Rinnovo assegno di inclusione: tredicesima da 670 euro per 750 mila famiglie
Rinnovo assegno di inclusione: verso la “tredicesima” per 750 mila famiglie e stop al mese di sospensione.
Potrebbe presto arrivare una novità importante per chi percepisce l’Assegno di Inclusione. Il governo sta lavorando a una modifica strutturale della misura che eliminerebbe il mese di sospensione previsto dopo 18 mesi di fruizione continuativa. Una norma che, fino a oggi, obbligava le famiglie a un’interruzione forzata prima del rinnovo del beneficio, creando non pochi disagi economici.
L’intenzione dell’esecutivo, confermata dal Ministero del Lavoro, è quella di introdurre nella Legge di Bilancio una correzione permanente: niente più “mese di pausa”, ma un rinnovo immediato, subordinato soltanto alla presentazione della nuova domanda. In pratica, per i 750 mila nuclei familiari che hanno già ricevuto almeno un pagamento dall’inizio del 2024, la cancellazione di quella sospensione equivarrebbe a una sorta di tredicesima aggiuntiva, in media pari a 670 euro l’anno.
Rinnovo assegno di inclusione: cosa prevede oggi la norma
Attualmente, l’Assegno di Inclusione viene riconosciuto ai nuclei con un Isee fino a 10.140 euro e almeno un componente minorenne, over 60, disabile o in condizione di svantaggio. Il beneficio, operativo da gennaio 2024 in sostituzione del Reddito di cittadinanza, ha un importo medio mensile di 669 euro.
La legge prevede che l’ADI venga erogato per 18 mesi consecutivi, rinnovabili per ulteriori 12 mesi, ma solo dopo una sospensione obbligatoria di un mese. È questa pausa che il governo intende abolire, riscrivendo l’articolo chiave in modo da eliminare il riferimento alla sospensione e prevedere invece un rinnovo diretto previa nuova domanda.
Nel solo mese di luglio, circa 400 mila famiglie hanno dovuto affrontare questa interruzione temporanea. Per tamponare l’effetto immediato, l’esecutivo aveva introdotto un bonus una tantum da 500 euro, ma ora si punta a una soluzione stabile.
Rinnovo assegno di inclusione 2025: le istruzioni dell’INPS
Nel frattempo, l’INPS, con il messaggio n. 3048 del 14 ottobre 2025, ha chiarito come gestire le procedure di rinnovo e cosa devono fare i beneficiari per continuare a ricevere regolarmente l’assegno.
Il primo passaggio è la convocazione da parte dei servizi sociali. Dopo la presentazione della domanda di rinnovo, ogni nucleo familiare deve incontrare gli operatori incaricati, che verificano la situazione e aggiornano i percorsi di inclusione sociale o lavorativa già avviati nei mesi precedenti.
Si tratta di un momento obbligatorio: serve a confermare o modificare gli impegni previsti nei Patti di inclusione, strumenti che definiscono gli obiettivi e le attività da svolgere per favorire l’inserimento sociale o professionale dei membri del nucleo.
Il percorso, gestito attraverso la piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), rappresenta il fulcro della nuova misura. Solo rispettando tutte le scadenze e sottoscrivendo gli accordi richiesti è possibile mantenere il diritto all’Assegno.
Tempistiche e obblighi da rispettare
Secondo le indicazioni dell’INPS, l’incontro con i servizi sociali deve avvenire entro 120 giorni dalla firma del nuovo Patto di Attivazione Digitale (PAD) o dall’invio della domanda di rinnovo, se la composizione familiare è rimasta invariata.
Per i componenti tenuti agli obblighi di attivazione lavorativa, è previsto un ulteriore adempimento: entro 60 giorni, devono firmare il Patto di Attivazione Digitale Individuale (PADI) e aggiornare, presso il Centro per l’Impiego, il Patto di Servizio Personalizzato (PSP). Entrambi i documenti sono essenziali per proseguire nel percorso di inserimento lavorativo e continuare a ricevere l’assegno.
Chi non rispetta queste scadenze rischia la sospensione del pagamento. L’INPS ha ricordato che la mancata presentazione agli incontri o la non sottoscrizione dei patti comporta la perdita immediata del beneficio, fino alla regolarizzazione della posizione.
Modalità più flessibili per i nuclei esonerati
Non tutte le famiglie, però, devono presentarsi fisicamente ai servizi. Per i nuclei esonerati dagli obblighi di attivazione lavorativa (ad esempio per la presenza di persone anziane, disabili o in condizioni di salute che limitano la mobilità) sono previste modalità più flessibili.
Il Ministero del Lavoro, con la nota n. 10558 dell’8 agosto 2025, ha chiarito che in questi casi il colloquio con i servizi sociali può avvenire anche da remoto, tramite videochiamata o, se necessario, con visite domiciliari. Sarà il case manager a valutare la modalità più adeguata per ogni singola situazione.
Assegno di inclusione: le scadenze da non dimenticare
Per chi ha presentato la domanda di rinnovo a luglio, la prima convocazione con i servizi sociali deve avvenire entro novembre 2025. Dopo questa data, in assenza di presa in carico, l’INPS sospenderà automaticamente l’erogazione dell’assegno.