Verso l’attuazione del federalismo
Chiaramente, la seconda procedura comporta un allungamento dei tempi di approvazione del decreto attuativo del federalismo municipale, ma allo steso tempo valorizza il ruolo del Parlamento: questa pare essere la principale ragione che ha indotto Napolitano a non promulgare l’atto. In pratica, il Quirinale ha ricondotto il problema relativo all’iter di approvazione del decreto sul federalismo municipale al comma 4 dell’articolo 2 della legge delega n. 42 del 2009. Il Presidente della Repubblica, organo istituzionale di garanzia – come si è avuto modo di sottolineare in altre occasioni sulle pagine di TP – laddove si pone la scelta tra procedure legislative diverse, non può che optare per la più “ordinaria” e garantista tra le due: quella che permette al Parlamento, ovvero al legislativo, di svolgere al meglio il proprio ruolo di indirizzo e controllo, senza nulla togliere alle legittime prerogative dell’esecutivo, a maggior ragione nei casi in cui l’atto normativo in questione sia un atto avente forza di legge e costituzionalmente vincolato al rispetto della delega, nel suo significato più stringente.
In definitiva, è ancora aperta una fase decisiva della vita del Governo e della legislatura, ma ancora di più del sistema paese, soggetto principe di un progetto di riforma federale che intende portare a compimento il processo di trasformazione del tipo/forma di Stato italiana cominciata nel lontano 2001 (riforma del Titolo V della Costituzione). Si tratta di perfezionare e rendere operativa la riforma federale, senza contraddire, e quindi tradire, il senso più profondo di questa: il rafforzamento del modello democratico costituzionale attraverso la “restituzione della sovranità al popolo”, ovvero lasciando che sia il livello di governo più vicino al cittadino ad assumere le decisioni. Quello che si attende ora è che il Governo, seguendo l’iter “più lungo” per l’approvazione del decreto sul fisco municipale, prosegua sulla strada della responsabilizzazione e dell’autonomia degli enti locali in materia di sanità e di perequazione infrastrutturale. Fase decisiva e delicatissima in cui ci si augura che maggioranza e opposizione si confrontino con spirito costruttivo e in una prospettiva di lungo periodo: si tratta di trasformazioni istituzionali che toccano le più delicate corde dell’animo della Carta fondamentale, compromesso democratico tra forze politicamente contrapposte ma unite nel riconoscimento di valori essenziali al costituzionalismo contemporaneo.