Dire “se fosse capitato a me, avrei” e inserire una baggianata a piacere

Pubblicato il 7 Dicembre 2020 alle 15:28 Autore: Nicolò Zuliani

Dato che un buon silenzio non fu mai taciuto, domani vi racconterò cosa farei io se mi sequestrassero gli alieni.

Sempre in merito alla storia di Alberto Genovese, indagato per aver stuprato una ragazza di 18 anni, è appena uscita l’intervista a una nota avvocatessa che secondo Dago “fa eco a Vittorio Feltri” con delle dichiarazioni abbastanza comuni; nel senso che le si sente fare spesso. Meritano risposta, dunque.

“Il grande equivoco è scambiare la responsabilizzazione della donna per la sua colpevolizzazione. Quando si verifica uno stupro è scontato che l’ uomo sia colpevole. Prendiamo proprio il caso di Alberto Genovese, è evidente che è un criminale”

Evidente? La signora ha già in mano gli atti del processo e tutti e tre i gradi di giudizio e non ce l’ha detto? Evidente implica un’evidenza, di cui finora noi popolo non abbiamo una traccia. Se lei ce l’ha e può permettersi tali affermazioni, non so se invidiarla.

Infatti sta in carcere e, se dipendesse da me, andrebbe torturato esattamente come ha fatto lui con la sua giovane vittima.

La legge del taglione viene insegnata all’università di legge? Interessante. Ma allora a cosa servono forze dell’ordine e magistratura? Se vale occhio per occhio e dente per dente, allora mi posso arrangiare io. Però a questo punto m’interessa sapere il piano. Nei dettagli, proprio. Voglio sapere come si organizza e pratica uno stupro costituzionale, punto per punto.

Si prende il filmato e lo si replica su di lui? Va bene, allora questo principio si applica su chiunque abbia compiuto violenze carnali. Prendiamo per esempio la professoressa che ha abusato del ragazzino di 15 anni: come si fa? Si prende l’insegnante, la si lega a un letto e la si fa stuprare sotto gli occhi dei genitori? Da chi? Come? Per quanto tempo? È interessante, solo nominare queste cose mi fa sentire estremamente civilizzato.

Però la ragazza ha delle responsabilità in quello che le è successo.

Se io giro con il Rolex nei quartieri spagnoli e mi rapinano, al rapinatore danno una pacca sulla spalla? Ho responsabilità? Certo, se stavo a casa bla bla bla. Se lascio la porta di casa aperta e mi sveglio senza mobili, quelli che me li hanno portati via hanno fatto bene? Perché se la risposta è sì, allora il diritto penale non esiste e possiamo tornare a vivere nell’anarchia. Sei vecchio e debole, io faccio bene a spaccarti la testa e prendermi quello che è tuo. È responsabilità tua proteggerti, non mia di aggredirti.

Io, se qualcuno mi avesse portato in un posto del genere, sarei fuggita immediatamente, e ho insegnato a fare lo stesso alle mie figlie.

Io, se ci fosse un assalto di terroristi nel supermercato, li stenderei immediatamente con un calcio volante, e ho insegnato a farlo anche al mio gatto. Io, se gli alieni mi rapissero, saprei cavarmela senza alcun problema. Il grande problema delle frasi ipotetiche è che non sono mai verificabili e dimostrano una scarsissima capacità empatica, cosa che spesso sfocia nella psicopatologia – ma non è certamente il caso della signora.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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