La Fiat, Torino, le automobili
Le votazioni indette tra i lavoratori hanno sancito infine i seguenti risultati (fonte FIM-CISL):
Seggio | Reparto | Sì | Sì (%) | No | No (%) |
1 | lastratura | 212 | 50,84 | 205 | 49,16 |
2 | lastratura | 202 | 48,10 | 218 | 51,90 |
2 | turno di notte | 262 | 70,24 | 111 | 29,76 |
3 | verniciatura | 140 | 60,09 | 93 | 39,91 |
4 | verniciatura | 113 | 52,56 | 102 | 47,44 |
5 | impiegati | 421 | 95,47 | 20 | 4,53 |
6 | montaggio | 374 | 46,34 | 433 | 53,66 |
7 | montaggio | 349 | 48,27 | 374 | 51,73 |
8 | montaggio | 360 | 46,94 | 407 | 53,06 |
9 | montaggio | 302 | 45,48 | 362 | 54,52 |
Totale | 2.735 | 54,05 | 2.325 | 45,95 |
Particolarmente importanti sono i dati relativi all’aggregazione per area:
Reparto | Sì | Sì (%) | No | No (%) |
lastratura | 414 | 49,46 | 423 | 50,54 |
verniciatura | 253 | 56,47 | 195 | 43,53 |
impiegati | 421 | 95,47 | 20 | 4,53 |
montaggio | 1.385 | 46,77 | 1.576 | 53,23 |
turno di notte (non aggregabile) | 262 | 70,24 | 211 | 29,76 |
Il SI all’accordo trionfa tra gli impiegati e vince largamente anche nel reparto verniciatura, un reparto altamente automatizzato in cui la presenza operaia è ormai ridotta all’osso. In lastratura il NO si impone di misura, mentre vince in maniera convincente al montaggio, l’area in cui la FIOM è più forte e in cui il lavoro delle cosiddette “tute blu” la fa ancora da padrone.
A fronte del 54% ottenuto dal SI, si può parlare di vittoria di Marchionne, quindi? Senza alcun dubbio, e senza possibilità di appello, sì.
Ma una vittoria dettata dalla paura degli operai di perdere il lavoro, e non per la forza di un piano industriale convincente per il futuro della FIAT.
Particolarmente significativo a questo proposito è il lavoro eseguito da Termometro Politico:
Tra chi ha votato Sì, il 59% degli intervistati ha addotto come motivazione la necessità di salvare il posto di lavoro, il 23% ha detto che l’accordo presenta limiti ma è accettabile mentre solo il 18% esprime un giudizio esplicitamente positivo sulle condizioni di Marchionne.
Netta la scelta tra chi si è espresso per il No: l’82% ha dichiarato che si è trattato di un ricatto dell’azienda, mentre il 9% ha indicato la riduzione delle pause e l’aumento di turni e straordinari, il 6% le restrizioni su sciopero e rappresentanza sindacale e il 3% i nuovi limiti alle assenze.
Il primo passaggio è fondamentale: il 59% di chi ha votato SI – stiamo parlando di oltre 1.600 lavoratori di Mirafiori – lo ha fatto sostanzialmente per paura di rimanere senza lavoro.
Il clima da “prendere o lasciare” imposto da Marchionne ha quindi contribuito in maniera pesante a spostare il voto di molti lavoratori, schiacciati tra l’incudine di dover sottostare ad un vero e proprio ricatto, come è stato definito da molti di quelli che hanno scelto il NO, e il martello dello spettro della disoccupazione.
“La FIAT produrrà auto, con o senza Torino.”
Questo è stato lo slogan, nemmeno tanto recondito, di Marchionne, questo è stato il vero tema su cui si è deciso il referendum. Non è stata determinante la produttività, non sono stati dirimenti i piani industriali, non si è parlato di nuovi motori ecologici, di auto ibride o elettriche, di ricerca e innovazione.
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