Governo, Conte in Parlamento: Recovery Plan, ora la sfida è vincere in Ue

Pubblicato il 17 Giugno 2020 alle 18:48
Aggiornato il: 24 Giugno 2020 alle 23:26
Autore: Eugenio Galioto

Governo, Conte in Parlamento: Recovery Plan, ora la sfida è vincere in Ue. Fdi non partecipa, Lega abbandona l’aula, FI “puntella” la maggioranza.

Conte alla Camera
Governo, Conte in Parlamento: Recovery Plan, ora la sfida è vincere in Ue

A pochi giorni dal prossimo Consiglio europeo, nel quale si deciderà il volto del Recovery Fund europeo, anche alla luce di quanto proposto dalla Commissione europea, il governo ha fatto sapere che a settembre presenterà il suo Recovery plan. Spetterà alle Camere poi valutare.

In un intervento in Parlamento, il Presidente Conte ha precisato che l’Italia cercherà di anticipare i tempi sulle proposte delle riforme che l’Italia annuncerà nel corso dei trattati europei e di fronte alla Commissione.

Si prevede, infatti, una trattativa non semplice tra i “Ventisette”, a causa dei Paesi “frugali” da sempre contrari a forme di mutualizzazione del debito come gli eurobond. Inoltre, secondo il Next Generation Ue – cioè il piano di Recovery presentato da Ursula von der Leyen – le risorse per l’italia non saranno disponibili prima del 2021; cosa che provoca più di qualche preoccupazione al governo, a fronte dei necessari interventi urgenti per risollevare l’economia italiana in crisi. Tra le preoccupazioni, c’è anche quella di tenere a bada le opposizioni che puntano proprio a cavalcare il malcontento diffuso e i ritardi negli aiuti previsti dal decreto Rilancio per destabilizzare la maggioranza di governo.

Ad aggravare la situazione, come una scintilla su una polveriera pronta ad esplodere, c’è stato oggi l’intervento agli Stati Generali dell’Economia del Presidente di Confindustria Bonomi che ha parlato di “gravi ritardi su cassa integrazione” e per quanto riguarda gli interventi sulla liquidità per le imprese. Gli Stati Generali, per l’appunto, sono stati lanciati appositamente dal governo (e voluti fortemente da Conte) proprio per avviare le consultazioni in vista del “piano di rilancio” che sarà discusso, oltre che nel corso dei lunghi negoziati europei che ci attendono, in Parlamento. Quando il piano “sarà definito – ha assicurato il Premier – verrò doverosamente in Parlamento per riferire dei suoi contenuti, pronto a raccogliere proposte e suggerimenti”.

Governo, Conte in Parlamento: la questione dei negoziati europei

A proposito dei negoziati europei, il Capo del governo ha ricordato che “le decisioni del Consiglio europeo (che si terrà il 19, Ndr) consentiranno di mettere in campo ulteriori risorse economiche importanti per rafforzare gli investimenti pubblici in Italia, che sono su livelli assai inferiori rispetto agli altri Paesi europei”.

La principale carta da giocare in sede europea sarà rappresentata dalla posta in gioco della “tenuta delle economie” e della “coesione sociale dell’Unione”, quindi dalla “possibilità di rendere le economie europee resilienti di fronte a future, analoghe crisi, a cominciare da una seconda ondata del covid-19 che siamo comunque tutti impegnati a prevenire o a contenere, forti dell’esperienza già maturata”. E, a proposito della crisi pandemica, il Presidente del Consiglio ha ribadito la sua opposizione circa la necessità di “cogliere l’opportunità storica della crisi per affrontare nodi che impediscono all’Italia di non farsi trovare resiliente davanti a crisi di questa portata”. “Non possiamo permetterci – ha aggiunto contro gli interessi corporativisti e conservatrici – di tornare allo status quo precedente alla crisi”.

In merito al prossimo Consiglio europeo, previsto per il 19 giugno, Conte ha ricordato che si tratta di un incontro “consultivo” tra i Ventisette, in occasione del quale non è previsto alcun voto, essendo il negoziato appena iniziato. “Perché il Consiglio possa pronunciarsi con un voto e con una decisione finale – ha spiegato il Capo de governo – manca ancora un elemento essenziale: la proposta formale di un nuovo quadro finanziario pluriennale da parte del Presidente del consiglio europeo Charles Michel. L’incontro avrà pertanto una natura solo consultiva, e sarà volto a far emergere convergenze e dissensi ancora esistenti tra i Paesi membri al fine di preparare un successivo, confidiamo risolutivo, Consiglio europeo”.

