Termometro Finanziario: la crescita economica rallenta, agenda della settimana

Pubblicato il 28 Maggio 2012 alle 09:23 Autore: Giovanni De Mizio

Martedì la Germania rilascerà la stima preliminare di un dato molto caro ai tedeschi, ovvero l’inflazione: la crescita dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) dovrebbe attestarsi sul 2% annuo. Negli USA occhi puntati sull’indice Case/Shiller, che misura i prezzi delle case in 20 aree metropolitane USA, e che dovrebbe confermarsi in calo sull’anno, sia pure meno marcato rispetto alla lettura precedente. Poco dopo sarà la volta della fiducia dei consumatori misurata dal Conference Board, che dovrebbe attestarsi stabile sui massimi degli ultimi anni.

Metà settimana all’insegna dei dati europei e, soprattutto, italiani. Quanto all’Europa, verremo a conoscenza della crescita della massa monetaria M3, che misura la crescita del mercato del credito, negli scorsi mesi in forte contrazione a causa del peggioramento delle condizioni economiche, con conseguenze piuttosto marcate sulle imprese, che dal credito dipendono. Per l’Italia verranno resi noti i prezzi alla produzione, attesi in lieve calo, e i risultati dell’asta del BTP decennale, che l’ultima volta aveva segnato un preoccupante rendimento del 5,66%. Negli USA verrà reso noto l’indice delle vendite di case in corso, ovvero le vendite per le quali è stato concluso un contratto preliminare, ma non quello definitivo. Il dato, solitamente di scarsa importanza, assume rilevanza poiché la crisi che stiamo vivendo si è originata proprio da un collasso del settore immobiliare USA.

Giovedì assisteremo all’uscita, per la Germania, del dato sulle vendite al dettaglio (in ribasso) e sul tasso di disoccupazione (ormai strafisso intorno al minimo storico del 6,7%); per l’Italia del CPI, che dovrebbe attestare un’inflazione dei prezzi ancora sopra il 3%. Negli USA, oltre alle solite richieste di nuovi sussidi di disoccupazione (previste stabili a 370mila unità), verrà rilasciato il report preliminare sul Prodotto Interno Lordo, che dovrebbe confermare il rallentamento dell’economia a stelle e strisce. Si terrà lo stesso giorno il referendum sul fiscal compact in Irlanda.

Venerdì è giornata di dati sulla disoccupazione. Comincia l’Italia, che dovrebbe vedere il suo tasso (ufficiale, quello reale è ben più alto) in crescita al 9,9%, segue l’Unione Europea, che dovrebbe toccare quota 11%, in crescita, per finire con gli USA, dove il rapporto fra disoccupati e forza lavoro dovrebbe rimanere fermo all’8,1%, all’interno di un quadro che vede, però, rallentare la creazione di nuovi posti di lavoro e aumentare invece il numero di scoraggiati, ovvero di persone che non hanno un lavoro, né lo cercano, e che perciò non vengono più comprese nelle statistiche.