inventarsi un nuovo livello inarrivabile dove avvengono le riunioni della SPECTRE. Adesso che la politica è diventata l’asilo mariuccia e i grillini vagano cercando canadair e scatenando incidenti diplomatici… che si fa?

La scena sociopolitica degli ultimi anni è stata una mera ricerca di capri espiatori da linciare per placare gli dèi mentre la barca affonda. Ma il Covid19 e il lockdown hanno scombussolato le cose: oggi non c’è più un capro espiatorio ben definito, nuovo, fresco. Grillo aveva i politici, ma ora sono loro. Salvini e la Meloni avevano gli immigrati, ma ora i giornali parlano solo di virus e quarantena. Le Sardine avevano Salvini, ma ora che tace vanno in pausa. Adinolfi aveva i gay, ma il lockdown ha bloccato il gaypride – ovvero l’unica occasione in cui i giornali si filavano il popolo della famiglia tradizionale. Pappalardo ha i gombloddoni invisibili e quelli ancora reggono, quindi fanno il pienone.

Ma per la prima volta ci manca un grande nemico.

Qualcuno che unisca grandi folle come faceva Grillo, Travaglio, Berlusconi, Salvini. Ci sono dei succedanei, naturalmente: c’è chi se la prende con la Lombardia, chi con quelli senza mascherina, con gli assembramenti, coi runner, con Trump, coi rivoltosi, col sempiterno tizio in Internet dove non esiste chi ha un’opinione diversa, solo stronzi che dicono stronzate. Ma sono comparse. Manca un vero grande nemico che ci permetta di abbracciarci sentendoci puri, migliori di lui e di chi lo segue. E questo è molto interessante, perché il bisogno di prevaricare è eterno tanto quanto il bisogno di appartenenza.

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
Tutti gli articoli di Nicolò Zuliani →