La giornata mondiale dell’acqua

Pubblicato il 23 Marzo 2011 alle 12:04 Autore: Francesca Petrini
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La sfida dell’oro blu nelle città si fa inoltre più ardua se si considerano i dati sulla povertà: 828 milioni di persone vivono in baraccopoli o in insediamenti impropri, senza adeguati servizi idrici e igienico-sanitari. Inoltre, i poveri pagano fino a 50 volte in più per un litro d’acqua rispetto ai loro vicini più ricchi, poiché spesso devono comprarla da fornitori privati. E notevoli sono anche le perdite nelle reti di distribuzione urbana dove le percentuali di perdita arrivano anche al 50%, con una stima annuale che si aggira tra i 250 e i 500 milioni di metri cubi di acqua potabile smarrita nelle grandi città, che invece potrebbe rifornire dai 10 ai 20 milioni di persone.

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Altre problematiche legate all’urbanizzazione riguardano aspetti legati all’impatto ambientale: sono 2 milioni di tonnellate i rifiuti prodotti dall’uomo che ogni giorno in tutto il mondo vengono scaricati nei corsi d’acqua. È uno dei dati allarmanti al centro della Giornata mondiale dell’acqua: nei Paesi in via di sviluppo, il 90% di tutte le acque reflue viene immesso, senza essere trattato, direttamente in fiumi, laghi e mari. In tutto il mondo, esse sono usate per irrigare 20 milioni di ettari di terra, il 7% della superficie totale della superficie irrigata. Un fenomeno, quello dell’inquinamento delle acque, collegato ad una gestione dei servizi idrici e igienico sanitari divenuta più complessa con l’aumento della popolazione urbana. L’inquinamento dell’acqua, prosegue il sito ufficiale del World Water Day 2011, è “nonostante i miglioramenti in alcune regioni, in aumento a livello globale”. Il peggioramento della qualità della risorsa idrica sarebbe “il risultato di uno sviluppo economico guidato da urbanizzazione, industrie e sistemi di agricoltura intensiva”. Quello dei rifiuti è quindi un altro tema centrale legato alla qualità delle acque e delle condizioni igienico sanitarie: nello studio intitolato “Gestione dei rifiuti solidi urbani nelle città” del mondo, condotto su oltre 20 insediamenti cittadini, la produzione media di rifiuti all’anno pro-capite è di 285 kg, con punte di 609 kg a San Francisco, negli Stati Uniti, 577 kg a Tompkins Country (Usa), 529 a Belo Horizonte (Brasile) e 528 a Rotterdam (Olanda). Sul totale dei rifiuti prodotti, mentre il 61% è rappresentato dalla frazione organica, il 12% rientra sotto la voce “altro”: si tratta soprattutto dei materiali di uso e consumo più comune, ovvero plastica e carta, ciascuna al 9%, e poi vetro e metallo, ognuno al 2%. Un approfondimento è stato dedicato all’Asia, che nel 2025 potrebbe passare, dalla produzione attuale di 760.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani (circa 2,7 milioni di metri cubi) al giorno, a 1,8 milioni di tonnellate (5,2 milioni di metri cubi).

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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