Aeroporti: quali hanno sofferto di più per la pandemia e quali si stanno riprendendo

Pubblicato il 3 Novembre 2021 alle 18:32 Autore: Redazione
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Pochi settori economici non hanno risentito della pandemia, è quello del trasporto aereo è senza dubbio uno dei più colpiti. Ora il peggio sembrerebbe essere passato, e non passa giorno senza che la parola “ripresa” campeggi nei titoli dei giornali. Ma come la stanno affrontando gli aeroporti italiani? Siamo tornati ai livelli pre-Covid? Vediamolo con l’aiuto di alcuni dati.

I dati del crollo del traffico aereo italiano

Il settore dell’aeronautica civile nel nostro paese ha conosciuto nell’arco del 2020 e della prima parte del 2021 un drastico calo del suo traffico, che ha sfiorato le poche centinaia di voli a settimana durante i mesi del primo lockdown da metà marzo a fine giugno, rispetto ad una media di 3500-4000 voli a settimana per lo stesso periodo nel 2019.

Per spiegare meglio la situazione ci baseremo su un report di EUROCONTROL che raffronta l’ultima settimana di maggio 2021 con lo stesso periodo del 2019. Tutti i principali aeroporti italiani hanno riportato un crollo del numero di passeggeri, con Fiumicino in testa al -75%, seguito da Venezia al -70% e da Milano Malpensa al -61%. Il calo, sempre sulla base della stessa settimana di riferimento, ha colpito soprattutto il traffico internazionale (-74%) e in misura minore quello nazionale (-44%).

Per quanto riguarda le compagnie aeree, la situazione è simile. Le principali compagnie che operano in Italia – Alitalia, Ryanair, Wizz Air e easyjet – hanno registrato rispettivamente un calo del numero dei voli del – 68%, -75%, -38% e -87%.

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Come sta andando la ripresa?

Ora, in che modo la tanto citata ripresa sta coinvolgendo gli aeroporti del nostro paese? In maniera notevolmente diseguale e per certi versi sorprendente, come illustrato dai dati di Assaeroporti in riferimento al mese di agosto di quest’anno.

I grandi aeroporti internazionali del nostro paese sembrano ancora ben lontani dall’aver recuperato i loro livelli di traffico pre-Covid, come dimostrato dal -62,9% di Roma Fiumicino rispetto ad agosto 2019, dal -56,7% di Venezia e dal -42,2% di Milano Malpensa.

A reggere il colpo sono gli aeroporti più piccoli, quelli che raccolgono soprattutto il traffico nazionale. Brindisi ha addirittura registrato un incremento del 8,2% dei passeggeri rispetto ad agosto 2019, mentre Olbia si mantiene fondamentalmente sugli stessi livelli. Merito dei passeggeri sui voli nazionali, che sono addirittura in aumento rispetto all’epoca pre-Covid. I voli verso le destinazioni europee ed extra europee invece sono in crescita rispetto al 2020, ma sono ancora lontanissimi dal 2019 anche se a livello europeo i voli hanno raiggunto il 72% del traffico del 2019.

Le prospettive per il futuro e il cambiamento delle abitudini dei viaggiatori

A partire dall’inverno 2021 ci si può aspettare un incremento della crescita dei voli internazionali, anche grazie ad un aumento delle rotte verso le destinazioni del nostro paese. Quanto ci metteranno però i viaggiatori stranieri a tornare nel nostro paese con la stessa frequenza dell’epoca pre-pandemica, è difficile a dirsi e molto dipenderà dalle evoluzioni dei prossimi mesi soprattutto in termini di scelte politiche.

Il Presidente degli Stati Uniti Biden ha appena annunciato la fine delle restrizioni ai viaggiatori in ingresso nel paese che hanno già ricevuto una seconda dose di vaccino, e questo non potrà che migliorare le prospettive degli aeroporti internazionali italiani.

I quali però, nel frattempo, dovranno anche adattarsi alle nuovi abitudini dei viaggiatori. Ad esempio, in termini di trasporti da e per l’aeroporto. Sono sempre di più infatti coloro che scelgono di raggiungere lo scalo con la propria auto, evitando il trasporto pubblico.

Infatti, se da un lato il semplice pensiero di spostarsi da e per l’aeroporto nella propria auto senza altre persone sconosciute attorno offre un sentimento di sicurezza che aiuta le persone a riprendere a viaggiare e a visitare altri paesi, d’altra parte bisogna anche notare che il prezzo del parcheggio in aeroporto rimane più basso rispetto all’epoca prepandemica. Questo incentiva i viaggiatori a lasciare le loro proprie auto in sicurezza in aeroporto per il periodo del viaggio, grazie al costo molto ragionevole.

Oggi le persone vogliono tornare a viaggiare come un tempo, ma lo vogliono fare osservando i protocolli di sicurezza e facendo delle scelte adatte alla situazione che vivono attualmente, sia in termini di destinazioni (preferendo quelle nazionali) che in termini di trasporto da e per lo scalo. Per cui se un tempo il parcheggio aeroportuale era un impianto sottovalutato da molti viaggiatori o usato solo da pochi viaggiatori finora, oggi viene rivalutato e utilizzato sempre di più per gli ovvii vantaggi che offre.

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