Sulla proposta del Recovery Fund lanciata dalla Commissione – la Next Generation Ue, di cui si è discusso anche in occasione del primo incontro degli Stati Generali dell’Economia -, per Conte si tratta di un” buona base di partenza”, anche se non sufficiente. “Per far ripartire le nostre economie è fondamentale raggiungere l’obiettivo primario di un consenso il prima possibile sull’adozione tempestiva” del Recovery Plan. Secondo il Capo del governo né la Commissione, né la Bce (che ha lanciato un nuovo Q.e.) hanno mancato “l’appuntamento con la storia”, ma ora tocca al Consiglio europeo ad essere chiamato all’appuntamento con la storia“, perché “la decisione politica del Consiglio Ue è un obiettivo storico davanti alla peggiore crisi economica da oltre 70 anni” e “noi non possiamo permetterci liturgie e compromessi al ribasso”.

La linea del governo, fa sapere Conte, è che la proposta finale di Recovery plan “non si discosti dalla proposta della Commissione quanto al volume delle risorse” e “rimanendo fermo il principio del finanziamento straordinario a lungo termine”.

Non è mancato, poi, il riferimento a quello che Conte ritiene essere una vittoria dell’Italia sui negoziati finora svolta: la mutualizzazione del debito attraverso i bond: “quando abbiamo proposto un fondo finanziato con debito comune molti anche nel nostro Paese ci hanno accusato di essere visionari. Ma ora non discutiamo né sul sé, né sull’emissione del debito comune: stiamo discutendo dell’entità del fondo. È un successo per tutti noi e per il nostro Paese: abbiamo convinto anche i più dubbiosi che questa è la strada giusta”.

In realtà, giacché la proposta della Commissione per ora resta tale e la decisione politica è demandata ai negoziati tra i ventisette, potrebbe essere possibile (anche se improbabile) che i “falchi del Nord” la spuntino, opponendosi a tutte le forme di finanziamento che non siano prestiti.

Le reazioni delle opposizioni e di Italia Viva

E a proposito della trattativa europea, Conte ha lanciato un messaggio alle opposizioni e un invito alla maggioranza affinché rimanga compatta. “Il nostro Paese- ha detto il Capo del governo – deve tornare a credere in se stesso e a condividere obiettivi ambiziosi comuni, al di là delle divisioni politiche“. Ha poi aggiunto: “è il momento di agire con spirito di piena coesione anche sul piano nazionale perché la sfida non rechi all’Italia il doppio danno di vederla perdere la sfida europea e quella, forse più difficile, di vedere riformare alcune criticità. Coesi in Italia per cogliere subito e per intero l’opportunità che l’Europa offre a se stessa e ai Paesi più colpiti dal covid. Questo spirito auspico caratterizzi il dibattito politico italiano in questa fase cruciale per la futura generazione”.

Per contro, le opposizioni hanno disertato l’Aula al momento del confronto parlamentare col governo, con Fdi che non si è presentata e la Lega che ha lasciato anzitempo l’emiciclo dopo gli interventi dei propri parlamentari. Forza Italia, invece, sceglie la strada del dialogo, con Renato Brunetta deciso a incalzare la maggioranza, invitandola a scrivere insieme un piano nazionale di riforme. “Non voglio fermarmi agli errori passati – ha detto Brunetta – adesso è tempo del piano nazionale delle riforme, che deve diventare lo strumento per dialogare in Europa, settembre è troppo tardi. Adesso facciamo insieme il piano nazionale delle riforme in Parlamento e non a Villa Pamphili (dove si stanno svolgendo gli Stati generali dell’Economia, Ndr). E anticipi la legge di bilancio”. Poi la stoccata verso Conte: “tra marzo e aprile ci sono state riunioni del Consiglio europeo che non sono state ininfluenti. Ma lei non ha una maggioranza sulla decisione più importante, ossia il pacchetto europeo e non avere una maggioranza si sente e si vede. L’esecutivo è debole e incapace di dialogare con la maggior parte del Parlamento, il suo esecutivo debole fa vincere la burocrazia e viene emarginato il Parlamento”.

“Puntellare” la maggioranza sembra essere l’obiettivo di Forza Italia che ha avviato un dialogo con Italia Viva. In ogni caso, almeno per il momento, la maggioranza sembra aver abbandonato le lacerazioni passate, con Matteo Renzi che, questa volta, sceglie di non contestare il Premier, ma di puntare il dito contro le opposizioni: “il coronavirus ci ha mostrato che il mondo sovranista è triste e non adatto all’’Italia”.

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L'autore: Eugenio Galioto

Sociologo, un passato da ricercatore sociale e un presente da analista politico. Scrivo principalmente di economia e politica interna. Amo il jazz, ma considero l'improvvisazione qualcosa che solo i virtuosi possono permettersi.
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