Genesi e prospettive del terzo polo

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 alle 23:46 Autore: Gabriele Bracci
terzo polo

Un’ultima questione da considerare riguarda infine la concezione stessa del “modello di democrazia” che vede Fini e Casini pensarla in modo divergente: il primo è da sempre favorevole al bipolarismo e mira ad una riforma elettorale che contenga il doppio turno; il secondo, invece, rimanendo fedele alla tradizione democristiana è da sempre un proporzionalista innamorato del sistema tedesco, ed è proprio in questo senso che appoggerebbe un’eventuale riforma della legge elettorale. Tali posizioni che possono comunque convivere all’interno di una coalizione (e forse anche all’interno di uno stesso partito), potrebbero però creare delle incomprensioni e delle divisioni nel momento in cui si dovesse discutere della riforma della legge elettorale. Incomprensioni che potrebbero eventualmente anche modificare gli equilibri politici, e quindi creare fratture all’interno del Terzo polo.

La scommessa sulla quale hanno deciso di puntare i fondatori del Polo della Nazione appare dunque molto ambiziosa e, come abbiamo visto, non priva di ostacoli e problematicità. Dalla nascita della Seconda Repubblica, inoltre, le ipotesi di Terzo polo a partire dal Patto per l’Italia (che vedeva uniti il Patto Segni ed il Ppi) del 1994 non hanno mai goduto di buona sorte, sciogliendosi subito dopo aver affrontato la prova elettorale. Per vedere come andrà stavolta, visti i deboli equilibri politici attuali, è probabile che non dovremo aspettare molto.

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