Il caso Alberto Garzón in Spagna: unico ministro comunista in Europa

Pubblicato il 27 Dicembre 2020 alle 19:48 Autore: Saad Tarybqy

Chi è Alberto Garzón?

Alberto Carlos Garzón Espinosa (nato il 9 ottobre 1985) è un politico ed economista spagnolo, attualmente Ministro del Consumo spagnolo. È membro del Partito Comunista di Spagna (PCE) e della Sinistra Unita (Izquierda Unida, IU) dal 2003. Nelle elezioni generali del 2011 è stato eletto deputato all’interno della coalizione. È stato segretario del processo costituente in UI dal 2014 al 2016 e nel 2015 è stato eletto come candidato per le elezioni generali. È ricercatore presso l’Università Pablo de Olavide di Siviglia.

Partito comunista di Spagna (PCE) e Iziquierda Unida (IU)

Il primo partito comunista in Spagna, venne fondato nel 1920 da fuoriusciti della Federazione della Gioventù Socialista e fu uno dei protagonisti della guerra civile alla guida del Fronte Popolare, e della resistenza negli anni del Franchismo.
Alla morte di Franco, il PCE di Carrillo appoggiò la decisione di instaurare in Spagna una monarchia costituzionale basata su una democrazia liberale, creando molta tensione nei comunisti spagnoli. Il partito venne legalizzato il 9 aprile 1977 riuscendo in poche settimane a raccogliere 200.000 adesioni.

Dopo Franco

Nelle prime elezioni libere, il PCE raggiunse il 10% dei consensi, come successivamente nel 1979. Tuttavia, nel 1982 il partito soffrì una sconfitta elettorale che sfociò, unita alla non totale accettazione della dottrina eurocomunista, nelle dimissioni di Carrillo, sostituito da Geraldo Iglesias. In seguito il PCE abbandona l’eurocomunismo e Carrillo viene espulso dal partito nel 1985.
Nel 1986, il PCE partecipò con altre forze politiche alla fondazione della Sinistra Unita (Izquierda Unida, IU), costituita inizialmente come coalizione elettorale e successivamente come movimento politico e sociale, di cui fa parte tuttora.

L’elezione di Centella a Segretario

Il XVIII Congresso del PCE, nel 2009, elegge Segretario José Luis Centella. Durante la segreteria di Centella, il PCE allarga il suo sistema di alleanze, andando oltre Izquierda Unida. Alle elezioni del 2011, viene presentata la lista Izquierda Plural, che oltre a IU comprende anche Les Verdes. Alle elezioni del 2015, IU si presenta nella maggior parte delle comunità autonome con la coalizione di Unidad Popular, insieme a vari movimenti regionalisti, mentre in Catalogna, Galizia e in Comunità Valenciana costruisce alleanze con Podemos.

Per le elezioni del 2016, l’intesa con Podemos viene raggiunta su tutto il territorio nazionale e viene presentata la lista Unidos Podemos, con cui il PCE è tutt’ora impegnato.

Tra il 2016 e il 2017 il PCE svolge il XX Congresso, durante il quale Centella critica fortemente la costruzione di IU. In conclusione del Congresso, il Partito torna ad adottare ufficialmente nello statuto il marxismo-leninismo. Dopo un periodo di transizione, Enrique Santiago viene eletto segretario e Centella diventa presidente del PCE.

Elezioni novembre 2019 e primo governo di coalizione spagnolo

Le elezioni generali in Spagna del novembre 2019 si sono tenute il 10 novembre per il rinnovo dei due rami del parlamento spagnolo. Sono tenute dopo sei mesi dalla precedente tornata elettorale, dal momento che il PSOE, pur avendo ottenuto la maggioranza relativa dei voti, non era riuscito a formare un nuovo governo con Podemos e con le altre forze politiche.

Le elezioni hanno visto la vittoria del PSOE, pur in calo rispetto alle precedenti. Il Partito Popolare, in crescita, si conferma secondo partito, seguito da Vox, che passa dal 10 al 15%, mentre crolla Ciudadanos; in flessione anche Unidas Podemos che, nonostante la scissione della componente legata ad Íñigo Errejón, si conferma quarta forza del Paese.

Il nuovo Governo Sanchez

A gennaio 2020, con 167 voti a favore, 165 contrari e 18 astensioni lo spagnolo Pedro Sánchez, leader del partito socialista (Psoe) ha ottenuto il voto favorevole del parlamento per tornare nuovamente primo ministro e formare un governo insieme a Unidas Podemos, seconda forza di sinistra del Paese.

Fondamentale per arrivare alla fiducia del nuovo esecutivo l’astensione di Esquerra Republicana (Erc), principale partito catalano indipendentista di sinistra. Trattandosi della seconda votazione, infatti, era sufficiente una maggioranza relativa, anziché quella assoluta (176 voti). “Inizia oggi un momento di moderazione, progresso e speranza” ha twittato il neo premier subito dopo la formazione del governo di coalizione progressista, una formula mai vista finora in Spagna.

