Premio Nobel Pace 2019: chi è il vincitore etiope Abiy Ahmed Ali

Pubblicato il 11 Ottobre 2019 alle 13:16 Autore: Daniele Sforza
Premio Nobel Pace 2019: chi è il vincitore etiope Abiy Ahmed Ali

Il Premio Nobel per la Pace 2019 è stato assegnato ad Abiy Ahmed Ali, primo ministro etiope. Nulla da fare per uno dei nomi che circolavano negli ultimi giorni, ovvero quello di Greta Thunberg per i suoi alert rivolti ai governi contro il cambiamento climatico. Abiy Ahmed Ali è comunque uno dei personaggi simbolo dell’Africa attuale e il premio gli è stato assegnato per il suo impegno nel piano di cooperazione internazionale e per la risoluzione dei conflitti con l’Eritrea.

Premio Nobel Pace 2019 ad Abiy Ahmed Ali: le motivazioni

L’annuncio ufficiale è arrivato direttamente da Oslo. Il Premio Nobel per la Pace 2019 è assegnato ad Abiy Ahmed Ali “per i suoi sforzi nel raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per il suo impegno e le sue iniziative decisive per risolvere i conflitti lungo il confine con l’Eritrea”. Inoltre, “il premio Nobel per la Pace vuole anche riconoscere tutti gli altri che stano lavorando per la pace e la riconciliazione in Etiopia e nelle regioni dell’Est e del Nord Est dell’Africa”. Resta comunque molto lavoro da fare in Etiopia, anche se “il premier ha avviato importanti riforme che danno speranza a molti cittadini per una vita migliore e un futuro radioso”. Merito di Ahmed è stato quello di “promuovere riconciliazione, solidarietà e giustizia sociale”.

Un premio meritato per uno degli uomini simbolo dell’Africa, ma soprattutto per l’impegno profuso nel favorire la pace nei territori, pace che è anche il tema chiave di questo specifico premio. Iniziato nel 1998, il conflitto tra Etiopia ed Eritrea ha subito una battuta d’arresto nel 2000, senza però arrivare a una conclusione ufficiale o definitiva. Questo stato di sospensione ha contribuito ad alimentare forti tensioni lungo gli ultimi due decenni, almeno fino al 2018, quando in Etiopia si insedia un nuovo governo.

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Chi è Abiy Ahmed Ali

È quello di Abiy Ahmed Ali, che accetta la sentenza dell’arbitrato internazionale risalente al lontano 2002 relativa all’assegnazione all’Eritrea del territorio conteso di Badme. Questo è stato il primo step che ha poi condotto all’accordo di pace siglato nell’estate del 2018. Un momento chiave simbolico che ha contribuito a stemperare le tensioni tra i due paesi, anche grazie all’abbraccio dei due premier, all’apertura delle rotte aeree tra le due zone e al riavvio dei rapporti diplomatici. Non c’è stato però un lieto fine definitivo, in quanto in seguito l’Eritrea ha deciso nuovamente per una chiusura dei confini.

43 anni, Ahmed si è già contraddistinto in Africa per essere il primo premier oromo, ovvero appartenente a un’etnia che in Etiopa ha denunciato spesso discriminazioni etniche, politiche e culturali. Ahmed nasce ad Agaro, la sua famiglia è in parte cristiana, in parte musulmana. La sua attività nel territorio comincia nell’esercito, dove scala i gradi fino a diventare tenente colonnello. La sua strada prosegue in modo differente, ovvero in un’azienda di cyber sicurezza governativa. Nella sfera politica ci entra diventando in seguito ministro della Scienza e della Tecnologia, in qualità di esponente del Fronte Democratico Rivoluzionario del Potere. Il 2 aprile 2018 diventa primo ministro e inizia la sua attività pacifica, dapprima chiudendo il carcere di Maekelawi e liberando diversi prigionieri politici e in seguito avviando una stagione di riforme economiche e sociali. In breve tempo il suo volto diventa un’icona, un simbolo in Etiopia. Ma i simboli, si sa, vanno e vengono e non a tutti piacciono le sue politiche di democratizzazione: evitato qualche tentativo di golpe militare, Ahmed continua per la sua strada sentendosi nel giusto. Il processo in corso è ancora lungo e complicato, ma almeno nel Paese si è riaccesa la fiaccola della speranza.

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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