Coronavirus ultime notizie: definizione paziente guarito Oms, cosa cambia

Pubblicato il 23 Giugno 2020 alle 09:04
Aggiornato il: 24 Giugno 2020 alle 23:24
Autore: Daniele Sforza

Coronavirus ultime notizie: come si definisce oggi un paziente guarito dal Covid-19 secondo le nuove linee guida dell’Oms. Ecco cosa cambia.

Coronavirus ultime notizie definizione paziente guarito
Coronavirus ultime notizie: definizione paziente guarito Oms, cosa cambia

Coronavirus ultime notizie: cambia la definizione di paziente guarito dal Covid-19 secondo le nuove linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. Fino a oggi un paziente guarito clinicamente era chi non aveva più i sintomi del Covid-19, ma per essere guarito totalmente questi avrebbe dovuto sottoporsi anche a due tamponi per coronavirus a distanza di almeno 24 ore l’uno dall’altro e ovviamente tutti e due avrebbero dovuto dare esito negativo. La doppia negatività risultante dai tamponi effettuati avrebbe ufficializzato il fatto che l’ex malato di Covid-19 non fosse più contagioso. Questo anche in base a quanto accaduto con i precedenti coronavirus noti ai più, ovvero la Sars e la Mers. Con le nuove linee guida dell’Oms (che ricordiamo essere facoltative, nel senso che ogni Paese è libero di continuare a optare per il doppio tampone) cambia però la definizione di paziente guarito.

Coronavirus ultime notizie: quando un paziente infetto è guarito, le linee guida Oms

Nel nuovo report Criteria for releasing Covid-19 patients from isolation, l’Oms spiega che tre giorni senza avere sintomi rappresentano un criterio sufficiente affinché un paziente possa definirsi finalmente guarito dal virus. Questi nuovi parametri sono la conseguenza dei “recenti risultati secondo cui i pazienti i cui sintomi si sono risolti possono ancora risultare positivi per il nuovo coronavirus mediante il tampone Rt-Pcr per molte settimane”. Un risultato positivo del test non dovrebbe pregiudicare la libertà (e quindi la fine dell’isolamento) per il paziente, perché “è improbabile che questi pazienti siano infettivi e pertanto che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona”.

Come abbiamo scritto in questo articolo, infatti, prove recenti dimostrano che la presenza del virus è molto rara nei campioni respiratori del paziente infetto dopo 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi, in particolar modo in quei pazienti la cui malattia si è manifestata in modo lieve o addirittura in maniera asintomatica. Dunque potrebbe essere preferibile optare per un isolamento di 13 giorni per i pazienti con sintomi (10+3 senza sintomi come febbre o problemi respiratori) o 10 per i pazienti asintomatici anziché per i risultati ripetuti dei test.

“Rischio trasmissione minimo, non nullo”

L’Oms precisa però che il rischio di trasmissione dopo la scomparsa dei sintomi risulta minimo, ma non totalmente escluso. “Non esiste un approccio a rischio zero e il rigoroso affidamento sulla conferma dei test molecolari della clearance dello Rna virale crea altri rischi”, la conclusione dell’Organizzazione.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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