Costituzione, sovranità, democrazia

Pubblicato il 28 Aprile 2011 alle 07:07 Autore: Francesca Petrini
costituzione

Se poi ci si chiede a cosa possa servire una modifica del testo della Carta fondamentale di tal fatta, non è facile trovare una risposta: a ben leggere la lettera della Costituzione agli articoli 55 e successivi, ci si rende conto che il Parlamento è già organo centrale del sistema parlamentare così come fu inteso all’indomani del secondo conflitto mondiale. Forse, quindi, l’unica cosa positiva di questo testo di modifica è il fatto di poter spingere a ridare potere agli elettori nella designazione dei propri rappresentanti in Parlamento, togliendola a quei signorotti di partito che con il “porcellum” si sono arrogati diritti del popolo sovrano. Chiaro è poi che, con la vigente legge elettorale, preclusiva di una scelta dei rappresentanti parlamentari da parte di cittadini, se passasse una riforma dell’articolo 1 come quella proposta dal deputato del Pdl, ancora più grave e forte sarebbe il carattere assoluto del potere concesso al Parlamento e quindi le conseguenze autoritarie che vivrebbero nella forma di governo. Inoltre, se necessità vera e sentita è quella di un progetto di riforma costituzionale che riporti il governo in Parlamento, rendendolo forte non solo sostanzialmente, in via di fatto, ma anche a livello formale, di modo che si realizzi un’effettiva democrazia governante – decidente, nella quale il Parlamento non sia spogliato dei propri poteri di indirizzo e controllo ed il governo possa altrettanto godere di legittimi e ordinari strumenti per attuare il proprio indirizzo politico, a leggere e discutere di proposte come quella del deputato Ceroni veramente ci si chiede quanto lontana sia dall’agenda parlamentare la politica vera.

In conclusione, affinché sia ancora più chiaro che le forme e i limiti della Costituzione in cui deve esercitarsi il potere per dirsi legittimo non sono un mero intralcio alla realizzazione dell’indirizzo politico del governo, si propone di seguito un pezzo tratto dal testo Democrazia in America di A. de Tocqueville:

Ciò che più rimprovero al governo democratico, nel modo in cui è stato organizzato negli Stati Uniti, non è, come sostengono molti in Europa, la debolezza, ma, al contrario, la forza irresistibile. E ciò che soprattutto detesto in America non è la libertà estrema che vi regna, ma le scarse garanzie che vi si trovano contro la tirannia.

Quando negli Stati Uniti un uomo o un partito patiscono ingiustizia, a chi volete che si rivolgano? All’opinione pubblica? Ma proprio essa forma la maggioranza. All’organo legislativo? Rappresenta la maggioranza e gli obbedisce ciecamente. Al potere esecutivo? È nominato dalla maggioranza e ne è strumento passivo. Alla forza pubblica? La forza pubblica altro non è che la maggioranza sotto le armi. Alla giuria? La giuria è la maggioranza investita del diritto di pronunciare sentenze; gli stessi giudici, in certi Stati, sono eletti dalla maggioranza. Per quanto il provvedimento che vi colpisce sia iniquo o irragionevole, non vi resta che sottomettervi.

Immaginate, invece, un organo legislativo composto in modo da rappresentare la maggioranza, senza essere necessariamente schiavo delle sue passioni; un potere esecutivo che abbia una forza propria, e un potere giudiziario indipendente dagli altri due: avrete ancora un governo democratico, ma non vi saranno quasi più rischi di tirannia”.

Viva l’equilibrio tra poteri, viva le regole, i limiti e le procedure, viva la democrazia!

 


Intervista a Remigo Ceroni su La Stampa del 21 aprile 2011. Alla domanda “l’obiettivo è la magistratura o no?”, il deputato del Pdl risponde “Beh, non si può lasciare il Parlamento sotto scacco dalla magistratura e dalla Corte costituzionale , organi privi di legittimità popolare”.

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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