La politica carismatica da Berlusconi a Grillo

Pubblicato il 29 Maggio 2012 alle 09:30 Autore: Bertram Wooster

Tutto bene quindi? Ovviamente no. Il Pd soffre di tutti i mali della politica italiana, anzi, in qualche modo finisce, per l’opinione pubblica, per incarnarli. E questo renderà minato il suo cammino nei prossimi mesi, con l’antipolitica dilagante e la rabbia verso un “sistema” che non sembra in grado di garantire il nostro futuro. Anche se questo “sistema” è stato creato e gestito da Lega e Pdl. E non sarà quindi facile al Pd resistere all’onda dell’ennesimo movimento leaderistico e carismatico, quello di Beppe Grillo e dei 5 stelle.

la politica carismaticaChe, non a caso, prende il posto dei leader carismatici che dominavano prima, e fa riferimento a un elettorato già in precedenza affascinato da Bossi e Berlusconi. Pescando anche in quella “sinistra diffusa”, che ha sempre preferito i proclami alle decisioni, la declamazione di valori all’elaborazione di progetti sostenibili. Il leaderismo carismatico a medio termine, come si è visto, è destinato a lasciare solo cenere, se non riesce a mutarsi in qualcosa di diverso. Ma a breve termine può avere un impatto molto potente, ed è quello che sta succedendo. Il fascino del”vaffanculo”, dell’argomentazione semplificata, dello sberleffo, dell’assoluzione che il leader carismatico offre sempre ai suoi adepti (“Il male dell’Italia è colpa degli altri, non vostra”, è il messaggio subliminale di Grillo) è enorme, e la crisi economica non fa che acuirlo. Ma non c’è solo Grillo. Presto anche a destra nascerà un movimento analogo, che vorrà interpretare il “nuovo”, la “politica dei fatti, e non delle chiacchiere”, l’ “onestà e l’efficienza”, offrendo ricette semplificate e populiste gonfiate dalla propaganda. Gli italiani non appaiono ancora maturi per un dibattito politico maturo tra proposte diverse, valori diversi, emozioni diverse, ma paiono sempre aspettare un nuovo “uomo della Provvidenza” che li salvi senza mai mettere in discussione le gravi magagne del Paese, che scontentano tutti ma in cui ognuno di noi, o quasi, ha trovato il suo angolo di privilegio.

La strada per la vittoria elettorale per il Pd e la sua coalizione è molto stretta, e molto impervia. Bisognerà trovare qualcosa di nuovo per conquistare un elettorato confuso e tentato dalle vie più facili e populiste. Ma l’unica cosa che bisogna evitare è credere si possa trovare una scorciatoia “imitando” gli altri, i modelli carismatici, leaderistici, inevitabilmente demagogici. Perché questi modelli affascinano, spesso vincono, ma lasciano solo macerie, nel loro campo e, ahinoi, spesso nel Paese. L’Italia ha bisogno di un’offerta politica razionale e consapevole dei limiti in cui può esercitare la propria azione e affermare i suoi valori. Una forza che abbia il coraggio di dire chiaro e tondo che le soluzioni alla crisi sono difficili e ci metteranno duramente alla prova, e che gli italiani non devono aspettarsi miracoli, ma anzi sono chiamati a rimboccarsi le maniche e mettersi in discussione per cambiare finalmente il Paese. Non è detto che questa proposta risulti vincente, certo. Ma alla lunga, come si è visto, è l’unica che può avere la forza di restare in piedi dopo il terremoto.

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