Reddito di cittadinanza: ecco l’inchiesta sugli immigrati. Violati i requisiti

Pubblicato il 19 Aprile 2021 alle 12:41 Autore: Claudio Garau
mani che indossano guanti per profilassi da contagio Covid19 si passano una banconota da 10 euro

Reddito di cittadinanza: ecco l’inchiesta sugli immigrati. Violati i requisiti

Il reddito di cittadinanza, fin dai tempi della sua introduzione, ha sempre diviso gli ambienti della politica, tra favorevoli e contrari. Ed ovviamente anche la popolazione italiana. Più volte ci siamo soffermati su questa pagine, a parlare di questa misura di sostegno economico a favore di chi ha perso il lavoro o comunque si deve re-inserire nel mondo dell’occupazione. D’altronde, specie in tempi di pandemia, l’utilità del reddito di cittadinanza è innegabile, unito peraltro alla parallela misura denominata ‘reddito di emergenza‘.

Tuttavia, le ultime notizie in tema di reddito di cittadinanza non sono affatto positive. Infatti, la Procura di Genova ha recentemente individuato almeno 500 immigrati che hanno domandato e ottenuto il reddito di cittadinanza senza averne tutti i requisiti. La cosa che davvero sorprende è che molti dei percettori sono passati dall’Italia per un periodo ridotto, non stabilendosi dunque qui: ed altri spediscono quanto incassato all’estero, presumibilmente ai propri familiari. Le posizioni sotto la lente dei PM e della Guardia di finanza sono tantissime. Si pensa di essere di fronte alla classica ‘punta dell’iceberg’, in attesa che emergano molti più casi, e dunque denunce. In buona sostanza, l’Inps – già dal 2019 – avrebbe versato diversi milioni di euro non dovuti a cittadini stranieri. Vediamo un po’ più nel dettaglio.

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Come accennato, la vicenda giudiziaria probabilmente si allargherà, in base a quanto si apprende. Anzi, ogni giorno la lista di chi ha incassato il reddito di cittadinanza illecitamente si allunga. Il sospetto sempre più concreto, di magistrati e investigatori, è che dietro queste macchinazioni vi sia una regia organizzata. Tanto più se pensiamo che non tutti i soldi versati ingiustificatamente, sono poi spesi nella penisola.

Per le autorità, ci potrebbero essere responsabilità ben circostanziate e gravanti su alcuni patronati e centri di assistenza fiscale del centro storico di Genova. In detti luoghi, gran parte degli indagati avrebbe presentato la richiesta di reddito di cittadinanza, ma sfruttando false autocertificazioni sui requisiti obbligatori, tra cui quello della residenza.

Gli investigatori sono stati allertati dalla grande quantità di domande (irregolari) di reddito di cittadinanza, provenienti da pochi Caf e patronati. Il punto è che le irregolarità sono sempre assai simili tra loro, pur variando nome e cognome degli indagati extra-comunitari. Esclusi dall’obbligo di tracciamento patrimoniale e quasi tutti tra i 30 e 50 anni, hanno falsamente dichiarato nell’autocertificazione di essere stati residenti in Italia per almeno un decennio, di cui gli ultimi due continuativi, come disposto dalla legge sui requisiti del reddito di cittadinanza. Tuttavia, in base a quanto si apprende dagli ambienti investigativi, è stato acclarato che il primo ingresso degli indagati in Italia, è ben più recente.

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L’ipotesi che lascerebbe trasparire responsabilità penale e su cui le autorità stanno lavorando è che dietro questo ingiustificato incasso del reddito di cittadinanza vi sia un sistema collaudato e ramificato, in cui ai richiedenti senza i requisiti è stato dato un supporto per aggirare le norme di legge, eventualmente anche in cambio di una frazione del reddito stesso.

Per completezza, ricordiamo che il reddito di cittadinanza è versato dall’Inps ai cittadini italiani; agli stranieri comunitari iscritti all’anagrafe del Comune di residenza; e ai cittadini extracomunitari – ossia titolari di protezione con permesso di soggiorno di lungo periodo e rifugiati – con requisiti ad hoc di reddito e patrimonio familiare, ma anche e soprattutto di residenza.

Insomma, si tratta di requisiti ben precisi e la cui violazione non può che dar luogo ad una inchiesta come quella citata sopra. Non resta dunque che attenderne gli sviluppi, anche per capire se e quando saranno apportati ‘correttivi’ alla sempre discussa misura di sostegno economico voluta dal M5S.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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