Diritti e doveri datore di lavoro: quali sono e come vanno rispettati

Pubblicato il 17 Settembre 2020 alle 13:19 Autore: Claudio Garau
Diritti e doveri datore di lavoro: quali sono e come vanno rispettati

Diritti e doveri datore di lavoro: quali sono e come vanno rispettati

Frequentemente abbiamo parlato di contratto di lavoro e di rapporto di lavoro, temi sempre “caldi” e su cui è doveroso soffermarci per chiarire le articolate questioni che caratterizzano la materia. Tra queste tematiche, vogliamo qui prendere in considerazione il complesso dei diritti e doveri del datore di lavoro, che controbilanciano quelli del lavoratore (di cui abbiamo già parlato diffusamente qui). Facciamo allora chiarezza e vediamo a quali regole il capo deve fare riferimento, per rispettare appieno i contenuti del contratto di lavoro e la norme del diritto del lavoro.

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Diritti del datore di lavoro: ecco quali sono

I diritti, o poteri del datore di lavoro, sono mirati a garantire una efficace esecuzione della prestazione da parte del lavoratore e, pertanto, sono strumentali al profitto dell’azienda. La legge li raggruppa in tre categorie diverse, vediamole sinteticamente:

  • potere direttivo: consentono all’imprenditore di far coincidere la prestazione compiuta dal lavoratore con le esigenze dell’organizzazione aziendale, imponendo ordini e coordinando tutta l’attività dell’azienda. Questo potere non è pero senza vincoli, dato che i comandi dati ai dipendenti non potranno mai pregiudicare la dignità del lavoratore o addirittura andare contro la legge: in quest’ultimo caso, il dipendente potrà anzi rifiutarsi di obbedire all’ordine impartito, ma illegale;
  • potere di controllo: tale diritto comporta di poter verificare che ciascun dipendente svolga il proprio lavoro, in conformità agli ordini aziendali. Tuttavia, il datore di lavoro deve rispettare, comunque, alcuni principi riconosciuti in Costituzione, come ad esempio il principio di uguaglianza, della protezione del lavoratore e della garanzia di esercizio dei diritti sindacali, ma anche i diritti fondamentali della dignità e della riservatezza. Il datore di lavoro infatti non può indagare sulla vita privata del lavoratore, per scoprire i suoi orientamenti politici, religiosi o sindacali: ciò lede il diritto alla privacy del dipendente e potrebbe costituire fonte di discriminazione, che se sussiste, viene sanzionata penalmente;
  • potere disciplinare, con il quale il datore di lavoro, in presenza di condotte del dipendente contrarie ai propri doveri in azienda, fa valere le sanzioni disciplinari previste dalla legge o dal contratto di lavoro.

In particolare, in riferimento all’ultimo punto, va ricordato che il datore di lavoro deve predisporre un apposito codice disciplinare, da rendere noto a tutti i lavoratori. Esso è mirato non solo ad esporre le norme disciplinari applicate in azienda, ma anche a far sapere quali sono i rischi connessi alla violazione di queste regole.

Le sanzioni previste vanno dal rimprovero verbale fino alla ben più grave sospensione dal lavoro. Esse hanno carattere conservativo ma è pur vero che il datore di lavoro potrà ben decidere il licenziamento per motivo disciplinare (ne abbiamo parlato ampiamente qui), laddove vi sia una grave violazione del dipendente, il quale tuttavia conserva il diritto di difendersi dalle contestazioni nei suoi confronti.

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Quali sono i doveri?

Il datore di lavoro, ovvero il capo o l’imprenditore alla guida dell’azienda, ha un delicato ruolo di responsabilità e di guida di tutto l’apparato organizzativo. A lui spetta l’obiettivo di raggiungere un guadagno o profitto per far progredire l’azienda nella difficile lotta con la concorrenza, ma non solo. Il datore di lavoro è infatti soggetto ad alcuni doveri nei confronti del lavoratore, che discendono dalla legge in materia di lavoro, dai CCNL di categoria e dai contratti di lavoro individuali. Quali sono questi doveri? Vediamoli in sintesi:

  • dovere di pagare lo stipendio ai lavoratori: esso è un dovere cui non può derogare, dato che la prestazione lavorativa prevede per legge il pagamento di un corrispettivo, nella misura fissata nel contratto di riferimento e secondo precise tempistiche;
  • dovere di pagare i contributi in relazione alle forme di previdenza ed assistenza obbligatoria verso i lavoratori subordinati; infatti il datore agisce come sostituto d’imposta, di cui abbiamo già parlato qui;
  • dovere di tutelare la salute, la sicurezza e la dignità dei lavoratori in azienda: il datore di lavoro deve adottare delle misure atte a prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. In altre parole, deve optare per quelle misure idonee a garantire l’integrità fisica e la personalità morale del dipendente, in base alla tipicità del lavoro, le attrezzature usate, l’esperienza e la tecnica richieste. Il datore di lavoro dovrà insomma compiere una valutazione preventiva dei rischi sussistenti nel luogo di lavoro.

In relazione a ques’ultimo punto, inoltre, il datore di lavoro dovrà prevenire non soltanto i più tipici incidenti sul lavoro (ad es. quelli legati all’utilizzo di qualche macchinario industriale), ma anche dovrà impegnarsi per impedire situazioni di stress lavoro-correlato, o per prevenire casi di mobbing.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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