Il Vaticano e l’omofobia
1. A treaty shall be interpreted in good faith in accordance with the ordinary meaning to be given to the terms of the treaty in their context and in the light of its object and purpose.
4. A special meaning shall be given to a term if it is established that the parties so intended.
Sulla base di queste premesse l’arcivescovo Tomasi costruisce il suo percoso logico: la definizione di orientamento sessuale, ovvero del diritto dell’uomo definito dalla Convenzione di Vienna, si limita a sentimenti e pensieri. Solo sentimenti e pensieri in termini di preferenza sessuale possono essere definiti un diritto, e non i comportamenti. In effetti, continua Tomasi, è innegabile come la legge non possa intervenire per censurare e punire deviazioni sessuali quando queste sono allo stadio di desiderio, ma può farlo e lo fa quando si esplicano a livello di comportamento; l’Arcivescovo cita incesto e pedofilia, due esempi abbstanza forti.
Come secondo pilastro del suo ragionamento, Tomasi porta il concetto di volontarietà dell’orientamento sessuale: la separazione tra l’identità personale e la sessualità diventa quindi motivo ulteriore per non considerare i comportamenti sessuali come diritti dell’uomo, relegandoli al rango di azioni volontarie e quindi soggette alla legge.
Poiché i comportamenti sessuali sono censurabili e non sono oggetto della Convenzione di Vienna, diventano a loro volta violazioni dei diritti dell’uomo le leggi contro l’omofobia e in generale gli atteggiamenti antiomofobi, in quanto lesivi del diritto di libertà di espressione e libertà di religione di chi crede che l’omosessualità sia una malattia o comunque una forma deviata e innaturale di sessualità.
Il messaggio di fondo delle opinioni e intenzioni vaticane è quindi evidente: non solo l’omosessualità dovrebbe essere da regolare legalmente alla stregua di pedofilia e incesto, ma le leggi contro l’omofobia devono intendersi al contrario come delle limitazioni alla libertà di espressione.
Il costrutto logico dell’Arcivescovo appare però costruito su misura per le tesi che intende dimostrare, e tralascia alcuni aspetti che di fatto possono e devono essere presi in considerazioni prima di arrivare alle conclusioni.
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