Novità Giustizia: intervento sulle intercettazioni? Cosa si sa

Pubblicato il 19 Gennaio 2023 alle 13:50
Aggiornato il: 23 Gennaio 2023 alle 12:43
Autore: Guglielmo Sano
Novità Giustizia: intervento sulle intercettazioni? Cosa si sa

Novità Giustizia: intervento sulle intercettazioni? Cosa si sa

Novità Giustizia: la cattura dell’ultimo super boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro ha spostato nuovamente il dibattito pubblico su temi giudiziari. Il Governo Meloni torna a ragionare su una riforma delle intercettazioni: il Guardasigilli Nordio si era espresso a favore di una revisione dello strumento già qualche mese fa in parallelo all’emanazione del cosiddetto Decreto Rave che, tra le altre cose, metteva le mani sull’ergastolo ostativo. Una panoramica veloce delle ultime notizie in merito.

Novità Giustizia: Intervento sulle intercettazioni? Cosa si sa

Novità Giustizia: con la cattura dell’ultimo super boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro si riaccendono i riflettori su diversi temi giudiziari. Il dibattito pubblico si sta concentrando in particolare sulle modalità di utilizzo delle intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche: nel caso dell’arresto del latitante è chiaro come si siano rivelate ancora una volta uno strumento fondamentale nella lotta contro le organizzazioni criminali.

Detto ciò, il Guardasigilli Carlo Nordio sin dal suo insediamento ha annunciato di voler intervenire sulla normativa che le regola. Nello specifico, il ministro della Giustizia vorrebbe limitarne “la diffusione, talvolta selezionata e magari pilotata, che costituisce una micidiale arma di delegittimazione personale e spesso politica”. Tale volontà è stato confermata anche in queste ore assicurando però come le eventuali modifiche non riguarderebbero reati gravi , cioè riguardanti terrorismo e, appunto, criminalità organizzata.  

Stragrande maggioranza investigatori contrari a una riforma

Novità Giustizia: in breve, il punto di partenza della riforma del ministro Nordio sarebbe la limitazione delle intercettazioni nel caso di indagini su reati minori. Buona parte della magistratura, d’altra parte, si dichiara contraria a un’iniziativa di questo tipo visto che spesso seguendo una pista che appare poco importante si arriva ad affari ben più pesanti.

Per esempio, da un piccolo episodio di corruzione o una semplice frode fiscale non di rado si arrivano a scoprire ampie reti di connivenze tra settori di società e organizzazioni criminali. Insomma, la stragrande maggioranza degli investigatori difende l’utilizzo dello strumento a 360 gradi: limitandone l’uso a reati gravissimi, indirettamente si limita il loro uso proprio contro questi ultimi, in sostanza, la loro posizione.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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