Il governo, capitanato dal giovane socialista Pedro Sanchez, rappresenta il primo governo di coalizione spagnolo e l’unico con un membro comunista in Europa: Alberto Garzon.
“I comunisti tornano al governo in Spagna dopo ottant’anni”. Vero. Salvo trarre da questo paragone temerario tutte le dovute implicazioni.
Ottanta anni fa, nel nome del fronte popolare antifascista, i ministri del PCE subordinarono la rivoluzione spagnola alla coalizione di governo con la borghesia repubblicana

Il programma Garzón

Secondo Garzòn, non si può essere indipendentisti e comunisti contemporaneamente, e così si colloca pubblicamente nella seconda categoria. Su questa linea Garzon ha guidato il movimento UI negli ultimi anni, riconoscendo l’impossibilità dei comunisti di incidere nella realtà politica in questo periodo storico. Attraverso coalizioni e compromessi, infatti, Garzòn ha intenzione di applicare i principi cari al suo partito, combattendo per diminuire le disuguaglianze sociali tra le classi nello Stato borghese/capitalista.

Si è subito adoperato per la difesa dei diritti dei consumatori, mosso dal ruolo che ricopre, All’inizio del 2020, il Ministro spagnolo del Consumo, ha affrontato la questione delle scatole di bottino nei videogiochi in Spagna. In una prima dichiarazione, ha detto che “dobbiamo esplorare quale sia la realtà in questo momento”, poiché l’intenzione del governo è quella di limitare la loro attività.

La lotta contro le loot boxes

La premessa di Alberto Garzón è semplice: “li regoleremo (le scatole del bottino) con un obiettivo, quello di proteggere il minore”. Questa affermazione è il principale mantra su cui si basa il Ministero del Consumo per difendere la propria posizione. Questo poiché “i minori (…) sono un settore normalmente considerato vulnerabile perché la loro identità è ancora in fase di formazione”.
Secondo il ministro, questo tipo di elemento all’interno dei videogiochi “induce schemi mentali in cui questo tipo di consumo è normalizzato e, quindi, si stanno sostanzialmente normalizzando anche le slot machine al di fuori dei videogiochi”.

Un’altra questione all’ordine dell’agenda del ministero del consumo, è di rendere gratuiti i numeri di telefono del servizio clienti delle aziende che forniscono servizi di base, sia pubblici che privati. Sono inclusi anche i trasporti postali, aerei, terrestri e marittimi, la tutela della salute, i servizi igienici e le aziende di smaltimento dei rifiuti.

Tutte le altre aziende sono tenute ad avere un numero di telefono fisso o mobile, che deve essere presente nella pubblicità del servizio clienti. Nessun telefono del servizio clienti può costare più di una telefonata verso un telefono fisso o mobile.

Garzón sulla monarchia

Il modello dello Stato deve servire a risolvere le crisi “ecologiche, sanitarie, economiche e territoriali”. “Qui entra in gioco la parte repubblicana, che ha più a che fare con il modello del Paese, più con la responsabilità che con il Capo dello Stato”, ha spiegato Garzón.

É netta la posizione del ministro di Izquierda Unida nei confronti del monarca.  Alberto Garzón ha detto (attraverso un Tweet) di considerare “insostenibile” la posizione di “una monarchia ereditaria che sta manovrando contro il governo democraticamente eletto”. Poco dopo il Tweet, il segretario generale di Podemos ha appoggiato Garzón sottolineando che “rispetto istituzionale significa”, tra l’altro, “neutralità politica del capo dello Stato”

Il presidente di Ciudadanos, Inés Arrimadas, ha definito “inammissibili” le parole contro la monarchia del vicepresidente del Governo, Pablo Iglesias e di Alberto Garzón. Ha inoltre esortato il capo dell’esecutivo, Pedro Sánchez, a “rinnegarli” e a venire in difesa del re Felipe VI. “Ciò che danneggia veramente la democrazia sono questi attacchi del populismo alle istituzioni che appartengono a tutti. Sono parole inaccettabili e improprie da parte dei membri del governo spagnolo. Sánchez deve immediatamente rinnegarli e difendere il Capo dello Stato. Io, con il Re”, ha scritto Inés Arrimadas in un messaggio sul suo account Twitter”.

Il parere sullo scandalo del Re emerito

Commentando le accuse di frode al Tesoro che hanno colpito il Re emerito Juan Carlos I, Garzón ha sostenuto che il “riconoscimento che si è verificato un crimine fiscale” è venuto dopo che Juan Carlos I ha cercato di “regolarizzare il suo reddito”. Garzón ha dichiarato:

“Questo fatto che si aggiunge alle accuse, ha una serie di indicazioni. Ma oltre a ciò, la chiave non è affrontarla per la sua natura morale, ma istituzionale. Perché è successo tutto questo? Come è successo? Perché non ci sono stati sufficienti controlli o responsabilità”

Su questa linea, Garzón si è trovato d’accordo con la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, quando ha affermato che il monarca non era un cittadino qualunque. “È diventato chiaro che questo è vero”, ha detto, sottolineando che la Casa Reale “è al di sopra di tutto a causa della sua armatura e dell’impunità”.

Tuttavia, Garzón ha insistito sul fatto che non è questo il problema che “muove con urgenza” l’esecutivo della coalizione, che si concentra su “problemi di maggiore importanza”. “Ma dovremo chiederci cosa ha fatto il capo dello Stato“, ha detto.