Sondaggi politici TP, diritti dei lavoratori: peggioramento per 6 italiani su 10

Sondaggi politici TP, diritti dei lavoratori: peggioramento per 6 italiani su 10
Bentornati, dopo uno stop di qualche settimana, con il sondaggio esclusivo di Termometro Politico, come sempre con domande di attualità e con focus sulla politica nazionale e internazionale. Ci concentriamo sulla prospettiva delle guerre nel mondo, i diritti dei lavoratori e sul ruolo della Chiesa (e del nuovo sommo Pontefice) oggi. A questo, ci aggiungiamo le intenzioni di voto e la fiducia nella premier Giorgia Meloni. Cominciamo.
Sondaggi politici TP, guerre nel mondo: italiani pessimisti sul loro andamento
Gli ultimi anni si sono caratterizzati dai grandi conflitti internazionali, a partire da quello russo-ucraino passando per l’invasione israeliana in Palestina. Negli ultimi tempi, si è aggiunta anche la recrudescenza del conflitto di vicinato tra India e Pakistan. Abbiamo chiesto se nei prossimi mesi la situazione dei vari scenari di guerra migliorerà o peggiorerà. Il sentimento è prevalentemente negativo. Il 48,5% del campione crede che rimarrà “molto grave, con un rischio di allargamento delle guerre ad altri Paesi e alle aree circostanti”, mentre un 7,5% ritiene “che si deteriorerà, il rischio di guerra mondiale è piuttosto alto”. All’incirca un quarto del campione (24,8%) pensa che “Le guerre ci sono sempre state nella storia, continueranno a esserci, ma non credo ci possa essere un allargamento dei conflitti o una guerra mondiale”. Infine, c’è anche un 15,8% di ottimisti che credono che “quest’anno ci sarà finalmente un certo miglioramento, un calo di intensità o la fine di alcuni conflitti”. In pochi, il 3,7%, a marcare l’opzione “Non so/non intendo rispondere”.
E anche sui diritti dei lavoratori, percezione fortemente negativa: erosi nel tempo
E in chiave diacronica guardando però al passato, abbiamo chiesto sulla percezione dell’andamento dei diritti dei lavoratori. Anche qui, la percezione è fortemente negativa. Per il 38,3% “Sono molto diminuiti, oggi tutti, anche i dipendenti a tempo indeterminato, possono essere licenziati più facilmente e ricattati di fatto dalla propria azienda”. A seguire, per il 24,4%, i diritti “Sono diminuiti, in particolare per i più giovani, per i precari e per molte partite Iva, discriminati rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato”. Nel complesso, oltre 6 italiani su 10 considerano che ci sia stata un’erosione dei diritti dei lavoratori.
Dall’altra parte, con percentuali quasi identiche, c’è il 15,8% che i diritti dei lavoratori “Sono cresciuti, e in ogni caso sono troppi, licenziare in certi ambiti è molto difficile e alcuni dipendenti fannulloni se ne approfittano”. Col 16%, la risposta che afferma che “Sono cresciuti di fatto perché ora molte aziende non trovano lavoratori e per reclutarne devono offrire più benefit”. Due ragioni diverse per giungere, però, alla stessa conclusione. Un dato rilevante, infine, per chi non sa o non intende rispondere : il 5,5%.
La Chiesa oggi, tra il nuovo Pontefice e il ruolo nella società
Passiamo alle due domande, collegate, su Papa Leone XIV e la Chiesa oggi. Partendo da qui, abbiamo chiesto se la Chiesa avesse ancora oggi un ruolo importante. Il campione si divide in maniera abbastanza eterogenea e non c’è alcuna risposta che spicchi in modo decisivo. In ordine di preferenze, il 29% ritiene che “Può averlo se si modernizza e va al passo con i tempi, aggiornandosi sui temi più terreni”. A strettissimo giro (27,3%) chi sostiene l’esatto contrario: “Può averlo se torna a parlare di fede e meno di temi sociali e politici”.
C’è poi un 23,9% del campione che crede che “Sì, la Chiesa avrà sempre un ruolo importante perché le persone hanno bisogno di sentirsi vicine a Dio e a ciò che trascende la vita terrena”. Questo, quindi, al di là di questioni politiche: la fede è fede.
Infine, per il 15,9% “No, ormai la religione è in inesorabile declino nella società, a prescindere da tutto”. Anche qui, è una questione di fede (che non c’è).

E riguardo alla nuova guida della Chiesa, Papa Leone XIV, abbiamo chiesto cosa ne pensassero. L’ex cardinale Prevost è il primo Papa statunitense ma è cresciuto in Perú. Molto vicino all’America Latina, abbiamo chiesto un parere sulla sua figura, anche in relazione al predecessore Papa Francesco.
Il parere è sostanzialmente positivo. Leone XIV piace molto al 32,4% del campione, “anche più di Papa Francesco, mi sembra più profondo e riflessivo”. Un altro 21,4% lo considera positivamente allo stesso livello di Francesco. Poi, un 17,9% a cui “piace un po’ di meno rispetto a Papa Francesco”. Infine, solo l’8,1% ha un’opinione negativa affermando di vederla come una figura “a me molto lontana e in un certo senso troppo antiquato”.
Qui è essenziale affermare che c’è oltre una persona su cinque (20,2%) che non risponde alla domanda.
Sondaggi politici elettorali TP: FdI in ottima salute, al 30%
Chiudiamo con le intenzioni di voto e la fiducia in Giorgia Meloni. Nel corso delle ultime settimane, si è allargata la forbice tra FdI e PD. La compagine guidata dalla premier si assesta infatti al 30%, mentre il PD è fermo al 21,9%. Bene il M5S, al 12,1%. Appaiate FI e Lega all’8,5%. Male, invece, Azione e IV. In solitaria, sia Calenda che Renzi rimarrebbero fuori dal Parlamento.
Infine, per quanto riguarda la fiducia in Giorgia Meloni, il dato di per sé non è così positivo: oltre una persona su due (50,2%) non ha minimamente fiducia nella premier. Dall’altra parte, il dato aggregato di chi ha molta e abbastanza fiducia si ferma al di sotto del 40%, attestandosi al 39,4%.
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