Riduzione biglietti Politiche 2022: sconto, compagnie e a chi spetta

Pubblicato il 29 Agosto 2022 alle 09:42 Autore: Guglielmo Sano
Riduzione biglietti Politiche 2022: sconto, compagnie e a chi spetta

Riduzione biglietti Politiche 2022: sconto, compagnie e a chi spetta

Riduzione biglietti: a chi spetta per recarsi presso il proprio comune di residenza in occasione delle Politiche 2022? Quali compagnie offrono uno sconto per sceglierà di recarsi al proprio seggio in vista della tornata del 25 settembre? Uno sguardo veloce alle informazioni fondamentali sul tema.

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Riduzione biglietti: chi può usufruirne per le Politiche 2022?

Riduzione biglietti: la compagnia aerea Ita e le Ferrovie dello Stato, come di consueto, offrono una tariffa agevolata a chi abita lontano dal proprio comune di residenza e quindi dovrà viaggiare per raggiungere il proprio seggio in occasione delle Politiche 2022. Nello specifico, grazie alla convenzione stipulata tra FS e Ministero dell’Interno, chi vorrà raggiungere la propria residenza per votare (anche dall’estero) potrà contare su un’agevolazione pari al 70% del costo del tagliando di viaggio sui servizi offerti da Trenitalia, Trenitalia Tper, Trenord ed FSE (Alta Velocità, Intercity, Eurocity Italia-Svizzera).

L’agevolazione sulla tariffa si abbassa al 60% per quanto riguarda le semplici corse regionali e interregionali. Importante che la data di andata sia successiva al 16 settembre e quella di ritorno non superi il 15 ottobre. Anche la compagnia aerea Ita offre uno sconto pari al 50% per i voli nazionali, al 40% per i voli internazionali, al 25% per quelli intercontinentali, nel caso si voglia fare ritorno alla località di voto: i biglietti andranno acquistati tra il 30 agosto e il 25 settembre per un viaggiare tra il 22 e il 28 settembre.

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Chi può votare senza fare ritorno alla residenza

Riduzione biglietti: allo stato dei fatti, lo strumento dello sconto sui mezzi è fondamentale per evitare un ulteriore rialzo del tasso di astensione. Infatti, per chi è domiciliato in un luogo diverso da quello di residenza – una condizione che accomuna circa 5 milioni di elettori – attualmente non è possibile votare se non, appunto, tornando al proprio comune.

La questione del voto fuorisede è stata solo sfiorata nel corso dell’ultima legislatura nonostante le varie proposte depositate in Parlamento dal 2019 in poi. Visto che le regole risultano invariate su questo fronte, il voto nel comune in cui si è domiciliati ma non residenti rimane consentito solo al personale in servizio di forze armate, dell’ordine e dei vigili del fuoco, oltre che ai naviganti imbarcati e ai degenti in ospedali e case di cura.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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