Karol Wojtyla, il Papa polacco fu eroe o scandalo della Chiesa?

Pubblicato il 19 Giugno 2012 alle 11:11 Autore: EaST Journal
woytila

Il Papa polacco sapeva o non sapeva degli intrighi della sua corte, il monarca dello Stato di Dio era al corrente dei torbidi che lo circondavano e cosa fece per combatterli? Una verità storica resta da scrivere ma il seme del dubbio occorre piantarlo.

Con l’Opus Dei e con Pinochet

Anche il supporto alla prelatura dell’Opus Dei e la canonizzazione del suo fondatore, Josemaría Escrivá de Balaguer, sono stati visti come legittimazione di ciò che taluni considerano una “setta” ultraconservatrice accusata di aver sostenuto le dittature di destra latinoamericane. E Il Papa polacco, che combattè le dittature dell’est, si fece fotografare affacciato alla finestra del palazzo presidenziale di Santiago del Cile con il generale Augusto Pinochet. Una trappola tesa al pontefice, secondo alcuni. Un segno dell’ultraconservatorismo, politico e dottrinale, del pontefice polacco, secondo altri. Un conservatorismo esplicitato dal rifiuto dell’omosessualità (definita “contro natura”) e dal riconoscimento del ruolo subalterno e strettamente materno della donna. Scrive Hans Kung, teologo tra i più importanti in Europa: “grande ammiratore di Maria, il Wojtyla predica gli ideali femminili, vietando però alle donne la pillola e negando loro l’ordinazione”.

La questione croata, da Stepinac alle guerre jugoslave

Le critiche di Kung, cui nel 1979 fu revocata la missio canonica (ovvero la possibilità di insegnare la religione cattolica) per aver misconosciuto il dogma dell’infallibilità del pontefice, sono tali da farne un moderno eretico: un rinnovatore, come furono Waldo e Lutero, ma senza medievali aspirazioni alla santità. E Kung (ma non fu il solo) criticò la beatificazione del cardinale Alojzije Stepinac, vescovo di Zagabria, colluso col regime fascio-ustascia di Ante Pavelic e imprigionato e lasciato morire dopo la fine della seconda guerra mondiale dal regime comunista di Tito.

Quella croata è un’altra contraddizione del Papa polacco. Poiché se non può stupire (ma nemmeno può esser cancellata) la vicinanza del clero croato al regime ustascia di Ante Pavelic, stranisce il supporto del Vaticano alla causa croata durante le guerre jugoslave d’inizio anni Novanta. Poiché se quello di Wojtyla passa per essere un pontificato ecumenico, allora c’era da attendersi una posizione più moderata nei confronti di quel conflitto in cui erano coinvolti serbi (ortodossi) e bosniaci (musulmani). La posizione del Vaticano, influenzata dai cardinali croati, rispose invece a logiche confessionali e lo stesso Wojtyla parlò delle “legittime aspirazioni” croate che necessitavano del “supporto internazionale”. Poco contavano l’Heliodrom (il campo di concentramento croato più famigerato) e le “legittime aspirazioni” a non farsi trucidare dei musulmani di Bosnia.

Scandalo o eroe? Parola all’eretico

Nel titolo di questo articolo ci siamo chiesti, un po’ provocatoriamente, se Karol Wojtyla fu eroe o scandalo della Chiesa. E “scandalo” in latino significa “inciampo, ostacolo”. Ci siamo cioè chiesti se il papa polacco meriti l’agiografia che lo circonda o se, piuttosto, essa non sia un modo per tacere le contraddizioni che potrebbero aver nociuto alla Chiesa nel suo cammino verso il “mondo”, ovvero verso le persone non solo fedeli. Certo non sta a noi dare una risposta, e in questo breve articolo ci siamo soprattutto concentrati su alcuni aspetti della politica estera di Wojtyla senza affrontare questioni dottrinali. Proviamo allora a far rispondere l’eretico.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

L'autore: EaST Journal

East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso, fatto da giovani e senza fini di lucro. East Journal è una testata registrata presso il Tribunale di Torino, n° 4351/11, del 27 giugno 2011. I contenuti sono condivisi con Termometro Politico grazie alla partnership nata da marzo 2012 tra le due testate giornalistiche. Il nostro obiettivo è quello di raccontare la “nuova” Europa, quella dell’est, che rappresenta il cuore antico del vecchio continente. La cultura e la storia ci insegnano la comune appartenenza. L’europeismo critico è dunque una nostra vocazione. Tra i nostri temi più cari figurano poi la tutela delle minoranze, l’analisi dell’estremismo di destra, la geopolitica energetica, il monitoraggio del crimine organizzato transnazionale.
Tutti gli articoli di EaST Journal →