Università, una riforma-pasticcio

Pubblicato il 29 Dicembre 2010 alle 11:08 Autore: Francesca Petrini
gelmini e università

Di certo una legge di riforma dell’Università che vorrebbe definirsi “epocale” proprio perché finalizzata a modificare nel profondo il sistema accademico attuale, avendo rispetto per il futuro e il quotidiano di studenti, ricercatori e professori, non merita di incappare in un errore tecnico materiale relativo alle specifiche disposizioni normative del testo di legge, non eccepito se non prima del terzo passaggio al Senato dal gruppo PD. L’ostinazione di voler approvare al più presto, come se fosse un diktat (e le immagini più chiare di tutto ciò sono quelle della vicepresidente d’assemblea leghista Rosy Mauro) la riforma Gelmini, ha addirittura comportato una “strana”, per non dire “dubbia”, modifica alla prima bozza del verbale della seduta di martedì scorso. Non a caso il senatore PD Zanda ha sollecitato in una nota l’avvio di un’inchiesta interna al Senato per far luce e chiarire i motivi, oltre che scoprire il “mandante”, che hanno portato all’inserimento di puntini di sospensione davanti alle parole della vicepresidente Rosy Mauro “approvato”, che non comparivano nella precedente bozza del resoconto stenografico effettuata nell’immediatezza della seduta e che, apposti in un momento successivo, hanno permesso in definitiva di “salvare” le procedure parlamentari e, in sostanza, la legge.

gelmini e università

In conclusione, il Parlamento ha approvato una riforma dell’Università che più che essere un investimento in cultura e ricerca appare un ingegnoso marchingegno volto al taglio di ulteriori risorse in settori chiave di crescita e sviluppo dell’Italia tutta. Il significato ultimo è quello di una “riforma Tremonti”, pericolosamente diretta in senso opposto a quello scelto dagli altri paesi d’Europa che, nonostante vivano come da noi l’eccezionale gravità della crisi economica, hanno scelto di puntare su formazione e ricerca. Non rimane dunque che augurarsi che la cittadinanza sia ascoltata e fatta partecipe delle decisioni che ci saranno nel prossimo futuro, con l’approvazione dei regolamenti attuativi della riforma Gelmini. La legge approvata in via definitiva è stata, infatti, una legge-delega che spetterà al governo attuare con l’emanazione di decreti legislativi (esattamente come per il federalismo fiscale).

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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