Lavori gravosi e Super Ape Social: riforma pensioni soft all’orizzonte?

Pubblicato il 22 Settembre 2021 alle 15:54 Autore: Claudio Garau
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Lavori gravosi e Super Ape Social: riforma pensioni soft all’orizzonte?

Il Governo è conscio che non è possibile, almeno al momento, dare luogo ad una riforma pensioni davvero di ampio respiro. Mancano infatti le coperture necessarie a garantirne l’attuazione. Se pertanto il ritorno alla legge Fornero dal 2022 pare ormai cosa (quasi) certa, vero è che si sta lavorando al fine di allargare l’Ape Social a più categorie di lavoratori, rispetto a quelle attualmente comprese nell’incentivo. L’Ape Social consiste in un anticipo pensionistico con indennità-ponte erogato dall’INPS.

In questi ultimi giorni, la Commissione istituzionale sui lavori gravosi, presieduta dall’ex ministro Cesare Damiano, ha approvato il documento, che a questo punto il ministero del Lavoro trasmetterà per l’esame dell’Esecutivo e delle Camere, entro la prossima settimana. Obiettivo è favorire la possibilità di andare prima in pensione, quanto meno per alcune categorie di lavoratori. Vediamo qualche dettaglio in proposito.

Lavori gravosi: la funzione dell’Ape Social e l’importo

La linea è quella di far andare prima in pensione coloro che svolgono lavori usuranti o comunque pesanti per psiche e fisico. Se non è possibile favorire il pensionamento anticipato di alcuni, le istituzioni vorrebbero comunque estenderlo ad un maggior numero di lavoratori. In particolare, l’acronimo Ape, che sta per anticipo pensionistico, consente dal 2017, ad alcune categorie di lavoratori – tra cui coloro che svolgono mansioni usuranti – di avere accesso alla pensione in tempi più veloci rispetto a quelli previsti dalla regola generale.

In buona sostanza, chi ha compiuto 63 anni può anticipare l’uscita dal lavoro, ricevendo un’indennità mensile che è assegnata fino all’età della pensione vera e propria. Ad es. se un soggetto può andare in pensione a 67 anni e rientra nelle categorie lavori gravosi e usuranti può andarsene a 63, ricevendo detta indennità-ponte fino al compimento appunto del 67° anno di età, da quando cioè incasserà la effettiva pensione. Ma si tratta di un provvedimento che, come Quota 100, terminerà di avere effetto il 31 dicembre 2021. Ecco perchè il Governo sta pensando alle contromisure: introdurre una Super Ape, allargando il numero di categorie di lavoratori, che possono conseguire l’incentivo.

In particolare, l’Ape Social è stata introdotta dalla legge di stabilità 2017, e poi prorogata anno dopo anno fino alla recente legge di bilancio n, 178 del 2020. Oggi la misura è applicata per tutto il 2021, per chi otterrà i requisiti previsti nel corso dell’anno.

L’indennità è versata fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata, ed è:

  • di importo corrispondente alla rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione se la pensione è al di sotto dei 1500 euro;
  • oppure corrispondente a 1500 euro se il calcolo della pensione è pari o al di sopra a 1500 euro.

L’Ape Social ha come destinatari i lavoratori dipendenti pubblici e privati, autonomi e i lavoratori iscritti alla gestione separata.

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Lavori gravosi: quali sono quelli individuati dalla Commissione?

Come abbiamo visto, in questi giorni si sta discutendo se includere nuove categorie di lavoratori nella lista dei lavori gravosi. Nella logica che chi svolge lavori usuranti o comunque pesanti a livello mentale o fisico, ha diritto di andare prima in pensione. Una sorta di riforma pensioni ‘soft’, in altre parole.

La citata Commissione istituzionale sui lavori gravosi ha individuato ben 203 nuove mansioni che, se svolte, potrebbero consentire di incassare questa misura-ponte. Vero è che sul tavolo permane comunque il nuovo progetto di riforma delle pensioni 2022 con l’adeguamento dei requisiti per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro e la predisposizione di una serie di interventi per il dopo Quota 100, che com’è noto scadrà a fine anno. Ma almeno per il momento però non sono all’orizzonte notizie eclatanti, se non quanto in tema di lavori gravosi.

Ci si potrebbe chiedere chi sono i lavoratori che potrebbero essere inclusi nella nuova lista lavori gravosi, stilata dalla Commissione. Ebbene, tra essi possiamo trovare: saldatori, bidelli, conduttori di autobus e tranvieri, benzinai, macellai, panettieri, insegnanti delle scuole elementari, tassisti, commessi e cassieri, operatori sanitari qualificati, falegnami, magazzinieri, portantini, verniciatori industriali, forestali.

Concludendo, non è detto che sia questa la lista definitiva: ora spetterà al Ministro dell’Economia Franco e del Lavoro Orlando decidere se apporre variazioni.  

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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