Cos’è il COPASIR: storia, compiti e polemiche attuali

Pubblicato il 29 Marzo 2021 alle 16:52 Autore: Andrea Noli

La presidenza del COPASIR sta facendo litigare i due storici alleati Lega e Fratelli d’Italia. Entrambi sostengono con forza la propria posizione ma solo una può avere ragione. Ma cos’è il COPASIR e perché è così importante da far litigare due partiti solitamente alleati?

Cos’è il COPASIR?

Il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica è l’organo del Parlamento che vigila sull’operato dei nostri servizi segreti. In concreto si assicura che i servizi segreti operino nei confini delle leggi e della Costituzione.

Per adempiere a questo compito, il COPASIR gode di poteri in materia di controllo e consultivi. Svolge audizioni periodiche al Presidente del Consiglio e dei ministri facenti parte del Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR), oltre che dei responsabili del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

I poteri del COPASIR

Il COPASIR può richiedere al Presidente del Consiglio di avviare delle inchieste interne per verificare la bontà della condotta dei membri (presenti e passati) degli organismi di informazione e sicurezza. Inoltre, il comitato può acquisire documenti, informazioni e atti dalla pubblica amministrazione, dall’Autorità giudiziaria e anche in deroga al segreto di indagine.

Un altro dei principali poteri del COPASIR, seppur non vincolante, è quello di fornire un parere preventivo sugli schemi di attuazione delle leggi di riforma.

Perché il COPASIR ha fatto litigare Lega e Fratelli d’Italia?

Per capire il motivo della diatriba, è necessario andare a vedere come si compone il comitato. Il COPASIR è un organo bicamerale composto da dieci membri, equamente divisi tra le due Camere. Questi vengono nominati dai presidenti delle rispettive Camere in modo da rappresentare proporzionalmente le forze politiche che compongono il Parlamento.

L’eccezione è il presidente: questo deve essere eletto tra i componenti dei gruppi di opposizione. E qui nasce il problema.

I tre governi di questa legislatura hanno visto un continuo ricambio di maggioranza e opposizione, con due eccezioni. Il Movimento 5 Stelle è sempre stato alla maggioranza e Fratelli d’Italia sempre all’opposizione.

Il COPASIR con il Governo Draghi

All’inizio della legislatura, il presidente del COPASIR era Lorenzo Guerini del PD. Una volta caduto il Conte I però, Guerini è stato nominato ministro della Difesa (riconfermato nell’attuale governo) e si è quindi dimesso.

A succedergli è stato il deputato leghista ed ex sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi. Ma ora anche la Lega fa parte della maggioranza e quindi FdI rivendica la presidenza del COPASIR essendo de facto l’unica opposizione al governo.

La Lega però non vuole mollare la presidenza e si fa forza su un precedente più o meno simile.

Il COPASIR con il Governo Monti

Per spiegare le ragioni della Lega, dobbiamo tornare indietro al 2011. Berlusconi si dimette e Napolitano conferisce l’incarico a Mario Monti. Il presidente del COPASIR fino a quel momento era Massimo D’Alema del Partito Democratico. E dopo l’insediamento del governo tecnico, pure.

Il PD, fino a quel momento all’opposizione, entra in maggioranza ma tutti i partiti decisero di respingere le dimissioni di D’Alema con la motivazione che il governo era totalmente tecnico. La Lega, pur non sostenendo il governo, condivise questa interpretazione.

Questa la motivazione per cui la Lega ritiene di non dover “riconsegnare” la presidenza del COPASIR.

Le ragioni di Fratelli d’Italia

Oltre a svariati giuristi, a dare ragione al partito di Giorgia Meloni c’è anche la profonda differenza strutturale tra i governi Monti e Draghi.

Il primo, come dicevamo, era totalmente tecnico. Il secondo invece, è un ibrido dove i ministeri sono divisi tra nomi tecnici e politici scelti tra i membri della maggioranza.

Secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassare, ha ragione Fdi dato che “c’è una legge che si deve applicare”. Sul precedente di D’Alema ha inoltre affermato che esso si trattava “non si trattò cioè di una prassi conforme alla norma ma di una prassi contraria alla norma. E quindi nulla.”

Ai posteri l’ardua sentenza.

L'autore: Andrea Noli

Analista aziendale, scrivo articoli da oltre quattro anni oscillando tra Economia e politica.
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