Assegno inclusione 2024: quando può essere tolto? I casi

Pubblicato il 2 Marzo 2024 alle 22:38
Aggiornato il: 4 Marzo 2024 alle 17:51
Autore: Guglielmo Sano
Assegno inclusione 2024

Assegno inclusione 2024: quando può essere tolto? I casi

Assegno inclusione 2024: più stringenti le regole da rispettare per ottenere l’erogazione dell’AdI e poi mantenerla rispetto a quelle che erano previste per il Reddito di Cittadinanza.  Tra nuovi divieti e obblighi, in quali casi si può perdere il diritto a ricevere il beneficio economico? Una panoramica sulle informazioni principali sull’argomento.

Assegno inclusione 2024: quando può essere tolto?

Assegno inclusione 2024: più stringenti le regole da rispettare per ottenere l’erogazione dell’AdI e poi mantenerlo rispetto a quelle che erano previste per il Reddito di Cittadinanza. Infatti, a differenza dell’RdC, insieme all’erogazione del beneficio economico corre in parallelo l’affidamento ai servizi sociali del comune di residenza e l’avvio di un percorso di ricollocamento lavorativo (di fatto, per non perdere il Reddito bastava mantenere i requisiti che ne avevano determinato l’erogazione).

Dunque, sono innanzitutto due le regole da rispettare per ricevere il sostegno: 1) entro il 120esimo giorno dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale bisogne presentarsi presso i servizi sociali del proprio comune di residenza; 2) presentarsi sempre quando si viene convocati sia dai servizi sociali che dai centri di collocamento (ci si può assentare solo per motivi gravi). Tuttavia, se nel primo caso scatta solo una sospensione dell’Assegno, solo nel secondo caso si incorre nella decadenza del sussidio.

Altri casi in cui scatta il decadimento del sostegno

Assegno inclusione 2024: scatta la decadenza del beneficio anche se anche solo uno dei beneficiari del nucleo familiare che lo percepisce non sottoscrive il Pad o il Patto di servizio personalizzato con l’ente che si occuperà del ricollocamento. Stessa cosa accade se non si partecipa ai percorsi previsti sia dal Pad che dal Patto di servizio (per esempio se non si frequenta un percorso funzionale ad assolvere l’obbligo di istruzione) e, naturalmente, il beneficio decade se non si accetta un’offerta di lavoro congrua. Se la decadenza scatta per uno dei casi succitati si potrà comunque ripresentare domanda per l’AdI ma non prima di 6 mesi.

Inoltre, bisogna precisare che si può percepire l’AdI mentre si lavora, tuttavia, l’Inps va informata – attraverso l’invio del modello Adi-Com – entro 30 giorni dall’inizio dell’attività di lavoro subordinato ed entro il giorno precedente l’avvio dell’attività in caso di lavoro autonomo (in tal caso l’entità di guadagni e compensi va comunicata all’Inps allo scadere di ogni trimestre di attività autonoma). Infine, si perde l’Assegno di Inclusione anche se non si comunicano variazioni relative a composizione/numerosità del nucleo familiare (aggiunta/uscita di membri dal nucleo entro 2 mesi dall’evento e obbligo – a meno che non si parli di nascita/morte – di presentare nuova domanda). Obbligo di comunicazione – entro 15 giorni dall’evento – anche in caso di membri per cui sopravviene detenzione, ricovero in lunga degenza o dimissioni (eccetto giusta causa).

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
Tutti gli articoli di Guglielmo Sano →