Registrazione riunione di lavoro: quando si può fare e quali sono i limiti

Pubblicato il 23 Settembre 2020 alle 13:02 Autore: Claudio Garau
Registrazione riunione di lavoro: quando si può fare e quali sono i limiti

Registrazione riunione di lavoro: quando si può fare e quali sono i limiti

La riunione di lavoro rappresenta una tappa essenziale dell’attività di un’azienda. Infatti, promuovere una riunione per trovare una linea comune di indirizzo, per individuare una soluzione o comunque per discutere, avviare o concludere un progetto, oppure ancora per uscire da una situazione complicata con la collaborazione di tutti, o per assegnare ruoli, incarichi e funzioni, sono tutti aspetti che meritano il coinvolgimento di un buon numero di membri dell’azienda. Detto in breve, una riunione di lavoro costituisce il prodotto di un lavoro di gruppo nella direzione dell’uso di un’energia comune per raggiungere un preciso obiettivo.

Ma in questo contesto, è lecito effettuare la registrazione riunione di lavoro? Vediamolo di seguito.

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In effetti si tratta di un quesito interessante, stante la mole di aspetti rilevanti per l’azienda, che solitamente vengono trattati in una riunione di lavoro, tra colleghi e superiori. Registrare una riunione di lavoro significa infatti poter conservare traccia di conversazioni su “temi caldi”, di accordi verbali, di strategie di impresa e progetti di business. In particolare, l’utilità della registrazione potrebbe emergere in ipotesi di collaborazioni iniziate in mancanza di contratti scritti: ecco allora che una traccia di questo tipo potrebbe provare il diritto di credito collegato a dette collaborazioni.

Il punto è proprio capire se la registrazione può essere considerata legale, non rischiando di commettere un illecito relativo alla violazione dell’altrui privacy. In caso positivo, l’utilizzo del file audio che rappresenta la registrazione, potrebbe essere utilizzato come prova in una causa.

E’ stata ancora una volta la Cassazione a dare delle indicazioni generali e di orientamento, applicabili anche al caso della riunione di lavoro. Secondo la Suprema Corte, la registrazione della conversazione è legale, anche se tale registrazione non viene resa nota ai partecipanti alla stessa. Ma debbono sussistere le seguenti condizioni:

  • il soggetto che effettua la registrazione deve essere presente e partecipare alla conversazione;
  • la registrazione è svolta al di fuori del domicilio o dell’ufficio privato di colui o coloro che sono registrati.

E’ evidente che quanto appena detto, può applicarsi anche alla riunione di lavoro. Tuttavia, per procedere lecitamente alla registrazione, sarà necessario che il meeting non si svolga nell’azienda, nell’ufficio, nello studio professionale o comunque in un luogo non pubblico, e riconducibile a colui che viene registrato senza saperlo. Nel caso sia invece informato e dia l’assenso alla registrazione, questa potrebbe avvenire senza gli appena citati limiti.

Richiamando quanto detto poco fa, inoltre, il soggetto registrante deve permanere alla riunione e partecipare alle attività della riunione di lavoro.

In verità, non sempre in passato la giurisprudenza è stata concorde nel ritenere possibile la legittimità della registrazione riunione rispetto alla legge vigente. E’ stato infatti sostenuto che le registrazioni dei dialoghi tra dipendenti e/o superiori, si opporrebbero agli obblighi di segretezza e fedeltà. E’ stata però la Corte di Cassazione a fare delle aperture in materia e a chiarire che, in materia di registrazione riunione di lavoro, può prevalere e di fatto prevale il diritto del lavoratore a tutelare la propria posizione in azienda, laddove in corso di causa in tribunale, possa rivelarsi essenziale una prova come la registrazione audio di una riunione. In queste circostanze, dunque, la tutela del lavoratore contro una possibile lesione dei suoi diritti, prevale sulla tutela della privacy della riunione stessa.

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Attenzione però: se è vero che è ammesso registrare la riunione di lavoro per utilizzare l’audio come elemento per la denuncia di qualche reato alle forze dell’ordine, oppure per costituire una prova in tribunale, è altrettanto vero che è vietato rendere noto a terzi il contenuto della conversazione registrata. Il solo utilizzo che può farsi lecitamente della registrazione è collegato dunque alla tutela dei diritti del lavoratore, magari leso da un caso di mobbing.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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