Fattori politici che influenzano l’industria dei casinò online in Italia

Pubblicato il 22 Giugno 2022 alle 18:07 Autore: Redazione
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Fattori politici che influenzano l’industria dei casinò online in Italia

Dalle vicende che hanno toccato il senatore Laboccetta ai finanziamenti trasversali della Snai: poco noti, ma continui (e non sempre trasparenti) sono i contatti tra aziende del settore dei casino online e chi ci rappresenta (la classe politica). Berlusconi disse di voler togliere l’Imu, aumentando le tasse. Ma è di famiglia la super-società di scommesse…

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Consulenze, sponsorizzazioni di campagne elettorali e finanziamenti ai partiti. L’intreccio tra Azzardopoli e politica ha le spalle larghe. Saltano fuori di tanto in tanto questi legami, soprattutto grazie al lavoro dell’antimafia. Qualche altra volta, basta dare un’occhiata ai bilanci delle grandi aziende degli online casino Italia per scoprire manfrine trasversali. Dal futuro sindaco di Roma Alemanno all’ex tesoriere dei Ds Sposetti. Per concludere con Berlusconi, che con i nuovi giochi dei casinos online promette sconti sulle imposte. Un comparto a cui non sono insensibili tutte le holding del Cav. Berlusconi.

Partiamo dal caso Snai

L’online casino Italia più importante del nostro paese, già nel 2006 aveva finanziato il partito della Margherita come confermato da Maurizio Ughi, consigliere d’amministrazione, con ben 150mila euro. All’Udc andarono 30mila euro appena un anno dopo. Al Comitato elettorale per “Alemanno Sindaco” andarono 50mila euro nel 2008. Tuttavia, come lamentò Ughi durante Report, la politica non aveva fatto mai niente per la sua società, nonostante i soldi elargiti con cotanta beneficenza. Tutto questo, nonostante in quegli anni i bonifici siano arrivati un po’ dappertutto. A Ugo Sposetti arrivarono 45mila euro, così come a Raffaele Lombardo.

Le parole dello stesso Ughi confermano il fatto che gli online casino Italia abbiano fatto un tentativo per “ottenere ascolto dalla politica”. Lo stesso disse che aveva più volte cercato di far approvare delle leggi ad hoc, senza però mai esserci riuscito.

Episodi imbarazzanti

A volte, le frequentazioni tra aziende di casino online e partiti, hanno generato imbarazzanti episodi. Come quando Amedeo Laboccetta, senatore del Pdl e componente della Commissione antimafia, fu costretto a consegnare un computer alla Guardia di Finanza, che lui stesso si era rifiutato di consegnare a seguito di una perquisizione. Il senatore venne indagato assieme al suo ex assistente Corallo per i presunti finanziamenti della Banca popolare di Milano, per falso e favoreggiamento. Di fatto, Corallo è il titolare di “Atlantis/Bp Plus”, uno dei marchi di slot machine più popolari. Corallo, tentando di respingere la perquisizione, si appellò all’immunità diplomatica, poiché ambasciatore nella Repubblica Caraibica di Dominica presso la Fao. Tuttavia, al Fondo dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione non lo conosceva nessuno.

Già suo padre fu costretto spesso a frequentare i tribunali a causa dei buoni rapporti che intratteneva con Nitto Santapaola (boss catanese), ed era anche stato condannato a 7 anni di reclusione a causa dei suoi sporchi affari nel mondo del gioco d’azzardo online.

Non sappiamo quanti politici frequentino Azzardopoli

Non li conosciamo tutti, ma alcuni sì. Tra i migliori d’Italia, come non citare:

  • Mario Adinolfi, tra i migliori nel gioco del poker in campo internazionale. Guarda caso, proprio Adinolfi invocava da tempo la “legalizzazione” del poker live.
  • Vincenzo Maruccio, capogruppo dell’Idv nella Regione Lazio, che è stato soprannominato “il bombardiere”. Questo nomignolo gli era stato assegnato dai gestori dei centri scommesse che con grande assiduità frequentava, puntando anche tramite cellulare e, secondo l’accusa, utilizzando i fondi del partito.
  • Silvio Berlusconi e la sua idea di eliminare l’Imu con il gioco d’azzardo. Chissà se pensava a Glaming, una giovane società piuttosto nota tra le massaie, che si propone come “il luogo migliore dove informarsi e divertirsi con curiosità dal mondo del gossip e contenuti originali”.

Ma a chi appartiene Glaming?

Il 70% appartiene a Mondadori! Che come tutti sanno, è il Cavaliere a controllare tramite Fininvest. Che i frequentatori del parlamento siano insensibili alla Dea bendata è difficile da pensare. Si tratta pur sempre di un “vessillo” nazional popolare; il giro d’affari legato al gioco d’azzardo aumenta di anno in anno e supera i 100 miliardi! Nel 2022 si prevede ancora un aumento legato alla maggiore attività post-pandemia.

Solo Eni ed Enel superano quella che è ad oggi la terza industria del nostro paese, che conta circa 80 mila dipendenti, anche se i rappresentanti confindustriali sparano alto e questi numeri li fanno salire fino a 140 mila.

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