Bitcoin: cosa ne pensano davvero gli italiani? L’indagine

Pubblicato il 22 Aprile 2021 alle 11:23 Autore: Claudio Garau
bitcoin

Bitcoin: cosa ne pensano davvero gli italiani? L’indagine

In questi ultimi giorni il bitcoin sta dominando la scena finanziaria: da alcuni considerato l’investimento del futuro, da altri invece una scommessa destinata a naufragare, c’è da dire anche che questa moneta virtuale, la ‘regina’ delle criptovalute, si è fatta notare finora soprattutto per l’estrema volatilità. Difficile insomma che un piccolo investitore o un risparmiatore intenda puntare su di essa, proprio ora.

Qui di seguito vogliamo considerare il bitcoin, alla luce del giudizio che ne danno gli italiani in questo periodo. E’ conveniente o no puntare su questa moneta innovativa? Una indagine realizzata da Wall Street Italia in collaborazione con T-Voice, società di opinion mining, sentiment analysis e topic discovery, intende fare chiarezza su cosa pensano gli italiani in tema di criptovalute e di bitcoin, in particolare. Il mezzo di indagine è rappresentato da algoritmi di artificial intelligence che mirano ad offrire una rassegna credibile di opinioni e sentimenti, condivisi via internet e social network, da parte degli utenti. Vediamo dunque più nel dettaglio qual è l’idea della gente sul tema.

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Bitcoin: qualche cenno alla moneta virtuale per eccellenza

Prima di concentrarci sui dati dell’indagine, vediamo di richiamare alcuni dei tratti essenziali del bitcoin, anche per comprendere meglio le valutazioni emerse nel corso degli studi citati.

Il bitcoin consiste una moneta virtuale inventata nel 2009 da uno sconosciuto giapponese, dallo pseudonimo Satoshi Nakamoto. Questi presentò su una mailing list di esperti di crittografia l’idea della prima criptovaluta: appunto il bitcoin, ossia la moneta virtuale che oggi è entrata prepotentemente a far parlare di sè nel mondo finanziario. Evidentemente fu un’idea che lasciò il segno.

Caratteristica essenziale del bitcoin è che, a differenza delle altre valute, questa moneta non ha alle spalle una Banca centrale che distribuisce nuova moneta, ma si fonda su due principi innovativi, ossia:

  • un network di nodi, vale a dire di pc, che si occupano di gestirla in modalità distribuita, in gergo peer-to-peer;
  • l’utilizzo di una crittografia molto complessa per rendere valide le transazioni e per proteggerle.

Il meccanismo di utilizzo del bitcoin e i pro e contro

Per poter comprare bitcoin o denaro virtuale, l’interessato deve aprire un portafoglio/conto virtuale. A seguito di ciò, deve collegarsi ad uno dei siti web, che offrono la valuta virtuale, versando denaro. Il pagamento avviene via bonifico o carte ricaricabili. Oggigiorno, i bitcoin possono essere o scambiati o spesi e va rimarcato che ormai sono accettati da diverse attività commerciali, sia virtuali che fisiche.

Come vedremo meglio a breve, il bitcoin continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato c’è chi sostiene gli aspetti positivi della moneta virtuale per eccellenza, rimarcandone l’uso rapido e pratico, anche da un comune smartphone e i costi di transazione esigui. Dall’altro lato c’è chi punta il dito contro il possibile crollo della valutazione e sull’affidabilità della rete digitale bitcoin.

Lo abbiamo detto poco sopra: le recentissime indagini sul ‘sentiment’ degli italiani riguardo al bitcoin sono state svolte su quanto compare sulle pagine web. Le analisi sono infatti condotte su più di 8.000 testi in lingua italiana, inerenti il tema “bitcoin”, che compaiono su siti di ambito finanziario e sui principali social network per il periodo che va dal 15 Marzo al 20 Aprile 2021. Ecco i risultati.

I dati dell’indagine rivelano che gli italiani non hanno un parere uniforme

Se consideriamo da vicino i dati dell’indagine citata, possiamo notare che il 46,5% degli italiani che si sono espressi sul web, dà pareri positivi; il 24,5% invece assume una posizione neutrale. Infine, il rimanente 29% dà un giudizio negativo. Da queste percentuali sembra altresì che il bitcoin possa attecchire nel corso del tempo e che qualche probabilità che diventi un investimento diffuso, in verità c’è.

In ogni caso, oggi la criptovaluta e il bitcoin in particolare, costituiscono tematiche molto chiacchierate su internet, sia nei forum che si occupano di finanza sia nei principali social network. Non stupisce insomma che #bitcoin sia la parola più frequente nelle discussioni in internet, insieme a #finanza, #fintech, #cryptocurrency, #altcoin, #blockchain e tante altre del settore.

Nell’indagine emerge nettamente che ‘bitcoin’ è uno degli hastag di più largo utilizzo, e ciò conferma l’interesse degli utenti verso questa criptovaluta. Da quanto emerso, chi scrive commenti sul web si sofferma in particolare sulla rischiosità degli investimenti in criptovalute. In secondo piano invece temi come la sicurezza informatica in caso di operazioni inerenti bitcoin e la blockchain, che appare molto tecnica per chi non è un esperto di informatica. Emerge dunque la volontà diffusa di dire la propria opinione, di condividerla con gli altri utenti allo scopo di contribuire a chiarire il quadro su questo complesso ed innovativo strumento finanziario.

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Qual è il livello di soddisfazione degli italiani riguardo alla moneta virtuale?

Se nelle discussioni web si registrano segnali positivi nei confronti della moneta virtuale e un cauto ottimismo in merito, l’indagine mette in luce anche un complessivamente basso livello di soddisfazione nei confronti del bitcoin, il quale ottiene nel Web Opinion Index, termometro del livello di soddisfazione degli italiani con il bitcoin, un punteggio di 17,53 su 100.

L’indice è variabile da -100 a +100 e 0 costituisce il valore soglia. Valori sopra lo zero indicano soddisfazione. Valori al di sotto indicano insoddisfazione (0-25 basso, 25-50 medio-basso, 50-75 medio-alto, 75-100 alto). In buona sostanza, gli italiani vorrebbero scommettere con ottimismo sulla moneta virtuale, ma ancora si fidano poco e, anche sul web, cercano notizie, aggiornamenti e chiarimenti per capire se davvero questo strumento finanziario potrà rivelarsi fruttuoso nel lungo periodo.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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