Sondaggi elettorali spagnoli, si profila una maggioranza di PP e Vox

Pubblicato il 22 Settembre 2022 alle 16:07 Autore: Gianni Balduzzi
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Sondaggi elettorali spagnoli, si profila una maggioranza di PP e Vox

Se nel prossimo futuro le elezioni italiane sono le prime di una certa importanza per l’Unione Europea, non sono tuttavia le uniche.

Nel 2023 saranno chiamati alle urne anche gli spagnoli. E come più spesso avviene, si tratterrà di una tornata che non interesserà solo i cittadini della Spagna, ma anche quelli degli altri Paesi della UE, esattamente come sta avvenendo per il voto in Italia.

Come si è visto dalle polemiche sugli stretti rapporti tra Fratelli d’Italia e l’iberica Vox, ormai i partiti europei sono spesso strettamente legati tra loro e le fortune o i rovesci delle formazioni politiche di uno Stato influenzano anche quelle dei partiti affini.

Diamo allora uno sguardo ai sondaggi elettorali spagnoli. Ricordiamo che in Spagna si vota con un sistema elettorale che però prevede circoscrizioni piuttosto piccole, che coincidono con le provincie, e in cui si eleggono spesso solo 3-5 deputati, con le eccezioni di Madrid (37) o Barcellona (32).

Di fatto, quindi, vi è uno sbarramento naturale: è difficile per partiti piccoli, con meno del 3%, eleggere qualcuno, a meno che non siano concentrati in determinate aree, come accade alle formazioni autonomiste, per esempio.

Secondo gli ultimi la maggioranza assoluta dei 350 seggi dovrebbe essere appannaggio dell’alleanza tra i Popolari, tradizionale formazione di centrodestra che aderisce al PPE, e Vox.

Quest’ultimo partito è la novità più recente del panorama politico iberico. Sulla scia di tante altre liste simili, si posiziona a destra, in ambito nazionalista ed euroscettica. È dello stesso gruppo di Fratelli d’Italia, ECR, in Europa, ed è cresciuta rapidamente.

Gli sconfitti dovrebbero essere i socialisti del Psoe, attualmente al potere, e la sinistra radicale e populista di Unidas Podemos, così come il loro spin off progressista Mas Pais.

Quasi azzerati i liberali di Ciudadanos, mentre gli autonomisti e gli indipendentisti catalani, baschi, canari, avranno come sempre numerosi seggi, ma forse senza risultare determinanti.

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Sondaggi elettorali spagnoli, Vox però non sfonda, il PP rimane il dominus nel centrodestra

Secondo uno degli ultimi sondaggi elettorali, quello di DYM, diffuso da electomaina.es, Vox dovrebbe ottenere il 15,2% e 50 seggi. Non riesce a progredire rispetto al 2019, quando aveva avuto la stessa percentuale e due seggi in più.

Anche le stime di altri istituti non sono molto diverse. In settembre si va dal 13,4% di GAD3 al 17,3 di Simple Logica. Sembrano lontane quelle settimane dell’inverno e della primavera di quest’anno quando mediamente superava il 20% e sembrava poter insidiare il primato dei potenziali alleati del Partido Popular.

Oggi il PP di Feijoo è dato in rapida crescita. DYM lo dà al 31%, mentre, con 131 seggi. È sopra il 30% e sopra i 130 scranni alle Cortes anche per gli altri istituti. Insieme dunque PP e Vox otterrebbero più di 180 seggi su 350, la maggioranza assoluta.

Il dato più significativo è che il moderato Feijoo sembra attirare più di Abascal, il leader più populista e nazionalista di Vox.

Il PP così si mette alle spalle anni di crisi, quando il partito era andato anche sotto il 17%, e cerca di recuperare i vecchi fasti, ma difficilmente si tornerà alla situazione in cui la formazione vincente aveva più del 40%, come accadeva nell’epoca in cui in Spagna sembrava quasi vigere un bipartitismo tra Psoe e PP.

Sicuramente è stato quasi eliminato un grande concorrente, Ciudadanos, che nel 2019 era arrivato, prendendo più del 15%, a meno di un punto dal PP. Oggi è al 2,4%. Il suo messaggio centrista liberale non è passato, e gran parte dei suoi elettori sembra oggi optare per i popolari.

Nel centrosinistra il Psoe segue il PP con il 26,7% e 105 seggi per DYM, 15 in meno che tre anni fa, a fronte di un calo di solo l’1,3%. Non è però più il primo partito, cosa che lo sfavorisce nei collegi piccoli.

Maggiore è il calo della sinistra radicale di Unidas Podemos, data al 10,4% con 22 seggi, mentre Mas Pais ne conserverebbe 3.

Anche aggiungendo gran parte dei 38 seggi degli indipendentisti non si potrà replicare un governo Sanchez. Senza contare che già ora gli indipendentisti comunisti catalani, come gli autonomisti di sinistra galleghi come Junts per Catalunya non lo appoggiano.

Le cose ovviamente potrebbero mutare molto entro fine 2023. La politica spagnola gli ultimi 10 anni è stata più movimentata del solito. Ma oggi sembra che il Paese iberico sia avviato verso un cambio di governo

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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