Sondaggi politici Demos, sale la fiducia nel Presidente della Repubblica

Pubblicato il 9 Gennaio 2023 alle 18:57 Autore: Gianni Balduzzi
sondaggi demos

Rispetto a 10 anni fa vi è in generale meno sfiducia verso istituzioni e corpi intermedi

Uno dei letimotiv degli ultimi anni è il calo di importanza e di attrattività di quelli che sono chiamati i corpi intermedi della società. Che si tratti della Chiesa, dei sindacati, delle varie associazioni, sembrano non raccogliere più la fiducia di un tempo, un po’ come le istituzioni ufficiali.

Ebbene, secondo gli ultimi sondaggi politici di Demos nell’ultimo decennio questa tendenza sembra essersi fermata. E, anzi, a dispetto di un certo pessimismo per il futuro, rispetto al 2012 vi è stata un’inversione di tendenza.

Certo, allora si era nel mezzo di una crisi politica ed economica molto grave, mentre quella causata dalla pandemia di Covid ha avuto caratteristiche diverse, e per certi aspetti ha rappresentato un aumento della dimensione comunitaria.

È probabilmente per questo che la fiducia nello Stato è cresciuta dal 22% del 2012 al 36% di oggi, passando per il 33% del 2020 e il 37% del 2021.

Simile l’incremento vissuto dal favore verso le associazioni degli imprenditori, aumentato dal 20% al 35%.

Significativo soprattutto quello nei confronti della figura del Presidente della Repubblica, che tra l’altro ha sempre goduto di una fiducia molto alta. Nel 2012, quando al Quirinale vi era Napolitano, questa era al 55%, ora ha raggiunto il 68%, aumentando anche rispetto al 2021, 63% e al 2020, 58%.

In testa, però, vi sono stabilmente le Forze dell’Ordine con il 70%. Al terzo posto la scuola, che con il 56% è però in calo del 3% rispetto al 2021, poi il Comune, al 48%, la UE, al 45%, la Nato, che esordisce con il 44%.

L’unica a scendere sia rispetto al 2021 che al 2012 è la Chiesa, al 41%.

Ultimi, con il 27%, il 5% in meno sul 2021 ma il 10% in più sul 2012, i sindacati

sondaggi politici

Sondaggi politici Demos, la sanità privata ancora preferita a quella pubblica

Se si passa al gradimento per alcuni servizi il 2022 si è rivelato un anno prevalentemente di cali, in particolare per quanto riguarda sanità e istruzione.

L’assistenza sanitaria privata è ancora favorita a quella pubblica, ma per entrambi vi è un regresso di 4 punti. Nel primo caso la fiducia passa dal 60% al 56%, nel secondo dal 48% al 44%. Il progresso rispetto al 2012, però, rimane molto evidente.

Per le scuole pubbliche e private mostrano soddisfazione rispettivamente il 43% e il 40% degli italiani, con una riduzione di 2 e di 4 punti in un anno.

In aumento, invece, la fiducia verso i trasporti pubblici, passata dal 27% al 33%, e quella per le ferrovie, cresciuta dal 36% al 39%

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In generale gli italiani, però, non sentono il bisogno di un potenziamento dei servizi. O meglio per questi sondaggi elettorali è preferita una diminuzione delle tasse, opzione prediletta dal 57%. Tra questi il 45% vorrebbe che le imposte calassero senza che venissero diminuiti i servizi. Viceversa tra quanti vorrebbero che questi siano potenziati solo il 18% sarebbe disponibile a pagare più tasse per renderlo possibile.

La grande maggioranza, insomma, vorrebbe un miglioramento su un aspetto senza sacrificare l’altro.

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Questi sondaggi politici sono stati realizzati con metodo Cati-Cami-Cawi su 1.305 persone nel novembre 2022

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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