Variante indiana coronavirus: cosa si sa al momento e quanto è più pericolosa

Pubblicato il 28 Aprile 2021 alle 10:12 Autore: Guglielmo Sano
Variante indiana coronavirus: cosa si sa al momento e quanto è più pericolosa

Variante indiana coronavirus: cosa si sa al momento e quanto è più pericolosa

Variante indiana: è conosciuta da diversi mesi ma finora non aveva suscitato particolari allarmi a differenza della variante inglese, ceppo del coronavirus che ha ormai preso il sopravvento sulle altre in praticamente tutti i paesi occidentali. Cosa si sa al momento e quali sono i pericoli della sua diffusione?

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Variante indiana: cosa si sa al momento?

La variante indiana del coronavirus (denominata B.1.617) è nota da diversi mesi, tuttavia, non aveva ancora suscitato particolari preoccupazioni, a differenza della variante inglese del Sars Cov 2, ormai “versione” prevalente del virus in praticamente tutti i paesi occidentali. Ora che l’India affronta una spaventosa ondata di contagi (solo lunedì 26 aprile si sono registrati circa 350mila contagi: non era mai successo in nessun paese del mondo, tra l’altro, si tratta di numeri “ufficiali”, quindi, i contagi potrebbero essere molti di più), gli studiosi stanno approfondendo le capacità di trasmissione della variante autoctona oltre che la sua pericolosità. In realtà, non c’è ancora accordi tra gli esperti sull’effettiva “responsabilità” della variante indiana in questa spaventosa ondata di contagi: in sostanza, non si può dire con certezza che l’impennata di positivi sia causata da una sua maggiore capacità di trasmissione.

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Quanto è più pericolosa?

Dunque, non si sa effettivamente se la variante indiana abbia maggiore capacità di trasmissione o se porti a sviluppare forme più gravi di Covid rispetto ad altre varianti: anche perché non è ancora stata approfondita la sua reale diffusione in India. Il fatto che sia stata individuata nei mesi scorsi in diversi paesi potrebbe significare scarsa capacità di trasmissione: in breve, avrebbe già attirato l’attenzione delle autorità sanitarie in caso di maggiore contagiosità o pericolosità.

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Un’ipotesi è che l’ultima terribile ondata che ha riguardato il paese – oltre che dalle numerose occasioni di assembramento per motivi religiosi o sportivi (non limitate in modo particolare finora in India) – sia stata causata dall’azione di più varianti: a tal proposito alcuni scienziati fanno notare che la stessa variante sta continuando a mutare, cioè ne esistono diversi tipi, tutti ancora da analizzare. Un elemento fondamentale da valutare in chiave vaccini: finora è stato dimostrato che in linea di massima i composti disponibili sono efficaci anche contro le varianti (si osserva comunque una lieve riduzione dell’efficacia). Non è ben chiaro se questo si può dire anche rispetto all’immunizzazione dalla versione indiana dal coronavirus.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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