Il primo discorso da segretaria del PD di Elly Schlein, spiegato

Pubblicato il 27 Febbraio 2023 alle 12:21 Autore: Alessandro Faggiano
Il primo discorso da segretaria del PD di Elly Schlein, spiegato

Il primo discorso da segretaria di Elly Schlein, spiegato

L’outsider si prende la vittoria ribaltando il risultato delle votazioni riservati agli iscritti. Elly Schlein è la prima Segretaria donna del Partito Democratico. Nel suo discorso della vittoria, ha messo in chiaro una serie di punti su quello che sarà il nuovo corso del PD.

“Insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta, non ci hanno visti arrivare“.

Il primo riferimento va al ruolo da underdog che le è stato attribuito dai media e dall’apparato stesso di partito che, in prevalenza, puntava su Stefano Bonaccini.

Il popolo democratico è vivo, c’è ed è pronto a rialzarsi. È un mandato chiaro a cambiare davvero, per volti, metodo e visione. Con una linea chiara che metta al centro il contrasto a ogni forma di diseguaglianza, il contrasto alla precarietà e affrontare con la massima urgenza l’emergenza climatica“.

Sta in queste poche parole, l’essenza del messaggio che ha voluto veicolare la nuova Segretaria del Partito Democratico. In primis, è un messaggio di rottura, tanto ideologico come d’azione, rispetto alla linea portata avanti da Enrico Letta e di cui Bonaccini si faceva garante. La proposta del Presidente dell’Emilia-Romagna metteva al centro la buona amministrazione e il consolidamento del legame del partito con i territori. L’implicazione diretta del messaggio di Bonaccini consisteva nell’intensificazione del rapporto degli amministratori con i cittadini, riaffermando così una dinamica unidirezionale (dall’alto verso il basso). La rottura annunciata da Schlein dovrebbe essere operata, quindi, attraverso una rinnovata centralità del militante all’interno del partito (se “Il popolo democratico è vivo”, allora può agire ed essere una parte fondamentale del processo politico). In sostanza, ci potrebbe essere una revisione delle prerogative dei circoli e potrebbero essere messe in atto delle campagne per riavvicinare le persone alla militanza attiva.

Con Elly Schlein, il Partito Democratico si sposta a sinistra

Il vero punto di rottura, però, è legato alla visione politica e, quindi, alla componente ideologica. Elly Schlein si posiziona molto più marcatamente a sinistra rispetto a Stefano Bonaccini e l’ex Segretario, Enrico Letta. La posizione centrista, di soggetto di raccordo per i partiti di centro (Italia Viva e Azione) e di centro-sinistra (Verdi, Sinistra Italiana, +Europa), è stata una prerogativa del PD anche sotto Nicola Zingaretti. Il concetto elettorale spesso evocato dagli ultimi due segretari è quello della somma aritmetica delle forze della coalizione. E questo senza che in politica, l’unione o una scissione comportano sempre una variazione sul risultato definitivo, e che “1+1” non fa mai “2”.

Parlando, nell’ordine di contrasto a ogni forma di diseguaglianza (1), di contrasto alla precarietà (2) e l’importanza di affrontare la crisi climatica con la massima urgenza (3), si sviscerano i valori (uguaglianza al di sopra della libertà), il tema chiave (il lavoro) e la visione di futuro (la prospettiva verde, ecologica).

Il target elettorale da acquisire, inoltre, sembra essere già delineato. Dopo aver esaltato i dati di partecipazione di queste primarie come “miglior risposta all’astensionismo”, Schlein ha sottolineato:

“Noi dobbiamo avere l’ossessione di quelle persone che non hanno partecipato. Di quelle che alle ultime elezioni non si sono espresse, perché tra di loro ci sono soprattutto quelle di fasce di reddito più basse. Questo vuol dire una crisi della democrazia e il rischio di una marginalizzazione permanente delle fasce più povere della nostra società“.

Puntando a questo segmento, il Partito Democratico potrebbe entrare in una competizione ancora più serrata con il Movimento 5 Stelle, che specialmente al Sud è riuscito a sfondare grazie alla sua agenda sociale (il cui caposaldo è il Reddito di Cittadinanza). Questo potrebbe significare, inoltre, una maggior libertà di movimento per Renzi e Calenda, che potrebbero sfruttare il varco lasciato al centro dal PD per insediarsi e prendersi quella fetta “moderata” che auspicava, con maggior vigore, una vittoria di Stefano Bonaccini.

La vittoria di Schlein potrebbe quindi ridefinire lo scacchiere politico. Gli attori che potrebbero muoversi maggiormente sono proprio IV, Azione e M5S. In ottica alleanze, sembra decisamente più probabile l’apertura del PD verso il Movimento 5 Stelle piuttosto che verso l’area centrista, proprio per soddisfare la richiesta sociale proveniente dai segmenti più deboli.

