Italia, razzismo e xenofobia

Pubblicato il 14 Aprile 2011 alle 08:11 Autore: Matteo Patané
Italia, razzismo e xenofobia

 

 

 

 

 

  • la minimizzazione del problema, la negazione di un crescente sentimento xenofobo e la riduzione degli episodi violenti a semplici casi isolati
  • una retorica anti-immigrazione sfruttata in chiave elettorale
  • la mancanza o in generale l’inadeguatezza dei dati oggettivi che possano far comprendere le reali dimensioni del fenomeno
  • gli scarsi investimenti sulla formazione specifica del personale poliziesco e giudiziario
  • la mancata assicurazione alla giustizia dei colpevoli di violenza motivata da odio razziale, e in generale l’atteggiamento di ammiccante simpatia che traspare dal governo per simili fenomeni

 

Intervistato a proposito da Human Rights Watch, Jean-Léonard Touadi (PD), primo e al momento unico deputato nero del parlamento italiano, prova a descrivere l’evoluzione del sentimento razzista in Italia, partendo dagli anni ’90 e idenfiticando tre momenti focali del processo.

 

Da quell’estate il fenomeno immigratorio cominciò, e l’Italia iniziò a sentirsi invasa. I numeri erano bassi, ma si coltivò un sindrome d’invasione. E poi venne la crisi economica, e l’arrivo della Lega. Berlusconi arriva sullo scenario nel 1994 e trasforma la questione dell’immigrazione in una materia elettorale e si inizia a enfatizzare i delitti compiuti da immigrati.

 

 

i musulmani sono amalgamati con la violenza e considerati il nemico dell’identità cristiana italiana. La Lega è protagonista ma partecipano grandi forze sociali quali cardinali, giornalisti e politici.
legame tra immigrazione e criminalità, e si fa confusione tra problemi sociali e problemi di ordine pubblico.

 

xenofobia

 

 

Le conclusioni tratte dal report sono quindi molto chiare. L’Italia è un paese in cui stanno crescendo sentimenti razzisti, alimentati ad arte in maniera da risultare del tutto sproporzionati alla situazione attuale del Paese. Nell’ideologia leghista, nella propaganda berlusconiana e nell’ignavia dell’opposizione HRW trova le principali cause – due attive ed una passiva – della deriva xenofova nello Stivale, e proprio per questa chiara identificazione delle responsabilità suonano quasi inutili i suggerimenti offerti al Governo e ai singoli Ministeri.

La situazione italiana appare particolarmente insidiosa proprio perché esiste una precisa e attiva volontà ad agire in senso contrario a quanto prescrive la Convenzione dei diritti umani, e quindi non vi sono reali tentativi di trovare una soluzione al problema. Un cambio di rotta, specie dopo gli ultimi schiaffi ricevuti dall’Europa in tema di immigrazione dopo la crisi libica, appare, ad oggi, solo una chimera.

 

(Blog dell’autore: Città Democratica)

 

 

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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