La narrazione del contrasto, più che della proposta

Almeno in questo primo discorso da Segretaria, la Schlein ha presentato un elemento narrativo di continuità con i suoi predecessori: parliamo della narrazione del contrasto, del “contro di” e della “difesa”.

Saremo un bel problema per il Governo di Giorgia Meloni. Da oggi daremo un contributo ad organizzare l’opposizione in Parlamento e in tutto il Paese. A difesa di quell’Italia che fa più fatica, a difesa di quei poveri che il Governo colpisce e che non vuole vedere. Per i lavoratori precari e sfruttati, per alzare i salari e le loro tutele. Per difendere la Scuola Pubblica come primo grande strumento di emancipazione sociale, nel momento in cui il Governo tace su una aggressione squadrista (…) E saremo qui a fare le barricate contro ogni taglio e privatizzazione della Sanità Pubblica”.

Gli elementi di contrasto sono prevalenti e vengono elencati prima della parte propositiva, mostrando così – volontariamente o meno – che la priorità è fermare questo Governo, piuttosto che lavorare sulla costruzione di un orizzonte diverso e alternativo. Per quanto riguarda le prime parole sulla costruzione del programma del “suo” Partito Democratico, Schlein parla, nel seguente ordine, di immigrazione (1) transizione energetica/questione ambientale (2) e salario minimo (3).

” (…) Con un’altra strage nel mare, davanti a Crotone, che pesa sulle coscienze di chi, qualche settimana fa, ha approvato un decreto con la sola finalità di ostacolare i salvataggi in mare. Ci vorrebbe una mare nostrum europea. (…) Saremo al fianco di chi lotta per la giustizia climatica accanto a quella sociale. Perché non abbiamo più molto tempo per invertire la rotta. (…) Lavoreremo per una vera e profonda transizione ecologica che accompagni tutta la società e tutti i settori dell’economia. (…) Sul salario minimo ci rivolgeremo a tutte le altre opposizioni per portare avanti questa battaglia insieme. Sotto una certa soglia, non è lavoro: è sfruttamento”.

Probabilmente, l’ordine adeguato per cominciare a perseguire l’obiettivo sul nuovo target elettorale, sarebbe stato l’esatto opposto: partire dal salario minimo, per passare poi al tema ambientale e, infine, all’immigrazione.

La mediazione necessaria, per una comunità che “si aspetta di tenere insieme le sue storie”

Nonostante l’introduzione del discorso di Elly Schlein fosse decisamente rotturista (“cambio di volti, di metodo, di visione”), la chiusura è stata certamente più conciliante. Schlein ha ringraziato tutti: dagli attivisti, ai candidati alla segreteria (incluso lo stesso Bonaccini) fino all’ex segretario Enrico Letta. Non solo ha ringraziato tutti, ma ha voluto sottolineare l’importanza capitale dell’unità.

“Da domani lavoreremo insieme nell’interesse del Paese. Il mio impegno sarà quello di essere la Segretaria di tutte e di tutti. Lavoreremo insieme per tornare a vincere presto insieme. Questa comunità si aspetta di tenere insieme le sue storie, le culture che hanno forgiato questo partito, ma senza rinunciare a indicare una direzione chiara, che è stata scelta e premiata dagli elettori e dalle elettrici che si sono recati oggi ai seggi”.

Il termine “insieme” viene utilizzato quasi come un intercalare, tante sono le volte che lo ha utilizzato in questo frangente. La valenza di questo passaggio è duplice: da un lato, si paventa la possibilità di una scissione e Schlein rassicura che “ci si aspetta di tenere insieme le sue storie”, mostrandosi pertanto dialogante con le posizioni uscite sconfitte da questa corsa alla segreteria. Dall’altro, però, scarica le eventuali responsabilità di contrasto e divisione sugli stessi sconfitti. Tirando le somme, ci si può aspettare un atteggiamento moderatamente duro da parte della Segretaria per quanto riguardo il nuovo core del Partito Democratico (sprint su diritti sociali e civili e ambientalismo, target giovane, donne e disillusi), e decisamente conciliante per quanto riguarda temi strategicamente secondari.

Una nuova identità per un nuovo target

Elly Schlein riserva la chiusura a due segmenti socio-demografici ben precisi: le donne e i giovani, che dovrebbero essere i segmenti di riferimento per la nuova Segretaria e a cui strizzerà maggiormente l’occhio.

“Voglio dedicare questa vittoria a tutti voi, ma soprattutto alle donne e ai giovani, che mi hanno raccontato che abbiano dato un contributo straordinario. Hanno raccolto il nostro appello a ricostruire insieme. Troppo spesso schiacciati non solo dalla pandemia, dalla crisi economica, ma anche dalla politica, anche da questo partito”.

È possibile prevedere, per questo cambio di target, un processo di svecchiamento del Partito e la necessità di un vero e proprio lavoro di rebranding. Un lavoro che, volente o nolente, comincia già dal cambio di segretario e dai valori che incarna.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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